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Le proposte per Termini Imerese

Sul tavolo tecnico che si è tenuto al Ministero dello Sviluppo Economico 16 le proposte per il futuro di Termini

06 marzo 2010

Il Ministero dello Sviluppo Economico ha ricevuto 16 proposte per lo stabilimento della Fiat di Termini Imerese. Inizialmente erano 18 proposte ma il ministero, attraverso l'advisor Invitalia (già Sviluppo Italia), ha proceduto a una prima scrematura: cinque sono state scartate (due in origine, le altre in corso d'esame), ne rimangono nove e tra queste al momento sono due quelle che vengono ritenute più concrete in quanto corredate da documentazione richiesta da Invitalia. Anche chi ha presentato le altre sette proposte ha consegnato parte della documentazione richiesta da Invitalia che tuttavia è in attesa di altri dettagli per procedere con le valutazioni.
Il ministero, dunque, indirà entro la fine di marzo un bando di gara internazionale per Termini Imerese: per quella data dovranno essere presentate le offerte delle aziende interessate a rilevare lo stabilimento per il quale la Fiat ha annunciato la fine della produzione auto entro il 2011.

Questo, in estrema sintesi, è quanto trapelato dal tavolo tecnico che si è tenuto ieri, venerdì 5 marzo, tra governo, sindacati ed azienda, riuniti al ministero.
Attorno al tavolo erano presenti il responsabile della task force ministeriale per le imprese in crisi Giampietro Castano e il direttore generale Andrea Bianchi; per la Fiat erano presenti i responsabili delle Relazioni industriali e istituzionali, Paolo Rebaudengo e Ernesto Auci; per le organizzazioni sindacali c’erano i segretari generali della Fiom Gianni Rinaldini, della Fim Giuseppe Farina, della Uilm Rocco Palombella, della Fismic Roberto Di Maulo e per l'Ugl il segretario nazionale Giovanni Centrella. La Regione siciliana era presente con l'assessore all’Industria Marco Venturi.
Presente anche l'amministratore delegato di Invitalia, Domenico Arcuri. Ed è stato proprio quest'ultimo che nel corso della riunione ha riferito sulle possibili ipotesi progettuali pervenute per la reindustrializzazione dell’area produttiva di Termini Imerese. Sulla base di una metodologia di analisi e di valutazione, sono stati predisposti format di approfondimento e avviati colloqui con quanti hanno preso contatto con il Ministero dello Sviluppo Economico, con l’obiettivo di verificare l’efficacia e la cantierabilità di dettaglio delle proposte di interesse sinora presentate.

Per quanto riguarda i settori relativi alle 16 proposte originarie, 7 riguardano l'automotive, 4 la ricerca sempre nel settore auto, 3 il comparto manifatturiero, una il ramo energia e una i media. Tra le proposte sull'automotive sono quattro quelle corredate da maggiore documentazione.
Il governo e Invitalia non hanno ancora redatto alcuna short-list per le proposte di riconversione per Termini Imerese e stanno ancora raccogliendo manifestazioni di interesse.
E' stato invece confermato l'impegno pubblico in difesa del polo siciliano: la Regione Sicilia stanzierà 350 milioni di euro ed altri 100 milioni di euro arriveranno dal ministero dello Sviluppo economico. "Il percorso intrapreso dal governo nazionale con questo tavolo va nella giusta direzione. La Regione Siciliana - ha detto l’assessore Venturi al termine dell’incontro - ha mantenuto la parola presa e ha ribadito l'impegno a investire 350 milioni per realizzare infrastrutture nell'area dello stabilimento Fiat a Termini Imerese. Vorremo a questo punto capire cosa invece vuole e può fare Fiat e soprattutto cosa voglia dire quanto afferma che è disponibile a mettere a disposizione lo stabilimento e gli opifici. Noi ribadiamo che a Termini occorre rilanciare il polo industriale automobilistico per non disperdere l'altissima professionalità dei lavoratori che operano al momento per la Fiat. E' dunque fondamentale la tempistica delle scelte e certamente sarei per limitare queste al solo settore automotive". "Resta comunque positivo che siano arrivate diverse proposte - ha concluso Venturi - anche da settori che non si occupano della produzione di automobili. Prendiamo atto che la Sicilia continua ad attrarre investimenti, nonostante Fiat e i problemi legati alla crisi economica e ad una certa lentezza della macchina burocratica siciliana che certo non invoglia le imprese".

