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Le "propalazioni ideologiche" di Berlusconi

Sottrarre i figli agli insegnanti di sinistra, sottrarre la giustizia ai giudici eversivi...

18 aprile 2011

La "prima propalazione ideologica" è arrivata da Padova, nel messaggio inviato al convegno promosso dall'Associazione Internazionale delle Mamme. Silvio Berlusconi ha elencato tutti i provvedimenti promossi dal suo governo in favore della famiglia e ha ricordato, tra le altre cose, "il bonus per la scuola privata" perché, ha spiegato, "i genitori possano scegliere liberamente quale educazione dare ai loro figli, e sottrarli a quegli insegnanti di sinistra che nella scuola pubblica inculcano ideologie e valori diversi da quelli della famiglia".
"Mamma vuol dire amore e vita - ha ricordato il premier -. E noi, proprio perché vantiamo una cultura che predilige l'amore e rifiuta l'invidia e l'odio, cerchiamo di essere un governo amico delle donne, soprattutto delle mamme. Credo davvero che nessun governo abbia fatto tanti provvedimenti in favore quanto il nostro". "Abbiamo tutelato la famiglia con il bonus bebè, il piano casa, gli affitti agevolati per le giovani coppia, le riduzione dei costi scolastici e il bonus per la scuola privata", ha detto Berlusconi.
E ancora il presidente del Consiglio ha ricordato che "abbiamo fatto leggi che puniscono severamente la violenza sessuale, abbiamo introdotto il reato di stalking contro gli 'atti persecutori' contro le donne".
Insomma, un governo vicino alle famiglie e amico delle mamme e delle donne...

Da Padova a Roma, e più precisamente dal primo meeting dell'associazione Pdl-Al servizio degli italiani, sempre sabato è arrivata la "seconda popalazione ideologica"... "La magistratura è in campo per cambiare il voto italiano", e "questo in termini crudi si chiama eversione". "Le toghe - ha rimarcato il premier - sono permeate dall'ideologia della sinistra". "Sono 17 anni che la magistratura tenta di farmi fuori, considerandomi un ostacolo. Ma io sono ancora qui - ha detto Berlusconi - e ci sarò finché sarà necessario per difendere la libertà degli italiani. Nonostante tutti i processi non sono mai stato condannato". Poi è tornato a sottolineare "l'opportunità di una commissione di inchiesta per accertare se c'è una associazione a delinquere a fini eversivi nella magistratura".
Nel 1993, ha ricordato Berlusconi, i magistrati "hanno fatto fuori i 5 partiti che, pur con qualche errore, avevano governato l'Italia per cinquant'anni, consentendo agli italiani di raggiungere il benessere nella democrazia e nella libertà. Nel '93 hanno fatto fuori la democrazia cristiana, il partito socialista, il partito socialdemocratico, il partito liberale e il partito repubblicano, impedendogli di presentarsi alle elezioni con il loro simbolo. Poi hanno fatto fuori un leader votato dagli italiani che si chiamava Bettino Craxi, accusandolo di tutto e di più, e anche di aver usato la politica per arricchirsi", ma "alla sua morte si è dimostrato pubblicamente che non aveva lasciato nulla di nulla alla sua famiglia e ai suoi figli". "Non possiamo continuare a permettere che la sovranità appartenga ai pm eversivi della sinistra", ha ribadito aggiungendo: "Dobbiamo andare a votare per cambiare questo sistema".

Con queste premesse, Berlusconi quindi ha spiegato: "Cosa deve fare un presidente del Consiglio? Deve difendere l'interesse del suo Paese in politica estera e per questo deve essere tutelato per il suo tempo e le sue attività e non può essere distratto per delle bazzecole magari risalenti a 15 anni prima".
Il presidente del Consiglio ha ricordato che "il governo ha fatto tre leggi: il lodo Schifani, il Lodo Alfano e il legittimo impedimento. Tutte approvate con tempi lunghissimi dal Parlamento ma che la Corte Costituzionale, non voglio dare un giudizio, ha abrogato".
Non è mancato anche un accenno anche al dibattito sulle intercettazioni: "In uno Stato che si definisce democratico i cittadini non possono sentirsi spiati quando alzano il telefono e poi vedere le loro conversazioni sui giornali" riferite "in modo distorto. E' una cosa inaccettabile, perché la privacy va sempre tutelata".
Il Cavaliere si è poi detto sicuro di vincere "le prossime amministrative del 15 e 16 maggio". Ma per continuare a vincere, rimarca, "abbiamo bisogno di forze e maggiore entusiasmo. Vogliamo spalancare le porte del Pdl agli italiani che vogliono partecipare", per cambiare l'Italia.
Infine, il Cavaliere si è lasciato andare a una battuta quando qualcuno, dalla platea, gli ha urlato "sei bello": "In tutti noi c'è un 25% di omosessualità. Ce l'ho anch'io. Solo che dopo un approfondito esame, ho scoperto che la mia omosessualità è... lesbica". fatta la prima battuta, Berlusconi ci ha preso gusto ed è tornato così sull'appellativo di 'nano' che gli arriva da chi lo critica: "Non è che sono basso, è che il più basso degli uomini della mia scorta è alto 1,95. E questo nelle foto va a mio detrimento".

