Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

Le parole di Spatuzza 10 anni prima del pentimento

Polemica sulle rivelazioni di Spatuzza sulla strage di via D'Amelio mai approfondite

14 giugno 2013

"Scarantino? Non esiste. Ci ficiru dire chiddu ca non avia a diri (gli fecero dire quel che non avrebbe dovuto dire ndr)".
Così Gaspare Spatuzza nel 1998, dieci anni prima di iniziare a collaborare con i magistrati, cerca di mettere in guardia gli investigatori sui clamorosi errori fatti nelle indagini sulla strage di via D'Amelio. E lo fa davanti all'allora capo della Dna Piero Vigna ed al suo sostituto Piero Grasso in un lungo colloquio investigativo in cui anticipa quella che diventerà poi la sua verità sull'attentato a Borsellino.
Il verbale dell'interrogatorio, fatto senza il difensore e quindi inutilizzabile, non entrerà agli atti del processo ai boss Salvo Madonia e Vittorio Tutino e ai tre falsi pentiti, tra i quali lo stesso Vincenzo Scarantino.

Ma è un documento inquietante che contiene squarci di luce nel buio dell'inchiesta sulla strage che solo molti anni dopo sono stati tradotti in provvedimenti giudiziari. "Certo a leggere il verbale qualche rammarico viene. Forse se si fosse battuto più su questa strada alcune cose sarebbero venute fuori tempo fa e la verità su persone innocenti sarebbero emerse prima", ha commentato il procuratore di Caltanissetta Sergio Lari. E sullo sfondo di vecchi verbali e depistaggi scoperti con anni di ritardo Giovanni Brusca, il "boia" della strage Capaci, torna ad indicare l'ex ministro Nicola Mancino come il "terminale politico" delle richieste avanzate da Totò Riina con il cosiddetto "papello" mentre Borsellino veniva considerato "un ostacolo" alla trattativa.

Quando Spatuzza comincia a parlare nel '98 ancora non se la sente di passare ufficialmente tra i ranghi dei collaboratori di giustizia, ma con mezze frasi dà degli input. Di certo ci sono le sue parole sul furto della 126 che scagionano le persone accusate di avere rubato l'auto usata per uccidere il magistrato e la sua scorta. Le stesse che nel 2008 ripeterà con dovizia di particolari alla procura di Caltanissetta e che hanno consentito ai pm di scagionare gli innocenti ingiustamente coinvolti e di arrestare chi era rimasto fuori dall'inchiesta. Ma Spatuzza, nel colloquio del '98, dice anche altro. Ad esempio sull'esplosivo usato per le stragi del '92 e del '93. "Erano ordigni bellici - dice a Vigna e Grasso - pescati in fondo al mare. Ce ne è per fare saltare l'Italia". Parole premonitrici che, 10 anni dopo faranno finire in carcere Cosimo D'Amato, il pescatore che mise a disposizione la barca per ripescare le bombe. Spatuzza parla anche degli attentati di Roma, Milano e Firenze e del fallito attentato ai carabinieri all'Olimpico. "Dovevamo ucciderne a centinaia", racconta a Vigna.

Diversa la collaborazione di Fabio Tranchina, salito ieri sul banco dei testi per deporre al processo Borsellino. L'ex fedelissimo di Giuseppe Graviano, che ha da subito formalizzato la sua intenzione di parlare con gli investigatori, ha raccontato di quando il capomafia gli ordinò di procurarsi i telecomandi che, secondo i magistrati, vennero usati poi per fare saltare in aria l'autobomba usata per la strage.

Davanti ai giudici anche Giovanni Brusca è tornato a parlare della strategia del terrore ideata da Cosa nostra dopo che diventò definitiva la sentenza sul maxi processo alle cosche e che prevedeva molte vittime: politici, investigatori. "Dopo la strage di Capaci - è tornato a ricordare Brusca - Totò Riina era contento. Alludendo allo Stato mi disse che si erano fatti sotto e che lui gli aveva dato un papello così".
Il riferimento era alle presunte richieste che il padrino di Corleone avrebbe fatto avere allo Stato per fare cessare le stragi. Brusca non ha dubbi e, sempre riferendo le parole del boss, ha ribadito che "il terminale finale del papello era l'onorevole Mancino" e che Borsellino sarebbe stato ucciso perchè considerato "un ostacolo" alla trattativa.

[Informazioni tratte da ANSA, Lasiciliaweb.it, Adnkronos/Ign]

- "Usato e abbandonato dallo Stato" (Guidasicilia.it, 12/06/13)

- L'evoluzione terroristica di Cosa nostra (Guidasicilia.it, 12/06/13)

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

14 giugno 2013
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia