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Le "relazioni pericolose" su Internet

E' allarme sexting: un minore su tre accetta online amicizie da estranei

11 febbraio 2015

Un giovane su tre, tra gli 11 e 13 anni, fa nuove conoscenze online e accetta amicizie da estranei non utilizzando la propria identità. Gli sconosciuti diventano reali per uno su cinque.
Inoltre il 13% di ragazzi tra i 14 e i 20 anni dichiara di aver fatto sexting (scambio di messaggi o immagini a sfondo sessuale) dando il proprio numero di cellulare a estranei conosciuti in chat, mentre uno su 4 dichiara di averli ricevuti (tendenza più che raddoppiata rispetto al 2011).
E' il quadro emerso dall'indagine presentata a Roma dal Moige (Movimento italiano genitori) presso il Dipartimento di Pubblica Sicurezza, in occasione del Safer Internet Day. In questo contesto prevenzione, formazione e collaborazione sono le parole chiave per "un web sicuro".

I rischi digitali che arrivano nelle camere dei ragazzi o sui telefonini (ormai 9 su 10 navigano in Rete) sono dunque altissimi. Un rischio che troppo spesso, però, i ragazzi non percepiscono: il 60% sottostima la reale gravità della situazione affermando senza problemi di essersi divertiti nel ricevere o inviare foto o video 'hot'. Stessa percentuale di quelli (14-20enni) che dicono di aver almeno una volta utilizzato foto o video per prendere in giro qualcuno (1 su 5 dichiara di farlo spesso).
Ma i dati evidenziano anche un altro "problema": lo scarso controllo da parte dei genitori: 4 su 10 non danno alcun limite di tempo alla connessione dei figli mentre nel 23% dei casi, lo fanno "raramente". Altrettanto significativa è la percentuale dei genitori che hanno scarsa cognizione delle attività online del figlio: 1 su 4 infatti conosce "poco" o "per niente" che cosa facciano i figli connessi.

Per scongiurare i rischi del web per i nostri ragazzi, è stata presentata la quarta edizione del progetto "Per un web sicuro", promosso dal Moige e dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni, in collaborazione con Trend Micro, Google, Hp, Vodafone e Cisco. Il progetto interesserà 70 scuole medie in 15 regioni d’Italia, e coinvolgerà quest’anno circa 23.000 studenti e 50.000 tra docenti, genitori e nonni, a cui si aggiungono le oltre 30.000 famiglie che parteciperanno attraverso i coordinamenti territoriali del Moige.
Durante la formazione, ciascun docente prenderà confidenza con le nozioni sull’uso consapevole del web e il kit multimediale di supporto. Successivamente, nel corso degli open day con ragazzi e adulti i professori saranno affiancati da un esperto della Polizia di Stato, o da ambassador Cisco e Hp, e distribuiranno i materiali informativi con pratici consigli per navigare in sicurezza. Agli studenti è inoltre riservato un concorso a premi, che permetterà ai 5 istituti vincitori di aggiudicarsi materiali informatici utili alla didattica.

"Prevenzione e formazione sono gli strumenti più efficaci per far sì che i giovani imparino a navigare con prudenza in internet e per aiutare, allo stesso tempo, i genitori a conoscere i mezzi a loro disposizione per proteggere i figli dai pericoli del web", afferma Roberto Sgalla, Direttore Centrale delle Specialità della Polizia di Stato. "Questa iniziativa ne è un esempio tangibile per far vivere la Rete come una grande opportunità e non un pericolo per i nostri figli".
"La tutela dei minori online è un atto di responsabilità collettiva che dev’essere condivisa da genitori, istituzioni e operatori. La lotta al cyberbullismo e all’adescamento virtuale - sostiene Maria Rita Munizzi, Presidente nazionale Moige - non può prescindere dalla sinergia di queste forze e dall’educazione ad un uso consapevole della rete. Abbiamo il dovere come genitori, di stare accanto ai nostri figli nella vita online proprio come facciamo offline".

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11 febbraio 2015
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