Le Siciliane di A. Il Palermo 3° in classifica. Grande lotta del Messina con la Roma. Il Catania non riparte
PALERMO - UDINESE 2-0
Palermo (4-3-2-1): Fontana, Cassani, Zaccardo, Barzagli, Pisano, Guana, Corini, Simplicio, Bresciano, Di Michele (25' st Diana), Caracciolo (43' st Tedesco). (1 Agliardi, 15 Dellafiore, 18 Parravicini, 22 Munari, 90 Brienza). All.: Guidolin.
Udinese (4-3-3): Paoletti, D. Zenoni, Natali, Zapata, Dossena (9' pt Coda), De Martino, Obodo, Pinzi (35' st Eremenko), Di Natale (28' st Siqueira), Iaquinta, Barreto. (88 Murriero, 4 D'Agostino, 15 Tiboni, 32 Gerardi). All. Galeone.
Arbitro: Morganti
Reti: nel pt 32' Caracciolo; nel st 29' Zaccardo.
Note: Ammoniti: De Martino. Recupero 2' pt, 3' st. Spettatori 22 mila circa.
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Due gol, uno per tempo, regalano al Palermo la prima vittoria del 2007. Il redivivo Andrea Caracciolo e Cristian Zaccardo mandano al tappeto l'Udinese che, nonostante la buona prova di Vincenzo Iaquinta, non è riuscita a trovare la strada del gol. Merito anche del portiere Alberto Fontana, decisivo al momento giusto e, nonostante sia ormai prossimo ai quarant'anni (li compirà il 23 gennaio), è apparso ancora una volta attento, reattivo, prodigioso.
Il successo odierno permette al Palermo di chiude a 38 punti il girone d'andata, una quota sulla quale forse in pochi erano disposti a scommettere, ma che rende merito a una squadra che, senza particolari pressioni, riesce a ottenere il massimo e a esprimere un calcio piuttosto gradevole.
In ogni caso, i rosanero hanno dimostrato di saper vincere anche senza il loro goleador Amauri, per il quale il campionato è già finito. Guidolin, nella prima apparizione targata 2007 getta nella mischia l'unico attaccante di ruolo che ha a disposizione: c'è un mix di disperata necessità e speranza nella scelta del tecnico di inserire che alla fine viene salvato anche dalla buona stella. Caracciolo, chissà se per una coincidenza, si sblocca proprio nel primo giorno di assenza di Amauri. Il suo gol sa tanto di liberazione e di riscatto. I tifosi sperano che sia il primo di una lunga serie.
La lunga sosta non sembra avere lasciato scorie nelle gambe dei giocatori, che si danno un gran da fare e alla fine ne viene fuori una partita tutto sommato gradevole, in linea con le ultime sfide di A fra Palermo e Udinese. Galeone sceglie il 4-3-3, ma dopo 8' deve rivedere qualcosa, perché Dossena è costretto a uscire da un guaio muscolare: al suo posto (sulla fascia sinistra) va Zenoni, mentre il nuovo entrato Coda si sistema al centro della difesa, al fianco di Natali. I friulani mettono in vetrina un Iaquinta pericoloso e voglioso: la prima conclusione è proprio del campione del mondo, su punizione, ma Fontana vola e salva.
Dalla parte opposta Caracciolo appare ancora prigioniero dei propri limiti caratteriali e, poco prima del quarto d'ora, manca l'impatto con il pallone a pochi metri dalla porta, dopo un cross a filo d'erba di Bresciano. Corini ci prova dalla lunga distanza (fuori di poco), al 19'; di ben altro spessore e pericolosità l'azione ideata e portata avanti da Iaquinta che, al 22', pianta in asso Barzagli, entra in area e scocca un potente rasoterra sul quale Fontana deve esibire bravura e abilità, per deviare con la punta del piede.
Di Michele, che alla vigilia si è augurato una doppietta contro la sua ex squadra, cerca il solito gol a effetto, ma è alla mezz'ora che il Palermo costruisce la più ghiotta occasione: Paoletti salva prima su Zaccardo, quindi su Barzagli. Il gol premia la maggiore convinzione dei padroni di casa che nel finale di tempo rischiano però di capitolare, prima al cospetto di una conclusione (alta) di Di Natale, poi su girata di Pinzi.
L'Udinese apre in avanti anche la ripresa, ma Fontana salva per due volte ancora sullo scatenato Iaquinta, che semina il panico nella difesa del Palermo e poi va sempre al tiro. Al 21' Di Michele cerca il gol dell'area, ma Paoletti fa buona guardia; un minuto dopo, il fantasista di Guidonia è sfortunato, perché entra in area solo, dopo avere saltato un uomo, e calcia a botta sicura, colpendo il palo. Zaccardo chiude il match, con il suo terzo gol stagionale.