Ieri, da Milano, "terza propalazione ideologica" da una manifestazione elettorale in sostegno al sindaco Letizia Moratti. Berlusconi si è presentato come un fiume in piena. E punta il dito contro il presidente della Camera, Gianfranco Fini, reo a suo dire di aver siglato "un patto" con i pm. "Ma non mi faranno fuori", ha detto il presidente del Consiglio, che dopo la sortita a Roma ha alzato ancora di più il livello della tensione. Dopo aver ribadito la ferrea volontà di non mollare, di andare avanti, e aver lanciato l'ennesimo attacco alle "cellule rosse" presenti nella magistratura, è partito l'affondo contro il presidente della Camera che, secondo Berlusconi, in accordo con alcuni giudici avrebbe stoppato ogni provvedimento sulla giustizia.
Berlusconi è tornato su quanto detto il giorno prima: guerra alla "magistratura politicizzata" che insieme all'opposizione "tenta e tenterà ancora l'eversione". Nella schiera dei nemici, dunque, Gianfranco Fini. L'accusa di aver siglato un patto con i giudici il premier l'aveva già tirata in ballo in altre occasioni, ieri però ha fornito i dettagli. Berlusconi ha detto di "aver saputo tutto da un magistrato" che lo ha "informato dell'accordo" siglato dal presidente della Camera.
Ma il presidente della Camera non è l'unico bersaglio. Nella "lista nera" del presidente del Consiglio ci sono i giornali e i programmi tv come Annozero e Ballarò, che lo "azzannano continuamente". Così come l'opposizione che "cerca di dare una spallata al governo". Ma l'affondo più duro è sempre per i pubblici ministeri, in particolare quelli della procura di Milano: "Le accuse su cui si basano i miei processi e sostenute dalla cellula rossa dei pm sono assolutamente infondate, l'ho giurato sulla testa dei miei cinque figli e sui miei nipoti", è l'attacco del Cavaliere che ha rilanciato ancora una volta la riforma della giustizia insieme a quella della legge sulle intercettazioni.
Infine, il solito momento scherzoso: "Quelli che dicono che io sono l'uomo più potente d'Italia dicono una bugia. A meno che non si riferiscano ad altre potenze...". E rivolto alla platea: "Tutto ciò che vi passa per la mente corrisponde al vero".

Il presidente della Camera e leader di Fli, ha respinto con sdegno tutte le accuse lanciate da Berlusconi: "L'escalation di quotidiane menzogne di Berlusconi non è più tollerabile", ha attaccato Fini e ha invitato il Cavaliere a provare con i fatti le sue parole accusandolo di "non sapere cosa sia la parola vergogna". "Lo sfido a dimostrare quel che dice - ha aggiunto Fini - faccia il nome del magistrato che gli avrebbe confidato del 'patto' (con la magistratura, ndr) e fornisca le prove a sostegno delle sue parole. Se non risponderà, cosa di cui sono certo, gli italiani avranno la prova che non sa cosa significhi la parola vergogna".
E se Fini ha risposto definendo le parole del premier come "un'escalation intollerabile di menzogne", l'Associazione nazionale magistrati non è stata a guardare. ''Non esistono parole e aggettivi nuovi per esprimere lo sconcerto e lo sdegno di fronte a queste affermazioni. Il nostro patto è solo con la legge", ha detto il presidente Luca Palamara. E la delegittimazione delle magistratura, per gli effetti che può avere nei processi che si celebrano quotidianamente, può portare alla "messa in pericolo seria della democrazia", ha aggiunto. Ieri nel primo pomeriggio, ospite di Lucia Annunziata nel programma di RaiTre 'In mezzora', era stato Giuseppe Cascini, il segretario dell'Anm a parlare di "scempio delle istituzioni": "E l'anomalia più grave è che chi ha responsabilità istituzionali nello schieramento della maggioranza
non si ribelli, non abbia la sensibilità di dire 'oltre questo limite non si può andare'"
. Parole che hanno tre destinatari precisi: i ministri della Giustizia, degli Interni e degli Esteri.

