Le Siciliane di A. Il Palermo spazza il fantasma di Toni. Finisce per il Messina l'avventura in serie A
PALERMO - FIORENTINA 1-0
Palermo (4-3-2-1): Agliardi 6, Zaccardo 6, Rinaudo 6.5, Barzagli 6.5, Grosso 6, Santana 6, Barone 6.5, Gio. Tedesco sv (26' pt Conteh 6), Brienza 7 (24' st Accardi sv), Di Michele 6.5, Godeas 6 (38 st M. Gonzalez sv). (24 Andujar, 20 Codrea, 21 Biava, 29 Caracciolo). All.: Papadopulo 6.5.
Fiorentina (4-4-1-1): Lobont 6, Ujfalusi 6, Gamberini 6, Kroldrup 6.5, Pasqual 5, Jorgensen 5 (12' st Bojinov 6), Brocchi 6, Donadel 6 (25' st Montolivo 5.5), Fiore 6, Jimenez 5, Toni 6. (99 Berti, 14 Brivio, 26 Pancaro, 27 Di Loreto, 28 De Falco). All.: Prandelli 5.5.
Arbitro: Trefoloni di Siena 6.
Reti: nel st 8' Di Michele.
Note: angoli 6-1 per la Fiorentina. Recupero: 2' e 4'. Ammoniti: Jorgensen, Gamberini, Rinaudo, Donadel, Montolivo per gioco falloso; Santana per ostruzionismo. Spettatori: 30.056 (24.870 abbonati, 5.186 paganti), per un incasso di 582.778,84 (476.316,84 quota, 106.462,00 incasso partita) euro.
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Il Palermo batte la Fiorentina e cancella il fantasma di Luca Toni che nel complesso disputa una partita appena sufficiente, colpisce anche un traversa, ma viene quasi azzerato dai fischi di una folla inferocita, che non gli perdona il cambio di maglia dell'estate scorsa e lo fischia quasi senza soluzione di continuità.
Il bomber viola ha perso la sua sfida personale con la città che più di ogni altra lo ha amato, vivendo un pomeriggio da incubo. Perfino la storica rivalità fra i rosanero e i viola è stata annientata dall'odio sportivo verso Toni che già si era manifestato in occasione della sfida mondiale che l'Italia aveva vinto a Palermo - con il suo bomber in campo - sulla Slovenia.
Fischi e fischietti del Barbera stordiscono le due squadre e annacquano le pretese di una Fiorentina inizialmente arrendevole, poi via via sempre più spigliata e impegnata nella sua ricerca al gol, meglio se di Toni. Non spicca di certo l'agonismo in campo, dove invece la prudenza prevale sulla voglia di vincere. I tentativi concreti di pervenire alla segnatura sono rari e imprecisi, le difese hanno facilmente buon gioco sui rispetti attacchi.
Ma c'è una sfida nella sfida che tiene alta la tensione nello stadio Barbera: è quella lanciata dal pubblico di fede rosanero all'attaccante Luca Toni, un giorno amato e oggi odiato oltre ogni limite. Il bomber finisce nella rete di Barzagli e Rinaudo, si muove con la consueta pericolosità, ma non punge.
Chissà cosa darebbe per segnare un gol alla sua ex squadra e poi magari portarsi il dito indice sul naso, come a zittire uno stadio intero, come fece Batistuta nel Camp Nou di Barcellona, quando portò in vantaggio la Fiorentina in una partita di Champions League.
Toni fa l'elastico, svaria, va perfino a rinviare di testa nell'area di porta della Fiorentina, poi trova il tempo e lo spazio, quando ormai il recupero del primo tempo è già iniziato, di colpire di testa sul cross dalla trequarti di Brocchi e centra la traversa. Il Barbera ha un sussulto, i tifosi del Palermo rabbrividiscono, poi ricominciano a fischiare. Il primo tempo è tutto qui e nell'infortunio di Giovanni Tedesco, costretto a lasciare per un risentimento muscolare (Papadopulo, a quel punto, avanza Zaccardo a centrocampo e inserisce Conteh sulla destra della difesa).
La ripresa comincia com'era finito il primo tempo: cioè, con i fischi per Toni. Passano solo 8' e il Palermo va in vantaggio con Di Michele, ma il merito del gol è quasi esclusivamente di Brienza, velocissimo e abilissimo nel ribaltamento di fronte.
L'ex udinese Di Michele potrebbe raddoppiare al 10', ma Lobont vola e devia la sua conclusione di sinistro, scoccata dal settore destro dall'area viola.
La reazione della Fiorentina non si fa attendere: Prandelli manda in campo il bulgaro Bojinov, passando dal 4-4-1-1 a un più incisivo 4-3-1-2, ma è il difensore Kroldrup a sfiorare il gol con un colpo di testa che supera di poco l'incrocio alla sinistra d Agliardi, su angolo di Fiore.
Bojinov, invece, si presenta al 16', mancando l'impatto di testa con il pallone a pochi passi da Agliardi. Al 18' e al 19' ci prova Fiore, ma in e entrambi i casi fallisce di un soffio le bersaglio.
