Le Siciliane di A. Il Palermo ha perso il sapore della vittoria in casa propria. Solo sconfitte per Catania e Messina
PALERMO - CHIEVO
Palermo (4-4-1-1): Fontana 6, Cassani 5, Zaccardo 6, Biava 6, Capuano 5 (20' st Pisano 5), Diana 7, Gio. Tedesco 5.5 (1' st Guana 6), Corini 6, Simplicio 6 (40' st Giacomazzi sv), Di Michele 6.5, Caracciolo 5. (1 Agliardi, 15 Dellafiore, 22 Ciaramitaro, 90 Brienza). All.: Guidolin 5.5.
Chievo (4-4-2): Squizzi 6.5, F. Moro 5.5, Mandelli 6, D'Anna 6, Lanna 5.5, Luciano 5.5 (13' st Kosowski sv), Italiano 6.5 (17' st Marcolini sv), Sammarco 6, Semioli 6, Obinna 7, Bogdani 5.5 (40' st F. Cossato sv). (1 Sicignano, 4 Mantovani, 10 Cozzolino, 19 Malagò). All.: Del Neri 6.5.
Arbitro: Stefanini di Prato 6.
Reti: nel pt 23' Di Michele, 46' Obinna.
Note: angoli 2-1 per il Palermo. Recupero: 3' e 3'. Ammoniti: Biava, Capuano e Corini per gioco falloso; Di Michele e F. Cossato per proteste; Pisano per avere trascinato fuori campo Obinna, che si trovava a terra dopo uno scontro. Spettatori: 22.057, per un incasso di 387.086,50 euro.
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Dal Barbera arriva un messaggio preciso alle squadre in lotta per la Champions League: si lotta anche per il terzo posto. Il Palermo conferma di essere in crisi e si accontenta del pareggio contro il Chievo (1-1) al termine di una prestazione incolore, illuminata solo da brevi sprazzi. Risultato giusto con i rosanero poco incisivi, privi di idee e piuttosto nervosi e un Chievo che non deve faticare più di tanto per portare a casa un gradito pareggio.
Il Palermo non sa più vincere. Almeno in casa. I rosanero, reduci da due sconfitte interne consecutive contro Lazio (0-3) ed Empoli (0-1), sono stati fermati ancora una volta, mai brillanti come qualche mese addietro, con le idee confuse e senza sbocchi in ogni zona del campo. Guidolin ha cercato di mischiare un po' le carte, inserendo tre volti nuovi rispetto alla partita di domenica scorsa: Cassani, Capuano e Giovanni Tedesco hanno preso il posto di Barzagli, Pisano e Bresciano, ma non è servito. Inoltre, il tecnico di Castelfranco Veneto ha scelto di non puntare su uno dei nuovi acquisti, il centravanti polacco Radoslaw Matusiak, invocato inutilmente dal pubblico, ma lasciato fuori dai 18 schierati utilizzati in campo e in panchina.
Partita non bella, ma combattuta. Già il primo tempo si segnala come poco adatto ai palati fini. A centrocampo regna sovrano il disordine, ma anche l'imprecisione di chi sa di non poter sbagliare (il Palermo) e di chi si trova a un passo dal baratro (il Chievo). Meglio comunque gli scaligeri, che fanno scorrere il pallone con maggiore continuità e fluidità, conservando a lungo il comando delle operazioni. Gli uomini di Gigi Del Neri fanno la partita e il Palermo resta a guardare. Poco sciolta, imballata, prigioniera delle proprie paure, quella rosanero appare una formazione priva di un'idea di gioco. Va avanti per forza d'inerzia e il solo Corini cerca di dare un senso alla manovra. Ma non sempre ci riesce.
Man mano che passano i minuti, il Chievo aggiusta il tiro, senza però riuscire a pungere. Obinna fa il diavolo a quattro, si muove, svaria, punta gli avversari (e spesso li salta), tiene sempre in ansia la difesa di casa che fatica a limitare il suo raggio d'azione. Il nigeriano al 16' viene anticipato dall'uscita di Fontana, su cross dalla destra di Luciano, ma nel finale di tempo firmerà il gol del pareggio, dopo che Di Michele aveva trovato - piuttosto casualmente - il gol dell'1-0.
E il Palermo? Oltre al gol, nel primo tempo rimane agli archivi una conclusione ravvicinata di Caracciolo, ribattuta da Squizzi. I rosanero faticano parecchio, l'unico a segnalarsi sulla destra è Diana che torna titolare dopo alcune settimane e si fa apprezzare per impegno e straordinaria duttilità (contiene prima Semioli e poi fa altrettanto con Luciano). La ripresa si apre ancora con il Chievo in avanti e con Fontana pronto a opporsi in tuffo a una bordata di Italiano, sugli sviluppi di un calcio d'angolo dalla sinistra. Il Chievo insiste, ma rischia di subire un clamoroso gol in contropiede, pur giocando fuori casa: Simplicio al 7' conquista palla nella propria trequarti e lancia Di Michele che fila via verso l'area avversaria, trascinando tre difensori veronesi. Giunta all'interno della sedici metri tenta il colpo a effetto, ma Squizzi salva in uscita.
