Le parti civili nel processo sulla trattativa Stato-mafia
Ammessa la Regione siciliana e l'associazione vittime della mafia. Esclusa la richiesta dell'Ars
Il gup che celebra l'udienza preliminare sulla trattativa Stato-mafia, Piergiorgio Morosini, ha ammesso la costituzione di parte civile della Regione siciliana e dell'Associazione vittime della mafia nei confronti di tutti gli imputati tranne l'ex ministro Nicola Mancino che è accusato di falsa testimonianza. Esclusa la richiesta di costituzione dell'Assemblea Regionale Siciliana.
Alla scorsa udienza il magistrato aveva disposto l'ammissione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, di Rifondazione Comunista, del Comune di Palermo, del Centro Pio La Torre, dell'ex capo della polizia Gianni De Gennaro, dei familiari dell'ex eurodeputato Salvo Lima, ucciso dalla mafia nel '92, del movimento Agende Rosse rappresentato da Salvatore Borsellino, fratello del magistrato assassinato da Cosa nostra, e del sindacato di polizia Coisp.
La presidenza dell'Assemblea Regionale Siciliana, la Giunta regionale e l'associazione vittime della mafia avevano chiesto di costituirsi parte civile all'udienza preliminare sulla trattativa Stato-mafia. Il presidente dell'Ars Francesco Cascio, rappresentato dall'avvocato Enrico Sanseverino, la Giunta e l'associazione, rappresentata dal suo presidente Sonia Alfano, hanno depositato ieri, martedì 20 novembre, la memoria di costituzione sulla cui ammissione deciderà il giudice.
Sempre ieri, le difese dei boss Leoluca Bagarella e Totò Riina, dell'ex ministro Dc Calogero Mannino e del senatore del Pdl Marcello Dell'Utri hanno chiesto lo spostamento in altre sedi del procedimento. Per i legali del capomafia la sede competente sarebbe Firenze o in alternativa Caltanissetta, mentre i difensori di Dell'Utri e Mannino hanno indicato nell'autorità giudiziaria di Roma quella territorialmente competente.
Firenze è la città in cui, a maggio del 1993, fu commessa la strage dei Georgofili, in cui morirono 5 persone. L'eccidio sarebbe stato commesso, secondo l'accusa, proprio per dare un'accelerazione alla trattativa e, in quanto reato più grave, attirerebbe la competenza nel capoluogo toscano. Caltanissetta invece sarebbe competente perché sede dell'indagine sulle stragi di Capaci e via D'Amelio, mentre Roma in quanto lì si svolsero i contatti tra il Ros e Vito Ciancimino che avrebbero aperto la trattativa.
La Procura di Palermo ha integrato le accuse fatte al boss Bernardo Provenzano imputato, oltre che di minaccia a corpo politico dello Stato, dell'omicidio a Palermo dell'eurodeputato Salvo Lima. Per il pm Nino Di Matteo il delitto sarebbe connesso alla minaccia a corpo politico, in quanto sarebbe stato il primo atto criminale della strategia della tensione finalizzata all'avvio della trattativa. La "mossa" della Procura potrebbe radicare a Palermo la competenza.
Anche il boss Antonino Cinà ha chiesto lo spostamento del procedimento a Caltanissetta, Firenze e in alternativa a Roma. Per l'ex ufficiale del Ros, invece, la sede competente sarebbe la Capitale. Il gup si è riservato la decisione e ha rinviato l'udienza al 27 novembre.
All'udienza preliminare nell'aula bunker dell'Ucciardone, sono imputati di violenza o minaccia a corpo politico dello Stato gli ex ministri Dc Calogero Mannino e Nicola Mancino, il senatore del Pdl Marcello Dell'Utri, gli ex ufficiali del Ros Antonio Subranni, Mario Mori e Giuseppe De Donno, i boss Giovanni Brusca, Totò Riina, Leoluca Bagarella, Antonino Cinà, Bernardo Provenzano. Massimo Ciancimino, invece, è accusato di calunnia e concorso in associazione mafiosa.
[Informazioni tratte da ANSA, Corriere del Mezzogiorno, Lasiciliaweb.it]