Gli attacchi di Silvio Berlusconi hanno fatto infuriare anche l'opposizione. Dal Pd la capogruppo al Senato Anna Finocchiaro ha sottolineato come "a dispetto del buon senso e delle raccomandazioni del Presidente della Repubblica che non più tardi di alcuni giorni fa ha invitato al Quirinale tutti i gruppi parlamentari proprio per richiamare a un confronto improntato a maggiore serietà e sobrietà tutte le forze politiche, Berlusconi continua con il suo delirio irresponsabile, oggi contro la magistratura, la Consulta, la scuola pubblica. A questo punto - ha attaccato Finocchiaro - mi pare che l'unico vero eversivo sia lui".
Durissimo anche il vicepresidente di Futuro e Libertà, Italo Bocchino che ha parlato di "deriva pericolosa per la tenuta del sistema politico e delle istituzioni". Per il numero due di Fli "parlare della magistratura come di un'associazione a delinquere è folle e dire che i processi sono azioni eversive è pericoloso per la democrazia. Adesso è chiaro che il vero eversore è Berlusconi, che vorrebbe cancellare il ruolo costituzionale della magistratura, colpendo a morte la difesa della legalità".
"A questo punto - auspica dal canto suo il leader di Idv Antonio Di Pietro - mi auguro che intervenga il presidente della Repubblica prima che si passi dalla farsa berlusconiana alla tragedia mussoliniana".

Secondo Walter Veltroni: "Berlusconi è uno dei problemi italiani, anzi oggi è 'il' problema italiano". "Berlusconi - ha spiegato l'ex segretario del Pd - è un tappo alla vita politica e al discorso pubblico in Italia, da 15 anni Berlusconi impedisce che il paese recuperi una dialettica normale. Berlusconi e il berlusconismo hanno ibernato e paralizzato la vita pubblica italiana". "Serve restituire il senso della speranza al paese. Un paese che invece è arroccato e chiuso, preda del 'localismo' dal quale possono derivare conseguenze nefaste".
C'è il rischio di derive autoritarie in Italia, ha aggiunto con preoccupazione Veltroni: "Il problema vero, reale di una democrazia del nuovo millennio, è un problema che noi dobbiamo assumere su noi stessi, per evitare che altri assumano il problema per dargli la risposta più facile e più pericolosa". "Per le esperienze più tragiche del Novecento è andata così: un problema al quale è stata data la risposta più facile", ha rimarcato.
Il paese, ha sottolineato ancora, è "dominato dalla paura" e da questa c'è il rischio che nascano "arroccamenti autoritari". "Quando si slitta verso un abisso - ha avvertito Veltroni - non ci si accorge, perché non succede da un giorno all'altro, ma un po' alla volta. Scendendo gradino dopo gradino si fa fatica a mantenere la capacità di indignazione".
Da qui l'affondo a Berlusconi: "Il presidente del Consiglio ha detto cose sui magistrati che nessuno può dire, nessuno può dire 'magistrati eversivi'", ha insistito con un riferimento ai manifesti anti procura apparsi a Milano: "Le Brigate rosse, come la mafia e la camorra, i magistrati li uccidono", ha ricordato l'ex segretario del Pd. "Berlusconi non può dire le cose che ha detto sulla scuola, Berlusconi delegittima il lavoro dei magistrati e il lavoro degli insegnanti", ha aggiunto. "Siamo in una situazione molto pericolosa perché il paese - ha ammonito Veltroni - è fermo economicamente, la crescita zero, la spesa pubblica che aumenta, il debito pubblico che aumenta, una precarizzazione estrema della condizione di lavoro di milioni e milioni, non più di giovani, ma di intere generazioni. Una situazione che vede un dilagare della corruzione e della criminalità: altro che '92 è molto peggio". "La corruzione e la criminalità sta investendo molta parte del paese, con poteri criminali che occupano economie in molte parti del paese e che condizionano il ceto politico con una forza e una prepotenza che creano un problema gigantesco".
E il paese si è trasformato, ha perso la tradizionale fama di accoglienza: "C'è un localismo esasperato che finirà per decretare l'esito di una società violenta, perché la conclusione dell'indiviualismo esasperato non può che essere il conflitto e la violenza. E allora dobbiamo condurre una grande campagna fondata sulla speranza, restituire a un pase dominato dalla paura il senso della speranza. La paura - ha concluso  Veltroni - determina arroccamenti che possono diventare arroccamenti autoritari".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Repubblica.it, Corriere.it]

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18 aprile 2011
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