Le Siciliane di A. Il Palermo pareggia con l'Inter dei record. Il Catania col Parma ferma le sconfitte. Il Messina capitola col Milan
INTER - PALERMO 2-2
Inter: Julio Cesar; Maicon, Burdisso, Materazzi, Grosso (8' st Stankovic); Zanetti, Dacourt (18' st Ibrahimovic), Cambiasso; Figo; Crespo (33' pt Cruz), Adriano. All. Mancini
Palermo: Fontana; Dellafiore, Barzagli, Zaccardo; Diana, Simplicio, Guana, Bresciano, Cassani;
Cavani; Caracciolo (26' st Giacomazzi). Ciaramitaro, Brienza. All. Guidolin
Arbitro: Rizzoli di Bologna
Reti: 3' pt Caracciolo, 46' pt Zaccardo, 22' st Cruz, 29' st Adriano.
Note: Serata calda, terreno in discrete condizioni. Spettatori: Ammoniti: Caracciolo, Cavani, Cruz, Giacomazzi. Angoli: 9-4 per l'Inter. Recuperi: 2' pt e 3' st.
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Un pareggio giusto alla fine di una bellissima partita. Il Palermo nel primo tempo ha dominato (gol di Caracciolo e Zaccardo, traversa di Cassani, gol di Caracciolo per un discutibile fallo di Barzagli), nella ripresa ha subito l'Inter, rigenerata dall'ingresso di Stankovic e Ibrahimovic.
Qualunque squadra sarebbe crollata, dopo l'uno-due del primo tempo, l'Inter no. Mancini ha buttato nella mischia i suoi pezzi da novanta e la partita è cambiata: Cruz e Adriano hanno pareggiato. La squadra rosanero tuttavia ha giocato una bella partita e ha ceduto solo al maggior peso atletico dell'Inter, alla lunga. E' stata tuttavia la serata della riabilitazione per i rosanero, mentre i nerazzurri (ora a più sedici sulla Roma, che affronteranno mercoledì) dovranno conquistare lo scudetto con la pazienza.
La partenza sparata del Palermo ha sorpreso l'Inter, priva di Vieira, Samuel e Maxwell, e con Stankovic-Ibrahimovic in panchina. La squadra di Guidolin nelle prime battute ha messo in difficoltà i nerazzurri a centrocampo, specie con l'inserimento in formazione di Cassani sulla sinistra, in vece di Corini, lasciato in panca. Con le sue incursioni sulla sinistra Cassani ha spesso promosso il gioco rosanero e comunque ha impedito a Maicon di avanzare. Efficace sulla destra anche Diana su Grosso. Consistente pure l'apporto di Cavani e degli uomini della metà campo rosanero.
Bisogna dire che tutto è stato facilitato comunque dal gol segnato in apertura, dopo appena 3', dal redivivo Caracciolo, che ha ricevuto da Simplicio fra i distratti centrali nerazzurri: facile il tocco in rete. L'Inter, da quando è sicura di vincere lo scudetto, sta giocando maluccio qualche volta e le numerose assenze hanno complicato ulteriormente le cose. Contro il Palermo, Figo (scatenato nella ripresa) non è stato sempre lucido, mentre Crespo (infortunatosi dopo 30' e sostituito da Cruz, che ha dato il la al pareggio) e Adriano (autore del gol del 2-2) non hanno trovati spazi, ben controllati dai difensori rosanero. E se consideriamo che Cassani all'11' ha colpito una traversa, che al 30' Bresciano ha sparato su J.Cesar da buona posizione, che al 36' è stato annullato a Caracciolo un gol per un (presunto) fallo di Barzagli, che al 44' Cassani non è riuscito a mettere in rete da posizione favorevole, il quadro è completo. Quando poi al 46' i difensori rosanero Barzagli e Zaccardo (che ha messo nell'angolo come un ottimo attaccante) hanno confezionato il secondo gol, il re (anzi la regina, trattandosi dell'Inter) è apparso nudo. La squadra di Mancini ha tentato con Dacourt, Burdisso, Adriano, Cambiasso, Zanetti e Maicon, ma le ottime parate di Fontana e la mancanza di precisione dei nerazzurri hanno reso inutili gli assalti. Ma molto meglio il Palermo, senza dubbio.
