Le Siciliane di A. Il Palermo è sempre primo. Bella Messina col Chievo. Catania pareggia giocando bene
FIORENTINA - PALERMO 2-3
Fiorentina (4-1-2-2-1): Frey 5, Ujfalusi 6, Dainelli 4.5, Kroldrup 5, Pasqual 6.5, Liverani 6.5 (37' st Pazzini sv), Montolivo 6.5, Donadel 6, Jorgensen 6 (30' st Reginaldo 5.5), Mutu 6.5, Toni 5 (14 Lobont, 6 Potenza, 5 Gamberini, 8 Pazienza, 19 Gobbi). Allenatore: Prandelli 5.5.
Palermo (4-3-2-1): Fontana 7.5, Zaccardo 6.5, Biava 7, Barzagli 6, Pisano 6, Diana 6 (36' st Cassani sv), Corini 6, Simplicio 6, Bresciano 6 (46' st Tedesco sv), Di Michele 6.5 (14' st Guana 6), Amauri 8 (20 Sirigu, 4 Tedesco, 10 Caracciolo, 15 Della Fiore, 90 Brienza). Allenatore: Guidolin 6.5.
Arbitro: Messina di Bergamo 5.
Reti: nel pt 9' Di Michele, 33' Barzagli (autogol); nel st 35' e 45' Amauri, 43' Mutu.
Note: angoli 3 a 2 per la Fiorentina. Recupero: 0 e 4'. Ammoniti: Bresciano, Biava, Liverani, Corini, Cassani per gioco falloso. Spettatori: 34.050, incasso 702.353 euro (paganti 10.150, incasso 238.388; abbonati 23.900, quota 463.965).
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Trascinato da un Amauri implacabile (due gol, un palo e un assist) che ha stravinto il duello con Toni, il Palermo si conferma squadra da trasferta e da vertice: dopo San Siro espugna anche Firenze (3-2) al termine di una sfida tiratissima, conquista così la quarta vittoria esterna in campionato e resta incollata all'Inter in testa alla classifica. Grande la gioia dei tanti tifosi siciliani e grandissima quella di Francesco Guidolin che alla fine è esploso beccandosi le critiche di Prandelli e i fischi del popolo viola.
Anche perché il suo Palermo è sì squadra bella e capace ma pure baciata in questo momento dalla fortuna: la Fiorentina, per l'arrembante ripresa, i due legni colpiti e le tante occasioni-gol create (assai di più di quelle avversarie ma sfruttate peggio o neutralizzate dal sempre attento Fontana) avrebbe meritato almeno il pari. Inoltre al 26' del secondo tempo Biava, fra i migliori, già ammonito precedentemente avrebbe meritato il secondo giallo per una brutta entrata su Mutu al limite dell'area: Messina ha fischiato il fallo ma non ha punito chi l'ha commesso.
L'avesse fatto il Palermo sarebbe rimasto in dieci in un momento della partita che vedeva la Fiorentina più in palla, sul punto di colpire gli avversari che parevano stanchi e quasi appagati. Non a caso Prandelli, osando stavolta forse un pò troppo, ha inserito un altro attaccante, Reginaldo per Jorgensen alla mezz'ora: la sua squadra aveva colpito palo con Montolivo (su cui poi si è suoerata Fontana) e traversa su punizione con Mutu (deviazione di Biava), il 2-1 insomma sembrava nell'aria.
Invece a passare è stato di nuovo il Palermo: al 35' Amauri ha spedito in gol di testa un assist di Zaccardo su ennesimo svarione. Allora Prandelli ha osato ancora di più inserendo anche Pazzini (al debutto dopo il lungo infortunio) al posto di Liverani. Scelta coraggiosa ripagata al 43' dal 2-2 firmato da Mutu (quarto sigillo stagionale) dopo un'azione ubriacante di Montolivo, ma vanificata dall'affondo fatale al 45' di Amauri che ha superato due avversari per poi trafiggere Frey.
Già nel primo tempo il brasiliano, unica punta sostenuta da Bresciano e Di Michele, aveva fatto capire di essere in vena, forse stimolato dal duello con Toni: proprio da una sua azione era partito al 9' l'assist per Di Michele per il primo vantaggio siciliano.
La Fiorentina ci ha messo un po' per riprendersi e rilanciarsi, quando ha cominciato a farlo non è però riuscita a concretizzare i suoi sforzi per la scarsa vena di un Toni sofferente al piede ma anche stavolta particolarmente impreciso e troppo frenetico, tanto da aver fallito, nei 90', almeno cinque nitide palle-gol.
