Le reazioni della gente all'operazione censimento
"Buongiorno, senta, sono qui per darle i moduli del censimento".
"No, grazie, non mi serve niente".
I rilevatori che in questi giorni stanno distribuendo in giro per la Sicilia - nei paesi e nelle città (dunque anche nelle periferie più disagiate) - migliaia di moduli messi a punto dall'Istat per il censimento degli italiani si sono sentiti rispondere anche così.
Ma basta fare subito un po' di chiarezza, e la diffidenza diventa cortesia e, al limite, anche un "si accomodi, signorina, che le preparo un caffè, … chissà che fatica dovere distribuire tutte queste carte, sa… ora che ci penso, anche la figlia di mia cugina ha preso questo lavoro …" e così via.
Alla fine, lavorare nelle zone cosiddette a rischio si rivela più agevole del previsto, ed anche umanamente più piacevole.
La gente nella maggior parte dei casi è gentile e disponibile - dicono molti dei rilevatori incaricati dall'Istat - anche perché attraverso la televisione hanno saputo che eravamo in giro.
Tutti accettano il modulo e congedano l'incaricato Istat ringraziando, spesso senza neanche chieder garanzie sul rispetto della privacy.
Argomento invece molto gettonato nei cosiddetti quartieri-bene.
La gente qui chiede chi leggerà i risultati, in che modo saranno diffusi e se è garantito l'anonimato.
Che i ricchi abbiano più cose da nascondere dei poveri?