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Le passeggiate al Campo di Marte

Gli ultimi 1000 giorni di François Mitterrand secondo 'il comunista di Marsiglia' Robert Guédiguian

11 marzo 2005






Noi vi segnaliamo
LE PASSEGGIATE AL CAMPO DI MARTE
di Robert Guédiguian

Lo si potrebbe definire un biopic. Molto, molto diverso dai tanti che sono usciti negli ultimi mesi. Il protagonista è il Presidente François Mitterand, "l'uomo che ha rappresentato concretamente l'idea del socialismo in Francia e in Europa proprio nel momento in cui il socialismo entrava in crisi in tutto il mondo".
Il regista è 'il comunista di Marsiglia' Robert Guédiguian, che ne ritrae, in modo molto personale, gli ultimi anni.
La storia della fine di un regno e di una vita, la storia di un giovane in cerca di certezze e di un anziano spaventato dalla morte.
Gli ultimi giorni di François Mitterrand visti attraverso gli occhi di un giovane giornalista entusiasta che spera di poter trarre lezioni di vita da un campione del socialismo. Il Presidente però, come un monarca assoluto arrivato alla fine di un lungo cammino, sembra essere ricco solo di dubbi e il socialismo stesso sembra essere in punto di morte.
Dal libro ''Le dernier Mitterand'' di Benamou.


Distribuzione Bim
Durata 117'
Regia Robert Guédiguian
Con Michel Bouquet, Jalil Lespert, Philippe Fretun
Genere Drammatico


La critica

"Il francese 'Le promeneur du Champ de Mars' vanta la sublime immedesimazione del veterano Michel Bouquet nel ruolo del Presidente Francois Mitterrand giunto all'ultimo biennio della propria vita. Trasponendo il libro di G.-M. Benamou che ha suscitato un aspro dibattito in patria, il regista marsigliese d'estrema sinistra Robert Guédiguian ha però calcato la mano sulla vocazione, per così dire, berlingueriana del leader socialista, relegando ai margini del film le contraddizioni, i dilemmi e gli errori che ne segnarono la storica leadership. Il faccia a faccia tra il coltissimo e astuto moribondo e il giornalista idealista chiamato a registrarne la biografia finisce con lo sciupare, così, un'ampia quota della sua sottile complessità drammaturgica."
Valerio Caprara, 'Il Mattino', 15 febbraio 2005


Robert Guédiguian, gli ultimi mille giorni di Mitterand
Autore di grandi, intense e divertenti pellicole di impegno sociale, come 'Marie-Jo e i suoi due amori' o 'A l'attaque!', Robert Guédiguian, regista comunista - come si definisce lui stesso da sempre - torna con un film di cui si è parlato molto, in Francia ma non solo. E' 'Le passeggiate al Campo di Marte' (nelle sale da venerdì11), film che racconta gli ultimi mille giorni di vita del presidente socialista François Mitterand, attraverso una serie di incontri di quest'ultimo con un giovane giornalista. Tratto da un romanzo di successo, il film è anche l'occasione per esplorare gli aspetti meno noti e più segreti di questa grande figura della storia recente.

L'intervista di Arianna Finos
Perché ha scelto di fare un film sugli ultimi mille giorni della vita di François Mitterand ?
''Ci sono due aspetti che mi hanno interessato molto, il primo è la figura del re in senso teatrale, cioè colui che incarna il potere. Un tema che interessa il pubblico da sempre, dall'epoca dei greci e dei romani e poi attraverso Shakespeare, i classici francesi. Mi sono chiesto come mai i personaggi di potere interessino tanto il pubblico e penso che la risposta sia perché il loro potere non li protegge dalla tragedia, dalle sofferenze amorose, dai problemi di eredità e, naturalmente, non li protegge dalla malattia, dal dolore e dalla morte. Il secondo motivo che mi ha portato a fare un film su questo vecchio re socialista è che mi dava l'occasione di ripresentare il tema del socialismo. Perché Mitterand ha incarnato la possibilità del socialismo in occidente? Perché il socialismo non si è affermato in Italia, in Francia, né altrove compresi i paesi sovietici? Perché ovunque ha vinto il capitalismo? E' una domanda che mi faccio ancora oggi e ci continueremo a fare finché non avremo un mondo migliore, più equilibrato, dove le ricchezze saranno condivise''.

Perché questo film ha generato discussioni e polemiche? C'è chi lo ha amato molto, come la figlia di Mitterand, e chi invece, come alcuni esponenti del partito, lo ha attaccato.
''Io ne sono soddisfatto perché il film pone la questione che a me interessava, cioè la politica come teoria, come riflessione, come filosofia, come una delle grandi pratiche dell'attività umana. E' vero che ci sono state delle polemiche, in senso negativo e positivo, delle polemiche che scaturiscono dal fatto che alcuni pensano che la politica non possa sganciarsi dai fatti, che debba sempre aver a che fare con la realtà concreta, con la vita quotidiana. Io penso che la politica abbia più a che fare con la storia e quindi il film ha sicuramente una dimensione astratta. Alcuni mi hanno accusato del fatto che Mitterand aveva fatto delle grandi cose e io di quelle cose non parlo e altri invece che Mitterand ha fatto anche cose non belle e di quelle io non parlo. Ma il film non voleva parlare della politica attraverso i fatti, ma piuttosto in maniera allegorica, storica, teorica. E' vero che io ho fatto un lavoro di astrazione sull'esercizio del potere, sulla conquista del potere da parte di Mitterand''.

Mitterand nel film dice: io sono l'ultimo dei grandi personaggi politici alla de Gaulle, dopo di me ci saranno solo tecnocrati. E' una frase che dalla Francia possiamo allargare all'Europa?
''Credo di sì. Mitterand sembra poco modesto in questa frase ma in realtà lui era semplicemente lucido e intelligente. Il potere politico ha perso e continua a perdere nella nuova Europa rispetto allo sviluppo economico mondiale. La politica non può più avere grandi figure, abbiamo solo più finanzieri, contabili, gestionali. Ci siamo molto allontanati dall'idea della politica come una delle più importanti attività umane, una delle più nobili''.

Il film racconta anche il lato non politico di Mitterand, la passione per la letteratura, i giudizi sulle donne. Da quali aspetti non politici della sua personalità è stato maggiormente attratto?
''Per me è la parola 'libertà' quella che meglio lo descrive. Mitterand era un uomo libero e indipendente, la storia di una persona intelligente che ha dominato la sua vita e la sua morte e anche la sua sofferenza, rimanendo sempre lucido. Ha riassunto le caratteristiche dell'umanità. Ha guardato la morte in faccia e l'ha sfidata, come Don Giovanni, questo atteggiamento rispetto alla morte io lo trovo veramente ammirevole, una prova di grande vitalità, di anticonformismo, frutto di una posizione libera e indipendente.

Fonte: Kataweb Cinema

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11 marzo 2005
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