Le ricche città del Nord, le povere città del Sud... Il divario tra le ''due Italie'' continua e... aumenta
Anche nell'ultima ricerca condotta da Unioncamere, l'unione delle camere di commercio di tutta Italia, sulla ricchezza della città italiane, si può leggere come risultato la conclusione che negli ultimi tempi un po' tutti gli studi statistici hanno rilevato: continua ad esistere costantemente il divario tra Nord e Sud. A fronte di un Settentrione d'Italia ricco (con tutti i problemi vecchi e nuovi) il ''povero Sud'' continua ad essere la foto ''in negativo''.
A ricoprire i primi posti della classifica per reddito pro capite, con cifre che superano i 20 mila euro annui, troviamo Milano, Biella, Bologna e Modena, che anche nel 2004 (come nel 2003) si trovano in cima. Agli ultimi posti della graduatoria si posizionano Foggia, Caltanissetta, Caserta e Crotone, con valori pari o inferiori ai 10.500 euro annui.
Un divario che continua ad esistere e che addirittura aumenta, e soprattutto i differenziali di reddito ''sembrano per di più penalizzare - dice il presidente di Unioncamere Andrea Mondello - la famiglia, soprattutto quella numerosa''.
Esaminando i dati a livello regionale è la Lombardia che concentra la maggior parte del patrimonio delle famiglie: un quinto del totale. Al top per patrimonio medio per famiglia c'è la Val D'Aosta dove è pari a 461 mila euro, ben lontano dai 185 mila della Calabria. Il Lazio è a metà classifica con 357.268 euro. I componenti di una famiglia numerosa del Mezzogiorno - calcola ancora Unioncamere - possono contare su un reddito annuo di quasi 40 punti inferiore a quello di una famiglia numerosa del Centro-Nord.
Se si esaminano i dati sul reddito lordo pro capite, emerge che al Mezzogiorno è il 40% in meno del Nord-Ovest. In testa alla classifica c'è il capoluogo lombardo ma il dato che risalta di più è che le prime dieci province sono tutte al Nord e le ultime dieci tutte al Sud, tra Campania, Puglia, Calabria e Sicilia.
Le famiglie numerose del Sud hanno un reddito del 62,4% in meno di quelle del Centro-Nord. In particolare il divario raggiunge la punta più elevata in corrispondenza delle famiglie con cinque e più componenti. In termini assoluti, contro un valore medio nazionale pari a 51.400 euro, le famiglie più numerose (con cinque o più componenti) del Centro-Nord avrebbero conseguito un reddito medio di 65.328 euro, ovvero il 40% circa in più delle corrispondenti famiglie del Mezzogiorno (che avrebbero potuto contare su 38.693 euro).
I dati di Unioncamere possono essere accostati a quelli della tradizionale indagine di Bankitalia sull'economia in Sicilia, presentata la scorsa settimana a Palermo, e che ci racconta di ''una famiglia siciliana sempre più indebitata''.
Una relazione che tutto sommato vuole vedere il bicchiere ''mezzo pieno'', tracciando quelli che chiama ''segnali di miglioramento, soprattutto in alcuni comparti del settore dei servizi''. Integrando l'analisi congiunturale sui settori produttivi con i dati sull'occupazione e sulle dinamiche bancarie e finanziarie, viene fuori una Sicilia che ''marcia a piccoli passi, sebbene i ritardi strutturali siano enormi'', mentre per mettersi al passo con il resto d'Italia ''servirebbero tassi di crescita ben più elevati''.
Tassi di crescita bassi rispetto al resto del Paese (il proverbiale divario Nord-Sud), che sul fronte bancario rileva un considerevole incremento dei prestiti sia alle imprese, soprattutto finanziamenti a breve termine per le gestioni di cassa e magazzino, sia per le famiglie, in particolare mutui per l'acquisto della prima casa con un sensibile aumenti di quelli contratti a tasso fisso per via del rialzo dei tassi da parte della Banca centrale europea.
L'indebitamento delle famiglie è aumentato del 12% (in calo rispetto all'incremento del 2005, 16,6%) mentre quello del settore pubblico è cresciuto del 21,7%, con l'aumento ''soprattutto dei debiti delle aziende sanitarie locali''. I prestiti alle imprese sono passati dal 10,8% al 16,7% (dal -8,2 al 33,4% per le attività connesse a forniture di energia, gas e acqua), ed è aumentato anche il credito al consumo del 21,9% (24,1% due anni fa).
Le ultime dieci Città nella classifica di Unioncamere
94. Brindisi: 11.060 euro
95. Cosenza: 11.027 euro
96. Catania: 11.013 euro
97. Vibo Valentia: 10.941 euro
98. Agrigento: 10.751 euro
99. Siracusa: 10.638 euro
100. Foggia: 10.510 euro
101. Caltanissetta: 10.367 euro
102. Caserta: 10.236 euro
103. Crotone: 9.405 euro