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Le Parti sociali hanno firmato l'accordo sulla produttività...

Solo la Cgil non ha firmato: "E' stata presa una strada sbagliata"

22 novembre 2012

Ieri, mercoledì 21 novembre, le Parti sociali (Abi, Ania, Confindustria, Lega Cooperative, Rete Imprese Italia, Cisl, Uil, Ugl) hanno firmato l'accordo sulla produttività ad esclusione della Cgil.
Il Governo, si è letto in una nota arrivata dopo il vertice di Palazzo Chigi con le parti sociali, è convinto che "l'intesa rappresenti un passo importante per il rilancio dell'economia, la tutela dei diritti dei lavoratori e il benessere sociale".
Il Governo "ritiene che sussistano le condizioni per confermare l'impegno di risorse destinato alla riduzione del cuneo fiscale del salario di produttività". Ci sono le condizioni, prosegue la nota di Palazzo Chigi, per "procedere, nell'ambito della legislazione vigente e delle risorse disponibili, alla conseguente implementazione degli atti normativi necessari a definire i criteri di operatività dei meccanismi di defiscalizzazione necessari a sostenere, in una logica di incentivazione della contrattazione di secondo livello, i salari e la produttività".

"Siamo a un incontro conclusivo su un tema cruciale che è quello di rilanciare la produttività e la competitività per le imprese e per il sistema Paese. La nostra speranza che tutte le parti aderiscano a quanto avete elaborato e condiviso". Così il premier Mario Monti, secondo fonti presenti all'incontro, aveva aperto la riunione con sindacati e imprese sulla produttività. Il premier, ha anche confermato lo stanziamento di 2,1 miliardi di euro, previsto dalla legge di Stabilità. Monti, si è poi rivolto al leader Cgil Susanna Camusso: "Nella stagione degli anni Novanta l'obiettivo era quello di ridurre l'inflazione, ora il problema è far crescere l'economia attraverso la produttività e con il contributo diretto e decentrato delle parti sociali". Alla Cgil il premier ha detto anche che il Governo "auspica vivamente che l'intesa sia sottoscritta anche dalla Cgil". Una firma quella della Cgil che, Monti ha spiegato, di "desiderare molto" anche se il governo "è molto confortato dalla valutazione che tutte le organizzazioni tranne una, certamente rilevante, importante e di grande tradizione, abbiano manifestato un accordo convinto dopo un lavoro intenso", ha spiegato ancora. La firma della Cgil avrebbe dunque "un notevole significato non però dal punto di vista operativo dell'accordo".

Ma Susanna Camusso ha ribadito le perplessità del sindacato sul testo dell'accordo: "E' stata scelta una strada sbagliata per cui il contratto nazionale non tutelerà più il potere d'acquisto dei lavoratori", avrebbe detto, chiedendo come verrà finanziato il II livello per 16 milioni di lavoratori del settore privato.
"Nell'accordo ci sono cose molto concrete - ha detto invece il ministro per lo Sviluppo Economico, Corrado Passera, secondo quanto si apprende, alle parti sociali -. Ci ritroviamo molto nei principi e negli stimoli dati dagli accordi di II livello".
"E' un appuntamento importante - ha detto il leader Cisl, Raffaele Bonanni - perché siamo riusciti a definire quello che serve a ridare slancio ad un'idea in un momento difficile del Paese". "E' un accordo che darà forza ai salari" ha concluso Bonanni. [Adnkronos/Ign]

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22 novembre 2012
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