I sindacati, dal canto loro, hanno sollevato qualche perplessità sul fatto che l'ipotetico allargamento delle offerte ottenuto con il bando internazionale arriverebbe comunque prima della presentazione del piano industriale che la Fiat ha annunciato per il 21 aprile. Piano di cui, secondo i sindacati, si dovrà comunque tener conto.
Quanto alle offerte già viste, secondo i sindacati quelle realmente "concrete" sarebbero nove, quattro delle quali relative al settore auto. In tal senso si sono espressi, al termine dell'incontro, il segretario generale della Fiom, Gianni Rinaldini, e il segretario nazionale della Fim, Bruno Vitali.
Per la Fiom la presenza della Fiat a Termini Imerese è una "vicenda non ancora conclusa": per questo, "se alla presentazione del piano industriale del gruppo, non saranno state ancora individuate soluzioni fattibili per Termini, noi non aspetteremo la fine del 2011 per decidere le forme di lotta più opportune" ha detto il segretario generale, Gianni Rinaldini.
Le segreterie nazionali dei metalmeccanici si riuniranno il 18 marzo per valutare lo stato dell'arte delle proposte di riconversione per lo stabilimento di Termini Imerese. "Uno sciopero sarà difficile - hanno spiegato - perchè i lavoratori sono in cig, ma valuteremo qualsiasi iniziativa di mobilitazione".
Il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, parlando della situazione del sito siciliano della Fiat ha detto: "Tutto quello che si aggiunge mi piace, quello che sostituisce non mi piace. Va bene auto più turismo, o ancora auto più Ikea. Ma se si rinunciasse all'auto a Termini Imerese, lavoro per 3.000 persone non si riuscirebbe più ad averlo". Epifani ha poi aggiunto: "ci stiamo muovendo in un mercato molto difficile, reso ancora più difficile dalla crisi. Il problema in Italia è che noi vendiamo tre volte le macchine che produciamo, questo rapporto c'è solo da noi, non c'è da nessun'altra parte". La situazione di oggi per Epifani ha "ragioni storiche: la Fiat e i governi non hanno fatto entrare altri produttori, per cui se si decide di produrre fuori non si ha il contraltare di altri produttori che vengono". E ha aggiunto: "se si chiude già quel poco che c'è in Italia a livello di produzione si allarga ancora di più questa sproporzione. Ecco perchè siamo così attenti a Termini Imerese".
Sull'impegno della Fiat anche il segretario della Uilm, Rocco Palombella, sottolinea la necessità di aspettare il 21 aprile quando si conoscerà il piano industriale del Gruppo: "allo stato, pur conoscendo le determinazioni di chiusura entro il 2011, non mi sentirei di escludere una presenza Fiat rispetto a risorse e sinergie che si potrebbero liberare con il piano". "La vertenza è ancora in salita" sintetizza il segretario confederale della Cisl, Luigi Sbarra, anche lui convinto che Fiat non possa "abbandonare il sito e debba sostenere le ipotesi di rilancio".
Anche l'Ugl, dice, Giovanni Centrella, giudica le risposte al tavolo "ampiamente deludenti" e sottolinea il rischio "di far apparire inutili gli incontri al ministero (il prossimo è per il 13 aprile) esasperando i lavoratori". I quali, spiega il segretario della Fiom di Termini, Roberto Mastrosimone, attendono ancora di sapere se Fiat manterrà la Lancia Ypsilon a Termini fino 2011 o se intanto trasferirà la produzione o parte di essa in Polonia.

[Informazioni tratte da Repubblica.it, La Siciliaweb.it, ANSA, Adnkronos/Ing]

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06 marzo 2010
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