Così l'1-1 è arrivato al 33' per merito di Mutu (pericoloso poco prima con un bolide da 25 metri) che ha innescato Pasqual dal cui tiro è nata l'autorete di Barzagli, fiorentino di Fiesole. Prima dell'intervallo Fontana di piede ha parato su Kroldrup e Frey ha fermato di Michele mentre sulla respinta Amauri ha colpito il palo (43').
Ripresa per lo più di marca viola con salvataggi miracolosi, paratone, pali. La Fiorentina ha cercato in tutti i modi di regalarsi e regalare ai propri tifosi la quinta vittoria di fila anche per consolarsi della delusione del responso dell' Arbitrato, ma alla fine ha dovuto arrendersi ad Amauri che gli ha inflitto, di potenza e di classe, il secondo ko interno della stagione dopo quello iniziale con l'Inter, guarda caso l'altra attuale capolista insieme a questo Palermo che ormai non è più una sorpresa.
MESSINA - CHIEVO 2-1
Messina (4-4-2): Storari 6, Zoro s.v. (17 pt La Vecchia 6), Zanchi 6,5, Rea 6 (39 pt. Morello 6), Parisi 6, Alvarez 8, Coppola 5 (30 st Cordova 6), De Vezze 6,5, Masiello 6, Riganò 8, Floccari 6. (88 Caglioni, 41 Sullo, 16 Ogasawara, 10 Iliev). All.: Giordano 6.
Chievo (4-4-2): 1 Sicignano 6,5, Moro 6,5, Mandelli 6, D'Anna 6 (28 st Mantovani 5,5), Lanna 6, Marcolini 6, Zanchetta 6, Sammarco 5,5 (12 st. Marchesetti 6), Kosowski 7, Tiribocchi 6,5 (23 st. Godeas 5,5), Pellissier 6. (18 Squizzi, 47 Marchese, 8 Giunti, 9 Bruno). All.: Delneri 6.
Arbitro: Girardi di S. Donà di Piave 5,5.
Reti: 33' pt Tiribocchi, 46' pt Riganò, 49' st Floccari.
Note: angoli 11 a 8. Recuperi: 3' e 5'. Espulsi: Coppola per proteste. Ammoniti: Coppola, Pellissier, Mandelli, De Vezze, Moro e Riganò per gioco falloso, Zanchetta per fallo di mani volontario. Spettatori: 12.000.
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Torna con merito alla vittoria il Messina ma deve soffrire sino al quarto minuto di recupero finale per mettere in cassaforte tre punti pesanti. Grande merito dei giallorossi che ci hanno creduto sino alla fine, trascinati da un Riganò stratosferico e da un Alverez inarrestabile sulla fascia. Il Chievo ha fatto la sua parte ma ha pagato a caro prezzo la distrazione finale di Moro che ha consentito a Riganò di aggiustarsi la palla e appoggiare di giustezza a Floccari.
Con i tre punti il Messina respira e torna nella zona alta mentre il Chievo rimane ancora nel pantano della bassa classifica. Ma gli orizzonti sono positivi perché il lavoro di Del Neri comincia a vedersi anche se il centrocampo non appare molto grintoso.
Giordano ripropone il modulo classico casalingo affiancando Floccari a Riganò mentre spedisce in tribuna Di Napoli che non ha digerito bene la scelta. Delneri preferisce uno schieramento meno azzardato, causa l'infortunio nell'immediato di Semioli e schiera Pellissier e Tiribocchi di punta dando spazio sulla destra al polacco Kosowski.
Il primo brivido lo offre il Messina con il capocannoniere Riganò che va in gol ma sul tiro cross di Zoro parte in posizione irregolare. Giusto l'annullamento. Replica il Chievo con un colpo di testa di Pellissier che chiama alla deviazione Storari. Giordano perde due difensori per infortunio nel giro di dieci minuti, prima Zoro poi Rea. Al 33' all'improvviso il Chievo passa: triangolo corto Tiribocchi-Pellissier-Tiribocchi e tiro vincente dell'attaccante.
Passano tre minuti e Riganò ha l'occasione buona per il pari ma Sicignano in disperata uscita ribatte. Ma il bomber si rifà al primo minuto di recupero deviando in porta un cross di Alvarez.
Inizio di ripresa a grande ritmo con i due portieri chiamati ad intervenire, Sicignano su Coppola e Storari su Kosowski. Il Messina appare più convinto, trascinato da un Alvarez super sulla destra e da un Riganò che tira da ogni posizione. Ma non si tratta di grosse opportunità da una parte e dall'altra tanto che la partita scorre via senza sussulti.
Poi un gran finale del Messina che si divora un gol con Floccari al 44' e fallisce la deviazione vincente con Zanchi su angolo. In pieno recupero il meritato gol della vittoria, tutto merito di Riganò che addomestica un pallone dentro l'area e appoggia per Floccari, inesorabile nel battere Sicignano.