L'Inter ha aggredito il Palermo all'inizio della ripresa con Figo, Grosso, Adriano, Dacourt ma senza molta incisività e precisione. I nerazzurri avevano persin segnato al 7' con Cruz in offside dopo una serie di tiri (Figo,Adriano) respinti da un grande Fontana.
Poi Mancini ha deciso di cambiare: Stankovic per Grosso. La partita è proseguita su livelli elevati: l'Inter è cresciuta, ma la difesa rosanero si è difesa con i denti e Barzagli è apparso insuperabile, come Dellafiore. Mancini si è giocato a questo punto la carta Ibrahimovic (per Dacourt): tre punte. E così è arrivato il gol di Cruz di testa su traversone da sinistra di Figo. A questo punto Guidolin ha rafforzato il centrocampo con Giacomazzi al posto di Caracciolo. La partita (sempre bella) è però cambiata: il Palermo è apparso in difficoltà. Figo (assist decisivi) al 29' ha messo sulla testa di Adriano la palla del pareggio. A questo punto l'Inter ha preso in mano la partita e il Palermo è calato, perdendo metri e subendo. Stankovic ha dato una spinta diversa alla squadra di Mancini. Al 38' è stato annullato (al limite) un gol di Cruz. Ibrahimovic ha poi tirato su Fontana al 41'. Ma il Palermo è riuscito a condurre in porto un pareggio meritato. [la Repubblica]
PARMA - CATANIA 1-1
Parma (4-4-2): Bucci 6, Coly 6, Couto 6.5, Contini 5, Castellini 6, Muslimovic 5, Cigarini 6.5 (31' st Bolano 6), Parravicini 6, Bocchetti 5.5 (20' st Kutuzov 5.5), Budan 5 (1' st Paponi 5.5), Rossi 5.5. (23 De Lucia, 25 Perna, 28 Paci, 26 Ferronetti). All.: Ranieri 6.
Catania (4-3-3): Pantanelli 5.5, Lucenti 6.5, Stovini 6, Cesar 6, Vargas 6, Izco 6.5, Edusei 7, Caserta 5.5, Millesi 5 (10' st Biso 6.5), Spinesi 6, Corona 5. (32' st Minelli sv). (22 Spadavecchia, 3 Falsini, 4 Sottil, 11 Plasmati, 33 Iannelli). All.: Marino 6.5.
Arbitro: Ayroldi di Molfetta 6.
Reti: nel pt 20' Spinesi, 32' Cigarini.
Note: angoli: 3-1 per il Parma. Recupero: 0' e 5'. Ammoniti: Contini e Lucenti per gioco scorretto, Stovini per proteste. Spettatori: 14.000.
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Il Catania torna a fare punti. Dopo quattro sconfitte di fila, i rossazzurri, pur rinviando nuovamente l'appuntamento con la vittoria nel girone di ritorno, conquistano un pari prezioso a Parma in uno scontro chiave nella lotta per non retrocedere. Il risultato del Tardini consente alla squadra di Marino di tenere a distanza gli emiliani, terz'ultimi e staccati di sette lunghezze (seppur con una partita in meno), spingendo così gli etnei verso la salvezza, traguardo da avvicinare ulteriormente nel fondamentale match con l'Ascoli di domenica prossima.
In un incontro dai contenuti tecnici mediocri tra due formazioni che dimostrano di non essere al top, sono gli errori individuali a propiziare entrambi i gol. Un clamoroso intervento a vuoto di Contini e un'esitazione della difesa catanese sono all'origine delle reti di Spinesi - che eguaglia il record rossazzurro di marcature stagionali in A detenuto da Facchin (campionato '64-'65) - e Cigarini che valgono l'uno a uno conclusivo. A parte il primato di Spinesi, le altre indicazioni positive vengono soprattutto dalla buona prova a centrocampo di Edusei e Biso, bravo ad agire in coppia col ghanese dopo il suo ingresso in campo nella ripresa. Tra le note negative, invece, un'altra prestazione incolore di Millesi, poco incisivo e rimpiazzato proprio da Biso nel secondo tempo.
