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Le parole di Grillo sulla Tbc imprecise e fuorvianti

Il mondo dei ricercatori invia una lettera aperta al leader del Movimento 5 Stelle

04 settembre 2014

Beppe Grillo dal suo blog lancia l’hashtag "#tbcnograzie" e lancia parole durissime sull’attuale politica italiana sull’immigrazione.
"Per la tbc non esiste un vaccino che provveda una protezione affidabile per gli adulti, si trasmette per via aerea e le cure richiedono anni. Vogliamo reimportarla, reimportiamola! Ma facciamolo alla luce del sole, informando la popolazione che alla polizia non vengono forniti neppure gli strumenti minimi di profilassi".
Grillo parla di buonismo della sinistra e non accetta il parallelismo tra gli emigranti italiani e gli immigrati di questi giorni: "I triti e ritriti confronti degli italiani come popolo di migranti che deve comprendere, capire, giustificare chiunque entri in Italia, sono delle amenità tirate in ballo dai radical chic e dalla sinistra che non pagano mai il conto e da chi non vuole affrontare il problema. Quando i nostri bisnonni approdavano negli Stati Uniti, paese della libertà, dopo aver visto la statua con la fiaccola accesa, venivano subito confinati a Ellis Island in quarantena".

Parole ritenute fuorvianti e pericolose dai ricercatori e dagli esperti che non ci stanno e siglano una lettera aperta a Grillo e al Movimento 5 Stelle dai propositivi.
"Quando si parla di malattie, soprattutto di tubercolosi, che evoca tristi ricordi, paure irrazionali, stigma, bisogna stare attenti, perché l'informazione deve essere scrupolosa, attenta e non fuorviante e purtroppo sono in molti a parlarne in modo maldestro", scrive Giorgio Besozzi, presidente di 'Stop Tb Italia Onlus' e sottoscrivono 26 specialisti tra cui nomi molto importanti come Mario Raviglione, direttore del programma mondiale sulla Tbc dell'Oms, Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell'Istituto nazionale di malattie infettive Spallanzani di Roma, Daniela Cirillo del Laboratorio di riferimento Sovranazionale sulla Tbc (San Raffaele di Milano), Giovanni Battista Migliori, direttore del Centro Oms sulla Tbc presso la Fondazione S. Maugeri di Tradate. Ma anche i medici per l'Africa del Cuamm Dante Carraro, Andrea Atzori e Giovanni Putoto, epidemiologi, infettivologi o pneumologi come Delia Boccia della 'London School of Hygene and Tropical Medicine', Francesco Castelli (università di Brescia), Luigi Codecasa (Niguarda Ca' Grande, Milano), Carlo Contini (università di Ferrara), Giovanni Ferrara (Karolinska Institut, Svezia), Enrico Girardi (direttore Spallanzani), Andrea Gori (San Gerado-Bicocca di Milano), Roberto Luzzati (Trieste), Luca Richeldi (università Southampton), Giovanni Sotgiu (università di Sassari), Giovanni Riccardi (ateneo di Pavia), Matteo Zignol e Giampaolo Mezzabotta dell'Oms, gli esperti Riccardo Alagna, Rosella Centis, Maria Rosalia Pasca, Lia D'Ambrosio.

"Potremmo dirle, per esempio, che i nostri bisnonni erano tenuti in quarantena perché allora la tubercolosi non era curabile, ora si può guarire", prosegue la lettera. "Potremmo dirle per esempio che invece la chiusura delle frontiere dei paesi africani è ampiamente giustificata, perché di ebola si muore. Potremmo dirle che i poliziotti a cui fa riferimento non sono ammalati di tubercolosi ma solo infettati (...)".
La collaborazione con la Marina militare sul tema tubercolosi viene citata: "Potremmo dirle anche che il maggior problema che quotidianamente dobbiamo affrontare è la paura di un rimpatrio forzato, che tiene lontani gli immigrati dai servizi sanitari e consente la diffusione dei bacilli nell'aria che respiriamo tutti".
Poi si passa alle proposte e alle contraddizioni del Movimento 5 Stelle: "Potremmo dirle, infine, che questo è un problema, che conosciamo da più di 20 anni, che affrontiamo con le conoscenze che abbiamo e le forze che la politica ci mette a disposizione; recentemente proprio su questo problema c'è stato uno scambio di informazioni e di idee con alcuni rappresentanti del suo movimento in Sicilia; l'ipotesi, condivisa, era di riprendere un vecchio  disegno di legge che giace nei cassetti del Senato da circa quattro anni e presenta degli Stati Generali della Tubercolosi, attualizzarlo e riproporlo all'attenzione dei parlamentari".

Infine un invito a Grillo: "Se vuole fare qualcosa di positivo per difendere gli italiani da questo morbo reimportato, può farlo. Attraverso il suo Movimento. Invitiamo esplicitamente anche tutti gli altri partiti ad interessarsi del problema, magari attraverso una sessione parlamentare per informare e prendere decisioni, formulare strategie e policies nazionali, sostenere le attività internazionali per consentire di curare più facilmente gli immigrati prima che diventino tali".

- La storia degli immigrati che portano malattie (Guidasicilia.it, 03/09/14)

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04 settembre 2014
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