MESSINA - ROMA 1-1
Messina (4-5-1): Storari 8, Rea 6, Parisi 6, Zanchi 6, Iuliano 6, Lavecchia 5,5 (15' st Alvarez 6), De Vezze 6, Pestrin 7, Giallombardo 5,5 (27' pt Cordova 5, 11' st Di Napoli 6), Masiello 6, Floccari 5,5. A disposizione: 88 Caglioni, 16 Ogasawara, 3 Minetti, 10 Iliev. Allenatore: Giordano 6.
Roma (4-2-3-1) Doni 6, Panucci 6, Ferrari 6, Chivu 5,5, Tonetto 6, De Rossi 6, Pizarro 5,5, Taddei 5,5 (36' st Wilhelmsson 6), Perrotta 6 (34' st. Cassetti 6), Mancini 6,5, Totti 6. A disposizione: 1 Curci, 28 Rosi, 18 Virga, 14 Faty, 33 Okaka. Allenatore: Spalletti 5,5.
Arbitro: Rocchi di Firenze 5.
Reti: 39' pt Mancini, 46' st Parisi (rigore)
Note: angoli: 5 a 4 per il Messina. Espulsi: al 48' st Parisi per doppia ammonizione. Ammoniti: De Vezze, De Rossi, Pizarro, Parisi per gioco falloso Recupero: 7' e 5'. Pomeriggio soleggiato terreno in ottime condizioni, spettatori 20.000 circa (cinquecento provenienti da Roma).
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La Roma si riferma sullo Stretto. Uno a uno a Messina, dopo le tre vittorie consecutive post derby, contro una squadra che era stata capace di mettere assieme un solo punto nelle ultime sette partite del 2006. Troppo poco evidentemente per tenere il passo dell'Inter, ora lontana 9 lunghezze. Pareggio che sa di spreco, perchè il gol del Messina è arrivato su un pastrocchio generale con fallo finale in area di Chivu su Di Napoli e rigore di Parisi. Inutile, così, il gol nel primo tempo di Mancini su assist di Totti, con baci, abbracci e sorrisi per confermare la pace tra i due annunciata alla vigilia da Spalletti.
Insomma, la festa è del Messina, superato sì in classifica dal Chievo ma rilanciato nel morale. Il pareggio non fa gridare allo scandalo, perchè la Roma ha giocato lontano dai suoi standard. Inguardabile addirittura l'inizio, con i giallorossi di Spalletti lenti e prevedibili. Il Messina, schierato da Giordano con un prudente 4-5-1 con i due nuovi Giallombardo e Pestrin subito in campo, si accontenta di tenere l'avversario lontano dalla sua area e ci riesce senza nemmeno faticare troppo. Il primo tiro, per così dire, della partita arriva solo al 20': destro centrale di De Rossi, Storari raccoglie senza problemi.
Tutto qua, con Totti in versione normale e tutti gli altri ad adeguarsi. Al Messina basta fare il minimo indispensabile per tenere lo 0-0. Alla mezzora però Giordano perde Giallombardo per infortunio, al suo posto entra Cordova. Sarà un caso, più probabilmente no, ma al 39' arriva la svolta improvvisa: intervento di Chivu su Cordova, che resta a terra al limite dell'area di Doni. La Roma non se ne accorge e parte in contropiede: velocissima l'azione, con assist finale di Totti per Mancini che, solo davanti a Storari, infila di piatto sinistro.
Poi la scena madre: Mancini esulta, Totti lo raggiunge e l'abbraccia tra i sorrisi di tutta la squadra. Non ci stanno i giocatori del Messina e non ci stanno soprattutto i tifosi, furibondi con la Roma per non aver fermato l'azione. In campo piove qualcosa e l'arbitro Rocchi deve fermare il gioco per qualche minuto. Quando si ricomincia è di nuovo Roma, con un tiro-cross di Taddei che per poco non sorprende Storari. Poi la replica siciliana, al 48', e stavolta è bravissimo Doni su un colpo di testa ravvicinato di Lavecchia.
Uno a zero comunque a metà gara. Ripresa. La Roma riparte all'insegna del giallo: ammonizione prima per De Rossi, poi per Pizarro. Tutti e due diffidati, salteranno la prossima con il Livorno. Gioco, poco o niente. Prima vera occasione della ripresa solo al 23': destro sporco di Totti da fuori area, traiettoria strana e palla che centra il palo. Replica del capitano al 32', questa volta direttamente su punizione: Storari respinge.
Il Messina niente. Sembra arrendersi lentamente, rischia il 2-0 (con Mancini, al 37') e invece al 44' ecco la sorpresa: Pizarro perde palla, Di Napoli va via in area, Chivu entra male e lo mette giù. Rigore. Batte Parisi e segna. Uno a uno, per la rabbia della Roma. Che ha ancora la forza per provarci con Cassetti (gran destro al 52', miracoloso Storari) ma che poi deve rassegnarsi a un pareggio che non serve davvero a niente. Perchè davanti l'Inter se ne va, dietro il Palermo rinviene. Brutto modo per cominciare il nuovo anno.