CATANIA - TORINO 1-1
Catania (4-3-3): Pantanelli 6,5; Silvestri 6, Stovini 6, Sottil 6, Vargas 6.5; Baiocco 6.5, Edusei 6 (31' st Biso sv), Caserta 6; Colucci 6 (44' st Sardo sv), Spinesi 6 (12' st Corona 6), Mascara 4. In panchina: Polito, Minelli, Millesi, Izco. Allenatore: Marino 7.
Torino (3-4-1-2): Abbiati 6,5; Di Loreto 5,5, Cioffi 5 (30' st Rosina 6), Franceschini 6,5; Pancaro 6, Ardito 5,5 (35' st Gallo 6), Barone 6, Comotto 6; Fiore 5; Muzzi 5,5 (22' st Abbruscato 5), Stellone 5. In panchina: Taibi, Brevi, Balestri, Oguro. Allenatore: Zaccheroni 5,5.
Arbitro: Ciampi di Roma 5,5.
Reti: 20' pt Spinesi (rig); 41' st Franceschini.
Note: giornata serena, terreno in buone condizioni. Ammoniti: Cioffi, Comotto, Stovini, Ardito, Caserta. Espulso al 7' st Mascara per gioco violento. Angoli: 7-0 per il Torino. Recupero: 2', 5'.
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Un punto a testa tra Catania e Torino, che sul neutro di Bari (e a porte sigillate) pareggiano 1-1. In vantaggio con un rigore di Spinesi, il Catania resta in dieci a inizio ripresa per l'espulsione di Mascara. E il Toro, brutto e sterile in attacco, ne approfitta solo a 4' dalla fine, con una zampata di Franceschini che firma il pari e forse salva la panca di Zac.
Al cospetto di un avversario che conferma di avere grossi problemi di costruzione e finalizzazione del gioco, i rossazzurri partono meglio e danno la sensazione di poter gestire l'incontro senza troppi problemi, ma l'evitabilissima espulsione di Mascara (grave leggerezza la sua) complica i piani di Marino e degli etnei, che, pur senza correre rischi particolari, sono costretti sulla difensiva nella ripresa. La vittoria potrebbe arrivare comunque, ma un errore di piazzamento a 4' dalla fine su una punizione dalla trequarti consente a Franceschini di trovare il pari.
Edusei la spunta su Biso, Colucci su Corona: Marino disegna così il suo Catania. Zaccheroni, invece, ritocca anche il modulo, utilizzando Fiore quasi da trequartista, dando a Pancaro le chiavi della fascia destra e affidando a Muzzi e Stellone le sorti dell'attacco. Giocare senza pubblico non è mai facile, ma l'inizio degli etnei sembra non risentire la strana atmosfera, tant'è che Abbiati, dopo soli 2', è costretto all'uscita decisiva su Spinelli lanciato a rete.
Il Toro non morde e il Catania detta i ritmi e continua a farsi pericoloso: al 5' Caserta, smarcato da un tacco di Colucci, sfiora lo specchio e al 17' Mascara reclama il rigore per un presunto braccio galeotto di Cioffi. Muzzi e Stellone provano ad allentare la morsa, ma gli etnei passano al 20' con un penalty. Cioffi, che gioca con una protezione al viso, dà un pestone nella sua area a Caserta, Ciampi accorda il rigore e Spinesi, dal dischetto, trafigge Abbiati di potenza.
Cinque minuti dopo il Catania potrebbe raddoppiare: Mascara appoggia per Vargas il cui sinistro sorvola di un soffio la traversa con la complicità di una leggera deviazione di un granata che l'arbitro però non vede. Pantanelli si scalda solo al 26', quando blocca a terra il diagonale debole di Pancaro, e al 40' ci mette una mano per deviare in angolo un destro di Comotto.
Nella ripresa il Torino si ritrova con l'uomo in più per il rosso diretto di Ciampi a Mascara, reo di una ingenua manata sul volto protetto di Cioffi. Al 9', però, Spinesi potrebbe firmare la doppietta: il bomber, poco dopo sostituito da Corona, va via di forza ad uno sbadato Di Loreto, ma la sua conclusione è da dimenticare. Il Toro viene avanti senza troppa convinzione, continua a collezionare angoli, ma a non finalizzare.
Entra Abbruscato per Muzzi, ma è il Catania, che si difende con ordine, a non sfruttare, al 24', un rapido contropiede, chiuso dal destro a giro di Caserta su cui Abbiati si esalta. Il Toro sembra matato ma, dopo una conclusione di Barone, trova il pari al 41': Gallo spedisce in area una punizione su cui si avventa, liberissimo, Franceschini. Finale con il Toro che preme (parata di Pantanelli su Rosina nel recupero) e il Catania che regge: finisce 1-1.
Fonte: La Sicilia
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