Marino schiera la formazione prevista, con un'unica eccezione: al posto di Sottil, al centro della difesa, non c'è Minelli, ma Cesar. Per il resto spazio al 4-3-3 annunciato con Lucenti a destra in difesa, Izco a centrocampo e Millesi sulla destra del tridente. Ranieri, un ex, deve fare a meno di sei giocatori e schiera i suoi con un 4-4-2 in cui Rossi e Budan fanno coppia in attacco e Muslimovic viene impiegato come esterno di centrocampo.
I primi minuti di gara lasciano poco spazio agli spunti di cronaca. Il Catania gioca a viso aperto, i padroni di casa ci mettono un po' a prendere le misure agli avversari. Al 13' il Parma sfiora il vantaggio: Bocchetti si esibisce in una girata di testa su corner di Cigarini, sulla linea c'è Edusei che salva la porta rossazzurra. Al 20' arriva il vantaggio etneo con Spinesi che approfitta di un goffo liscio di Contini, s'impadronisce del pallone e tutto solo fulmina Bucci.
Anche la difesa catanese, però, è in vena di regali e così al 32' arriva il pareggio di Cigarini. Il centrocampista emiliano batte una punizione da 35 metri a spiovere nell'area ospite: Couto salta e disturba Cesar, nessuno dei due sembra toccare il pallone che sorprende l'immobile Pantanelli e s'infila in rete. Il match è di quelli da ultima spiaggia e le due squadre si basano più sugli errori degli avversari che sulle proprie geometrie.
Nella ripresa discreta partenza del Parma, che prova a giovarsi dell'inserimento di Paponi per uno spento Budan. Anche Marino cambia qualcosa inserendo Biso per uno spento Millesi e passando al 4-4-2 con Izco e Caserta larghi. La mossa è fruttuosa. Edusei e Biso combinano bene aiutando la squadra a mantenere il baricentro non troppo basso. Al 12' è Rossi a creare un pericolo nell'area avversaria, ma il talento italoaericano sbaglia la girata di sinistro dopo una serpentina.
Un pareggio casalingo contro una concorrente per la salvezza non è un gran risultato, Ranieri lo sa e al 20' gioca la carta Kutuzov al posto di Bocchetti. Al 25' è però il Catania a far temere il peggio ai tifosi di casa: azione insistita di Izco che vince un paio di rimpalli ma cincischia prima di tirare, interviene Spinesi, ma l'azione sfuma. Un minuto dopo arriva la risposta del Parma con un tiro di Rossi dopo un dialogo con Cigarini: Pantanelli si tuffa e devia. Nei minuti finali il caldo prevale sulle due squadre, che lentamente si spengono. L'ultimo brivido lo dà Muslimovic, con una girata di testa che finisce di poco a lato.
MESSINA - MILAN 1-3
Messina (4-5-1): Paoletti 7, La Vecchia 5,5, Zanchi 6, Iuliano 6 (42' st Morello sv.), Giallombardo 5,5, Alvarez 6, Pestrin 6 (28' st Cordova 5,5), De Vezze 5, D'Aversa 5 (12' st Floccari 5), Masiello 6, Riganò 5. (71 Cesaretti, 13 Rea, 19 Parisi, 28 Bakayoko). Allenatore: Giordano 5.
Milan (4-4-2): Dida 6, Cafu 6, Bonera 6, Kaladze 6,5, Favalli 6 (44' st Jankulowski sv), Pirlo 6 (42' st Ambrosiani s.v.), Gattuso 6,5, Gourcuf 6, Kakà 7, Gilardino 5 (32' st Serginho 6), Ronaldo 6,5. (16 Kalac, 13 Nesta, 44 Oddo, 7 Olivera). Allenatore: Ancelotti 6.