Subito dopo il Chievo perde il suo regista, Vincenzo Italiano, a causa di un infortunio (dentro Marcolini), ma non Obinna, che rimane il pericolo numero uno per il Palermo: il nigeriano, quando parte con la palla al piede, è devastante. Come al 21', allorché si libera al tiro dai 20 metri e sfiora il palo alla destra di Fontana. Nel finale Caracciolo regala un brivido, sfiorando la traversa, la sua prova rimane tuttavia incolore. E non è la prima. Il Palermo rimane con un pugno di mosche in mano ed esce dal campo, sepolto dai fischi.
CATANIA - FIORENTINA 0-1
Catania (4-3-3): Pantanelli 6,5, Lucenti 6, Stovini 6,5, Minelli 5, Vargas 6, Izco 5,5 (45' st Morimoto sv), Edusei 6, Caserta 6, Colucci 5,5 (16' st Cesar 6), Spinesi 5 (22' st Rossini 5), Mascara 5,5. (22 Spadavecchia, 2 Sardo, 25 Millesi, 9 Corona). All.: Marino 6.
Fiorentina (4-1-2-2-1): Frey sv, Ujfalusi 6, Dainelli 6, Gamberini 6, Pasqual 6,5, Liverani 6,5, Blasi 6 (31' st Pazienza sv), Montolivo 6,5, Jorgensen 6, Mutu 6.5 (10' st Reginaldo 6), Pazzini 6 (10' st Toni 7). (28 Lupatelli, 2 Kroldrup, 6 Potenza, 22 Kuzmandvic). All.: Prandelli 6.
Arbitro: Giannoccaro di Lecce 5,5.
Rete: nel st 42' Toni.
Note: recupero 2' e 3'. Angoli: 3-2 per la Fiorentina. Espulsi: nel st 13' Minelli per doppia ammonizione. Ammoniti: Stovini per comportamento non regolamentare, Mutu per gioco scorretto. Partita a porte chiuse.
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Il dodicesimo gol di Toni, entrato nella ripresa, ha messo k.o. un Catania rimasto in dieci per l'espulsione di Minelli (doppia ammonizione): ingenuità del difensore rossazzurro che nel primo tempo ha segnato di mano e nella ripresa ha trattenuto Toni. Occorre dire che il Catania nel primo tempo è riuscito a tener testa alla Fiorentina, ma nella ripresa, in inferiorità numerica, ha subito e, proprio in vista del traguardo, ha subito il gol di Toni, malmarcato da Stovini. Per la squadra viola, 25 punti in 12 partite. Non male. Il quarto posto non sarà facile da raggiungere, ma tutto è possibile. E dire che senza la penalizzazione i viola sarebbero terzi col Palermo.
Per il Catania invece è cominciata male da Rimini la via crucis di un finale di campionato senza pubblico. E' stato calcolato che il danno materiale, per il club rossazzurro, sarà di 500 milioni di euro. E il danno sportivo ? Anche sul piano tecnico, le squalifiche di Sottil e Baiocco e l'indisponibilità di Silvestri, Biso e Falsini hanno pesato in qualche modo sulla squadra di Marino. Prandelli ha invece optato inizialmente per il dirottamento di Toni (decisivo nella ripresa) e Kroldrup in panchina, mentre a centrocampo l'assenza di Donadel, Santana e Gobbi ha indotto il tecnico viola a schierare Montolivo e Liverani (ottimo) insieme a centrocampo. I due sono stati punti di riferimento importanti per il gioco viola.
In realtà anche il Catania, con i buoni interventi di Edusei, ha cercato di costruire qualche bella azione: dalla destra Colucci ha tentato di fornire degli assist alle punte, ma Spinesi e Mascara sono stati ben controllati dalla difesa viola. In definitiva, in un primo tempo molto combattuto a centrocampo e che ha fatto registrare qualche smagliatura nella difesa siciliana, solo una girata di Mutu (su assist di Montolivo) al 25' e un bell'acuto dell'ex atalantino al 26' hanno messo in pericolo la imbattibilità di Pantanelli che sul tiro diagonale del romeno ha salvato tuffandosi in tuffo sulla sinistra. I tentativi del Catania invece sono stati molto deboli e prevedibili.
Nella ripresa Prandelli, visto che le due punte Pazzini e Mutu non sono sembrate in gran giornata, ha cambiato inserendo Toni e Reginaldo. Mossa azzeccata. Minelli, già ammonito, ha trattenuto Toni ed è scattato il secondo giallo. Rimasto in dieci, il Catania ha subito la Fiorentina che ha avuto parecchie occasioni con Toni, Reginaldo e Jorgensen. La Fiorentina, dopo aver mancato due occasioni d'oro, è sembrata un pò stanca, ma al 42', su un traversone da sinistra di Pasqual, Toni ha sovrastato di testa Stovini: la palla ha carambolato sul palo alla sinistra di Pantanelli ed è finita in rete. Il Catania ha finito sulle gambe e la Fiorentina ha vinto tutto sommato meritatamente.
