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Le regole di don Raffaè

E' cominciato il conto alla rovescia per mettere in piedi un nuovo Governo Siciliano

26 maggio 2009



AGGIORNAMENTO
Revoca deleghe, restano solo due assessori - Il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, ha accolto le dimissioni di cinque assessori regionali ed ha provveduto a revocare le deleghe ai non dimissionari. Soltanto in due rimangono al loro posto, con la medesima delega: Giovanni Ilarda (Presidenza) e Massimo Russo (Sanità).
I dimissionari sono: Giambattista Bufardeci (Turismo), Michele Cimino (Bilancio), Roberto Di Mauro (Cooperazione), Luigi Gentile (Lavori pubblici), Giuseppe Sorbello (Territorio). Con provvedimento presidenziale è stata revocata la delega, ad Antonello Antinoro (Beni culturali), Pippo Gianni (Industria), Carmelo Incardona (Lavoro), Giovanni La Via (Agricoltura) e Francesco Scoma (Famiglia).

Basta! Si ricomincia tutto daccapo! Questa casa va rasa al suolo e ricostruita! Non si poteva più andare avanti così!...
L'ultima "bombazza" era stata lanciata pochi giorni fa dal Presidente dell'Assemblea regionale siciliana, Francesco Cascio, che aveva annunciato a gran voce: "Quello di Raffaele Lombardo è il peggiore governo degli ultimi quindici anni". Appena ventiquattro ore dopo, il Governatore siciliano aveva commissariato in gran sordina l'Iacp (Istituto autonomo case popolari), retto proprio da un uomo vicino a Cascio e piazzandone un altro a sorpresa. Cascio, dalle pagine dei giornali, aveva tuonato: "Mi rivolgerò alla Procura e denuncerò il Presidente!". "Faccia pure, se vuole. Anzi perché non raccoglie le firme e mi fa cacciare via?" aveva risposto Lombardo.
Insomma, che l'aria alla Regione siciliana fosse a dir poco pesante, oramai lo avevano capito pure le cartacce dentro i contenitori di piazza Indipendenza. Una guerra prima sotterranea e poi sempre più virulenta, che ha visto contropposti, da un lato il Presidente Raffaele Lombardo, leader dell'Mpa e dall'altro alcuni pezzi del Pdl, con a capo il neo coordinatore regionale della coalzione in Sicilia, Giuseppe Castiglione e il Presidente dell'Ars, Francesco Cascio. Una guerra sfociata ieri con l'annuncio, assolutamente inatteso, dall'azzeramento della Giunta regionale che ha spiazzato tutti.
Un fulmine a ciel sereno...

Ieri poco prima di mezzogiorno, infatti, il Governatore ha convocato una conferenza stampa d'urgenza a cui si sono presentati non solo i giornalisti parlamentari, ma anche addetti stampa di esponenti politici, tra cui del Pd, dell'Udc e anche di un pezzo del Pdl. Era presente persino un deputato regionale del Pdl, Franco Mineo. Tutti seduti in prima fila per ascoltare con impazienza l'annuncio del Governatore. Lombardo inizia a parlare, quasi sussurrante, I suoi occhi sfuggevoli vanno a destra e a sinistra senza gurdare veramente nessuno. Seduto sulla sua sedia bianca con al polso il solito braccialetto rosso dedicato a San Sebastiano, don Raffaè comincia: "Il Governo che ho avuto l'onore di presiedere...". I presenti, notando l'uso del passato, capiscono immediatamente che il Governatore sta per sganciare la bomba...
Così dopo qualche minuto, senza usare il verbo 'azzerare', Lombardo ha preferito ricorrere alla metafora: "Non c'è dubbio che questa casa va rasa al suolo e ricostruita...". Cala il silenzio nella sala del secondo piano di Palazzo d'Orleans. Lombardo continua: "Basta un colpo di vento e la costruzione va giù, e allora invece della manutenzione straordinaria preferisco che la costruzione si abbatta". Subito aggiunge che non ci sarà alcuna vacatio e che la prossima giunta sarà creata "entro le prossime 48 ore", ma questa volta "senza assessori che tentano di sabotare".
Il nuovo Esecutivo sarà composto da tecnici e politici e, con ogni probabilità, tornera' a sedere sulla poltrona di assessore alla Sanità l'ex pm antimafia Massimo Russo, autore della riforma della Sanità in Sicilia approvata solo di recente dopo numerose polemiche tutte interne alla maggioranza. La nuova Giunta sarà costituita, insomma, da assessori tra cui alcuni tecnici "che saranno insensibili alle pressioni esterne".