Arbitro: Rosetti di Torino 6.
Reti: nel pt 14' Kakà, 30' Favalli, nel st 41' Ronaldo, 48' Masiello.
Note: angoli 4 a 4. Recuperi: 2' e 3'. Ammoniti: Riganò per proteste, Gourcuff per simulazione, Devezze, Zanchi, Alvarez, Lavecchia, Pirlo, Serginho, per gioco falloso. Spettatori: 25 mila di cui due mila simpatizzanti rossoneri provenienti da vari club di Sicilia e Calabria.
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Giornata di sole estivo. Poco più di un allenamento per il Milan, in casa di un Messina che doveva giocarsi col coltello tra i denti le ultime chance di salvezza. Invece non c'è stata partita sin dall'avvio, con Dida praticamente spettatore e i rossoneri, che hanno chiuso la pratica in mezzora, in versione balneare. La differenza esistente in campo era tanta, nonostante la giornata poco felice di Gilardino, mentre Ronaldo ci prova varie volte e alla fine viene premiato. Otto ammoniti lascerebbero pensare a una partita cattiva ma è stato Rosetti, sin dall'inizio, a non tollerare nulla usando un ugual metro di giudizio.
Il Milan scavalca il Palermo e si piazza al quarto posto, che vale la Champions, a parità di partite giocate, in attesa del posticipo di stasera e del turno di recupero di mercoledì nel quale i rosanero rimarranno fermi. Per il Messina sempre più notte fonda, con un penultimo posto desolante. Alla fine Ancelotti decide di far riposare Maldini, Nesta, Seedorf e Oddo, confermando il trio Kakà, Gilardino, Ronaldo; invece Giordano si copre mandando in panchina Floccari e mettendo in campo un centrocampista in più, De Vezze, con Riganò unica punta.
Messina subito aggressivo con due tiri da fuori di Pestrin e di Masiello che chiama Dida alla deviazione in angolo. La squadra di Giordano fa possesso palla a centrocampo cercando di affondare, il Milan è sornione aspettando il varco giusto. E al 14' Kakà prende la mira al limite e sferra un destro preciso che si infila alla sinistra di Paoletti. E il brasiliano si ripete altre due volte chiamando in quindici minuti Paoletti al miracolo per ben due volte.
Il raddoppio è nell'aria e arriva puntuale al 30' quando Gourcuff pesca alla perfezione Favalli in area: il tiro da distanza ravvicinata è facile facile. Il Milan dilaga, il Messina non esiste e al 36' La Vecchia si oppone col corpo sul tiro a botta sicura di Favalli. Al 42' Gilardino fallisce un'occasione clamorosa servito a pochi metri dalla porta da una perla di Ronaldo.
La musica non cambia nella ripresa, anche se il Messina sembra più volenteroso ma non riesce a creare seri problemi alla retroguardia rossonera. Prova Alvarez a ripetere dopo 10 minuti la prodezza balistica col Siena ma Dida non si lascia sorprendere. Al 17' ancora una clamorosa occasione per i rossoneri: Kakà entra in area e si fa ribattere il tiro da Paoletti in uscita, riprende Giardino e il suo tiro a porta vuota viene ribattuto sulla linea da Pestrin. Nell'azione si fa male Zanchi, tanta paura per i gesti che provengono dal campo ma per fortuna nulla di grave.
La partita va avanti stancamente, il Milan dà l'impressione di volersi allenare e ogni tanto ripartire in velocità, il Messina ha tanta buona volontà ma nulla più. Ronaldo ci prova due volte e alla terza, al 41' sferra un bolide dai 25 metri sotto la traversa. Gol stupendo. Il Messina nel recupero ha l'orgoglio di accorciare con Masiello, abile a incunearsi in area su lancio di Floccari. E la partita finisce con i cori dei tifosi giallorossi che invocano in campo la formazione Primavera e insultano il presidente Pietro Franza.
Fonte: La Sicilia