LIVORNO - MESSINA 2-1
Livorno (4-4-1-1): Amelia 6, Grandoni 6.5, Rezaei 5.5, Galante 6.5, Pasquale 6, Balleri 6.5 (35' st Pfertzel sv), Morrone 6, Passoni 5.5, Filippini 6, Fiore 7.5 (42' st Vidigal sv), Lucarelli 7 (23 Manitta, 32 Pavan, 7 Pfertzel, 24 Coppola, 22 Cesar, 8 Vidigal, 21 Paulinho). Allenatore: Arrigoni 6.5.
Messina (4-4-2): Caglioni 5, Rea 5 (20' st De Vezze 5.5), Zanchi 5.5, Zoro 6, Parisi 5.5, Candela 5 (34' st Alvarez), Pestrin 6, D'Aversa 6, Giallombardo 5.5 (1' st Bakayoko 5), Iliev 5.5, Floccari 6 (1 Paoletti, 31 Morello, 3 Minetti, 20 Cordova). Allenatore: Cavasin 5.
Arbitro: Farina di Novi Ligure 6.
Reti: nel pt 26' Fiore; nel st 24' Lucarelli, 33' Zoro.
Note: angoli 7 a 6 per il Messina. Ammoniti: Parisi, Rea, Vidigal e Pestrin per gioco falloso. Recupero: 0' e 5'. La partita si è giocata a porte chiuse.
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Una vittoria per addolcire quello che Spinelli ha definito "il giorno più amaro della sua vita", per salvare la panchina di Arrigoni e per interrompere un digiuno (di successi) che durava da tre mesi. Tre punti pesanti quelli che il Livorno conquista contro il Messina di Cavasin, battuto 2-1 grazie alle reti di Fiore, bravo a chiudere una splendida triangolazione con Lucarelli e a sorprendere l'impacciato Caglioni, e dello stesso capitano amaranto.
Un punto in due gare per Cavasin che ha preso il posto di Giordano. Non vince da fine ottobre la squadra siciliana e la situazione di classifica si fa sempre più preoccupante. Nonostante i tornelli acquistati da Spinelli, niente pubblico al Picchi. Si gioca a porte chiuse per la rabbia dei tifosi (in 300 fuori dallo stadio) e l'amarezza del presidente amaranto, uno dei pochi (tra questi anche l'ex arbitro Collina) a seguire il match dalla tribuna.
Livorno reduce dalla sconfitta interna, nel deserto del Picchi, contro l'Espanyol in Uefa. "Se non vinciamo sarà difficile evitare l'esonero", aveva detto alla vigilia Arrigoni. Il suo Livorno, forse stanco dopo l'impegno in Europa, stenta a decollare. Balleri per Pfertzel, Rezaei per Kuffour, Cesar in panchina e Fiore alle spalle di capitan Lucarelli, queste le scelte di Arrigoni che conferma il suo 4-4-1-1. Cavasin risponde con il 4-4-2, preferendo l'ex Giallombardo ad Alvarez e mandando in panchina l'altro ex: Bakayoko, al quale viene preferito Iliev che affianca Floccari in attacco.
Il Messina parte bene, con personalità e autorità. Iliev è ispirato, mentre già al 5' Giallombardo cerca il gol dell'ex con un sinistro che Amelia alza sopra la traversa. Dopo 20 minuti, il Livorno prende le misure al Messina trascinato da un Fiore in grande forma e deciso a dimostrare di essere ancora uno dei migliori centrocampisti d'Italia. E' lui che comincia a far girare la squadra offrendo a Galante la prima palla-gol (bravo Zoro ad opporsi).
Al 26' il Livorno passa, dopo una splendida azione Lucarelli-Fiore. Il capitano parte in contropiede, triangola due volte con Fiore che chiude con un sinistro al volo che sorprende Caglioni. L'ex granata continua a dare spettacolo, ma al 29' il suo destro viene respinto da Caglioni. Messina in difficoltà che cerca di reagire con un sinistro di Parisi che finisce alto di poco.
Ma è sempre il Livorno a condurre il gioco, Fiore inventa anche di testa e, al 40', innesca Lucarelli il cui destro al volo viene respinto da Caglioni, l'azione prosegue e Fiore manda al tiro anche Morrone (out).
Nella ripresa ci si aspetta un Messina disperato e arrembante, non è così. E' anzi il Livorno a cercare il raddoppio, prima con Grandoni, poi con due tiri del solito Fiore (bravo Caglioni sul primo, fuori di poco il secondo). Al 24' arriva il 2-0, lo firma Lucarelli (stop e destro vincente) su assist di Balleri. Al 29' Lucarelli meriterebbe il rigore per la trattenuta di Zanchi, Farina lascia correre e al 33, arriva il 2-1 del Messina: lo firma Zoro di testa. Lucarelli va vicino al 3-1, ma Caglioni dice di no. Finisce 2-1, il Livorno torna a vincere dopo 3 mesi, Messina sempre più inguaiato.
Fonte: La Sicilia