Ma sono in tanti a chiedersi qual è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, cosa ha convinto il Governatore ad azzerare la Giunta regionale?
Solo pochi giorni fa Lombardo, in un'intervista alla stampa locale, aveva detto che non aveva "alcuna intenzione di farsi ghigliottinare. Non farò la fine di Maria Antonietta", aveva chiosato sornione. I contrasti sono sorti soprattutto durante l'approvazione della riforma sanitaria. Un lungo, lunghissimo braccio di ferro fra esponenti del Pdl e l'Udc che non accettavano la proposta avanzata dall'assessore Massimo Russo, che prevedeva una drastica riduzione delle spese sanitarie nell'isola e la riduzione delle Asl.
Sulla composizione della nuova Giunta regionale, Lombardo è stato chiaro: "Non verranno stravolte le alleanze dell'anno corso". Ma da indiscrezioni era emerso che Lombardo, pochi minuti prima di fare entrare i giornalisti, durante un incontro informale con il coordinatore dell'Udc, Saverio Romano, gli avrebbe proposto un governo composto da Udc, Mpa, Pd e pezzi del Pdl più vicini a Miccichè.
Ma sarebbe arrivato il no netto di Romano che si è allontanto dal Palazzo della regione, affermando che è stato un anno "di non Governo sia a Roma come a Palermo...".

Raffaele Lombardo ha dunque annunciato che "già sei o sette assessori della Giunta regionale" si sarebbero dimessi. "Noi dell'Udc siamo e restiamo al nostro posto - ha detto a gran voce Pippo Gianni, assessore all'Industria - e non credo che gli altri lo faranno". Così ha fatto anche l'assessore alla Formazione Carmelo Incardona, che nei mesi scorsi aveva avuto un forte scontro con Lombardo. Neppure lui si è dimesso, creando una spaccatura con un altro esponente di An, Luigi Gentile. Quest'ultimo ha annunciato le sue dimissioni a Lombardo, ma non sono ancora state formalizzate. Per Lombardo, "il nuovo Goevrno regionale deve servire il popolo siciliano e riprendere la vertenza dell'autonomia, ormai abbandonata da anni". Serve, in altre parole, un programma "essenziale che va sottoscritto da chi ci sta, qui all'Assemblea regionale siciliana, a Roma e anche a Bruxelles e perfino all'Onu...". Basta, insomma, a chi "fa ostruzionismo, così non si va da nessuna parte".
A chi ha chiesto al governatore perché tale drastica scelta si arrivata a sole due settimane dal voto europee Lombardo ha risposto: "Molti esponenti del mio partito alleato hanno parlato di un voto che avrebbe chiuso sia la legislatura che questa esperienza di governo. Ho inteso svincolare la mia scelta dal dato elettorale. La mia Regione, dove si è votato solo un anno fa, ha il diritto di avere un Governo ricostruito su basi solide a prescindere da come gli italiani si esprimeranno alle Europee".

E mentre anche oggi nel Pdl continuano le telefonate tra Roma e Palermo, si attendono gli ulteriori sviluppi. Il Pd chiede a gran voce il "ritorno al voto", ma Lombardo non ci pensa nemmeno.

E a proposito di Pd... - "Il Pd l'anno scorso ha sostenuto un candidato, mentre la mia maggioranza ha sostenuto me e gli elettori ci hanno assegnato due ruoli distinti ai quali siamo legati. Siamo sufficientemente seri per rimanere vincolati al mandato degli elettori". Quindi, sembra di capire, non ci sarà nessuna "maggioranza variabile" e Lombardo lo ha voluto ribadire anche questa mattina intervenendo nel programma Omnibus su La7. "Con il Partito democratico - ha spiegato - si è collaborato per arrivare a soluzioni condivise, come la riforma sanitaria, o della struttura burocratica di vertice". "In Assemblea - ha spiegato - la collaborazione su leggi importanti, come accade sempre, è la regola". Dunque nella nuova Giunta, dice Lombardo, il Pd "non entrerà e non potrebbe entrare: il suo ruolo è fare opposizione. Noi siamo sufficientemente seri per tenere i nostri ruoli". [Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Rainews24]

- "E' solo una mossa elettorale in vista delle Europee" (il Giornale)

- E fu così che i partiti morirono in Sicilia (Guidasicilia.it, 18/05/09)

- La guerra interna... in mancanza di avversari (Guidasicilia.it, 21/05/09)

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26 maggio 2009
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