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Le persone in fuga dall'Iraq sono in continuo aumento. L'Unhcr lancia l'allarme alla comunità internazionale

08 ottobre 2007

Le nuove restrizioni sui visti per gli iracheni che vorrebbero fare ingresso in Siria in vigore da lunedì 1° ottobre, hanno fatto sì che gli unici iracheni che hanno potuto varcare il confine sono stati quelli in possesso di visti per motivi commerciali, scientifici ed educativi o legati ai trasporti. Questa la notizia diffusa dall'Unhcr.
Gli iracheni sono costretti, per poter far domanda per un visto, a recarsi presso l'Ambasciata siriana nel quartiere di Al Mansour di Baghdad. Stando ai resoconti dei rifugiati, il quartiere di Al Mansour è teatro di violenze quotidiane e non è un luogo dove dovrebbero radunarsi gruppi consistenti di persone. L'Unhcr ha ricevuto conferme riguardo al fatto che i tempi d'attesa per i visti sono di due settimane. Ad oggi i visti vengono concessi esclusivamente alle persone che fanno domanda per motivi commerciali, scientifici ed educativi o legati ai trasporti. In molti casi è necessario un invito in Siria da parte di un'organizzazione siriana (ad esempio la Camera di Commercio siriana) che funga da sponsor. L'Unhcr fa appello alle autorità siriane affinché vengano concessi anche visti ''umanitari'' per gli iracheni in fuga dalle persecuzioni nel proprio paese.

Dal primo ottobre gli operatori dell'Agenzia a Damasco hanno fornito informazioni alle centinaia di iracheni residenti in Siria che hanno visitato l'ufficio Unhcr in loco o hanno chiamato il numero verde dell'organizazione per chiedere delucidazioni sul proprio status giuridico. Il numero di telefonate al numero verde è raddoppiato nel corso dell'ultimo anno.
Dagli incontri dell'Unhcr con funzionari governativi siriani emerge che i rifugiati iracheni attualmente residenti in Siria non saranno rimpatriati forzosamente in Iraq. Al momento il motivo di più forte preoccupazione per i rifugiati iracheni è accertare cosa devono fare quando scadranno i loro visti. In passato era sufficiente recarsi al confine siriano per rinnovare il visto per tre mesi. L'Alto Commissariato per i Rifugiati spera che la Siria possa istituire dei centri all'interno del paese deputati al rinnovo dei visti dei rifugiati.
Il governo siriano ha più volte ribadito come le restrizioni sui visti siano state imposte a causa dell'enorme pressione subita dal paese nell'accogliere più di 1,4 milioni di rifugiati iracheni. L'Unhcr continua a fare appello alla comunità internazionale affinché gli stati aumentino il sostegno bilaterale alla Siria per permettere al paese mediorientale di continuare ad assistere i rifugiati iracheni che ospita e, in futuro, di poter offrire rifugio agli iracheni che avranno bisogno di fuggire dal proprio paese.

Vi sono stati nuovi sviluppi intanto per quanto riguarda i palestinesi bloccati nei campi di fortuna al confine tra l'Iraq, da una parte, e la Giordania e la Siria, dall'altra. Giovedì 4 ottobre un secondo gruppo di rifugiati palestinesi provenienti dal campo di Riwayshed, in Giordania, sono partiti alla volta del Brasile, dove beneficeranno di un programma di reinsediamento. Trentasei palestinesi hanno lasciato il campo nel deserto giordano, mentre ne rimangono ancora trentasette, che partiranno prima della fine di ottobre. I rifugiati, bloccati nel campo in condizioni estremamente dure per quattro anni e mezzo, erano visibilmente sollevati mentre salutavano gli altri palestinesi che rimarranno ancora qualche settimana a Riwayshed e, come loro, sono fuggiti dalla violenza crescente in Iraq. Tutti e 108 i palestinesi accampati a Riwayshed e che beneficeranno del programma di reinsediamento in Brasile vivranno nelle regioni di Sao Paulo e di Rio Grande do Sul, dove riceveranno alloggi in comodato d'uso, mobili ed assistenza materiale. I curricula dei rifugiati sono attualmente al vaglio delle autorità brasiliane in modo da poter offrire opportunità lavorative a tutto il gruppo. Verranno inoltre tenuti corsi di lingua portoghese.
L'Unhcr esprime grande apprezzamento per l'offerta di reinsediamento umanitario del governo brasiliano.
Più di 1.750 palestinesi sono tuttora bloccati nei campi di confine di Al Waleed e di Al Tanf e la loro situazione rimane estremamente difficile. L'Agenzia continua ad appellarsi alla comunità internazionale affinché si trovino soluzioni umanitarie urgenti per questi rifugiati.

Fonte: Agenzia Internazionale Stampa Estero del 5 ottobre 2007

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08 ottobre 2007
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