CHIEVO - CATANIA 2-1
Chievo (4-3-3): Sicignano 6.5, Malagò 5.5, Mandelli 6, D'Anna 6, Marchese 6, Sammarco 6.5, Italiano 6.5 (30' st Luciano sv), Brighi 6.5, Semioli 7 (34' st Moro sv), Bogdani 6 (39'st Cossato), Pellissier 6. (18 Squizzi, 4 Mantovani, 55 Kosowski, 10 Zanchetta). All: Delneri.
Catania (4-3-3): Pantanelli 7, Sardo 4.5 (37' st Lucenti sv), Sottil 6, Stovini 6.5, Vargas 5, Baiocco 5.5, Edusei 5 (25' st Rossini 6), Izco 5 (31' st Millesi sv), Colucci 5.5, Spinesi 5.5, Caserta 6. (12 Ferrante, 5 Minelli, 27 Nardini, 15 Morimoto). All: Marino.
Arbitro: Messina di Bergamo 6.
Reti: nel pt 39' Stovini, nel st 12' Semioli, 18' Pellissier su rig.
Note: recuperi: 1' e 4'. Angoli: 5-3 per il Chievo. Ammoniti: Sardo, Caserta, Italiano e Stovini per gioco scorretto, Semioli per comportamento non regolamentare, Colucci e Sottil per proteste. Spettatori: 6409, incasso 67.757,70 euro.
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Il Catania conferma la tradizione negativa. Spesso in difficoltà negli scorsi anni in occasione del ritorno in campo dopo la sosta natalizia, i rossazzurri si presentano a Verona decisamente non al meglio perdendo con il Chievo dopo una partita sofferta. Non è il solito Catania, quello che si vede al Bentegodi. Le molte assenze si fanno sentire, il gioco non è brillante come altre volte e i padroni di casa, aggressivi e molto motivati, mostrano di avere una marcia in più.
Marino sceglie Sardo per rimpiazzare Silvestri sulla destra e soprende tutti promuovendo Izco a metà campo e avanzando Caserta per colmare il vuoto lasciato dagli indisponibili Mascara e Corona. L'avvio degli etnei è illusorio. L'undici di Marino apre il valzer delle occasioni all'8': spettacolare cambio di gioco Caserta-Spinesi-Caserta concluso con un bel destro, Sicignano ci mette i pugni. Due minuti ed ancora Spinesi si allarga sulla destra e di collo pieno impegna ancora il portiere veronese.
I rossazzurri, però, progressivamente devono dare spazio al Chievo, che pressa bene sulla trequarti costringendo gli ospiti a perdere molti palloni in fase di impostazione e si mostra assai incisivo sulle fasce, dove Sardo e Vargas stentano. Al 21' la squadra di Delneri accelera. Doppia fiammata in un minuto, prima un gran tiro di Sammarco e poi un colpo di testa di D'Anna esaltano i riflessi di Pantanelli: colpo di reni e palla sopra la traversa. Il leit-motiv non cambia e a rinnovare il Pantanelli-day ci prova Italiano con un bolide dai trenta metri.
Nonostante la pressione avversaria, è il Catania ad andare per primo in vantaggio: al 40' Baiocco mette al centro, Stovini di testa prende il tempo a Malagò, spizza in tuffo e spedisce alle spalle di Sicignano. Marino inizia a pregustare un risultato storico per chiudere il girone d'andata. La ripresa si apre come si chiude il primo tempo. Con i veronesi in attacco. Il Catania regge nei primi minuti, ma al 13' cede, complice Semioli che entra in area palla al piede ed infila Pantanelli in uscita.
Il Catania non reagisce, i locali continuano a spingere. Sei minuti dopo, sugli sviluppi di un cross basso, Sardo, in ampio anticipo su Sammarco, non libera l'area, si lascia sfilare il pallone davanti venendo superato dall'avversario e poi fallisce la chiusura colpendo il clivense in area. Messina decreta il rigore, Pellissier di precisione spiazza Pantanelli.
Marino prova a cambiare le carte in tavola facendo entrare Rossini e optando per il 4-4-2 con Caserta e Colucci larghi, poi inserisce Millesi nel tentativo di dare velocità alla manovra dei suoi. A parte una conclusione alta di Caserta nel cuore dell'area, il Catania, però, ci prova solo con calci piazzati. Il Chievo controlla senza rischiare mai sul serio e alla fine per Del Neri arriva la quinta vittoria da quando è tornato sulla panchina gialloblù. Il primo 2007 del Catania, invece, non è luminoso come il 2006.
Fonte: La Sicilia