C'è solo la Fiorentina in campo, il Palermo cerca solo di conservare il gol segnato in apertura di ripresa. Prandelli getta nella mischia anche Montolivo, ma con il passare dei minuti la pressione di toscani di affievolisce e il Palermo comincia a toccare con mano la vittoria. A 10' dal termine un altro sussulto scuote il Barbera: Bojinov si libera al limite e indovina l'angolo dalla destra di Agliardi, che si allunga e neutralizza. L'epilogo del match arriva prima ancora che la Fiorentina riesca ad agganciare un Palermo che ricomincia a respirare l'aria dell'Europa.
REGGINA - MESSINA 3-0
Reggina (3-5-1-1): Pelizzoli 6.5, Franceschini 6.5, De Rosa sv (22' pt Lanzaro 6.5), Lucarelli 6.5, Mesto 6.5, Paredes 6 (1' st Biondini, 7), Tedesco 6.5, Vigiani 6.5, Modesto 6.5, Cozza 7 (31' st Bianchi 6.5), Amoruso 7. (12 Saviano, 2 Choutos, 4 Giosa, 34 Missiroli). All.: Mazzarri 6,5.
Messina (4-3-3): Storari 5, Rezaei 5.5, Zanchi 5.5, Zoro 5, Parisi 5, Donati 5, Bondi 5 (15' st Rafael 5), Sullo 5 (27' st D'Agostino 5.5), Floccari 5, Muslimovic 5.5, Di Napoli 5. (88 Caglioni, 4 Cristante, 28 Innocenti, 9 Nanni, 46 Tummiolo). All.: Ventura 5.5.
Arbitro: Messina di Bergamo 7.
Reti: nel st 8' Cozza, 14' Amoruso (rig), 33' Bianchi.
Note: espulsi al 28' st l'allenatore della Reggina, Mazzarri, per essere uscito dalla zona regolamentare, e al 18' st Parisi per fallo da dietro. Ammoniti: Cozza, Zoro e Tedesco per proteste e Sullo, Vigiani, Donati e Di Napoli per gioco falloso. Angoli: 4-3 per il Messina. Recupero: 3' e 3'. Spettatori: 14 mila.
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Il derby dello Stretto numero 62, che alla fine si è rivelato il più crudele della storia, regala due verdetti contrastanti: la Reggina batte il Messina (3-0 alla fine) e si salva, ma la sua vittoria condanna i giallorossi alla serie B. A nulla è servito il cambio sulla panchina (Ventura per Mutti) da parte del presidente Franza, che ha lasciato lo stadio con qualche minuto d'anticipo: il Messina si trova adesso a 6 punti dal Siena, ma è in svantaggio con i toscani negli scontri diretti.
Il match è stato deciso nella ripresa grazie ai gol di Cozza, Amoruso su rigore e poi Bianchi con un Messina che ha cercato di replicare solo dopo il 3-0 e con un uomo in meno per l'espulsione di Parisi. L'immediata vigilia del match è stata caratterizzata da un'attesa tranquilla e senza incidenti. Le due tifoserie si sono sfidate a colpi di striscioni divertendo e divertendosi a leggerli reciprocamente.
Il match è molto teso vista l'alta posta in palio. La Reggina, almeno nelle fasi iniziali, appare più convinta del Messina anche perchè ha dalla sua due risultati su tre, mentre il Messina appare privo di convinzione. Ventura, in tutta onestà, deve anche schierare una squadra priva di Antonelli, Nocerino, Aronica e Sculli.
Il match appare bloccato (dopo 22' fuori De Rosa infortunato e dentro Lanzaro) e a parte un paio di conclusioni dalla distanza di Parisi senza esito non si segnalano azioni clamorose fino al 41' quando in contropiede il Messina ha con Floccari la palla dell'1-0 ma l'attaccante stoppa bene in area ma calcia oltre la traversa a tu per tu con Pelizzoli.
La stessa situazione si verifica dopo 2' dall'altra parte con Tedesco che serve Cozza davanti a Storari ma il capitano amaranto arriva stanco e calcia a lato. Nella ripresa, Biondini entra al posto dell'infortunato Paredes e proprio dai suoi piedi nasce l'azione del vantaggio della Reggina: è lui che serve in profondità Cozza che al 6' tira di prima intenzione e batte Storari.
Il Granillo esplode e lo fa nuovamente al 12' quando Amoruso mette alle spalle di Storari un penalty concesso per un fallo contestato in area di Zoro su Tedesco. I nervi saltano ed il Messina rimane in dieci per l'espulsione di Parisi (16') e adesso tutto si fa tremendamente difficile per Ventura che tenta la carta Rafael e poco dopo D'Agostino.
E in dieci e con questi cambi qualcosa si vede in più con Pelizzoli che viene spesso chiamato in causa ma che si disbriga con bravura. Intanto viene espulso anche Mazzarri che supera spesso la linea di sua competenza ma il tecnico amaranto aveva già disposto l'ingresso in campo di Rolando Bianchi che al 31', da poco entrato, infila in contropiede il gol del definitivo 3-0 che lascia in A la Reggina e manda nella serie cadetta il Messina.
Fonte: La Sicilia
La classifica di serie A
Juventus 85 Milan 82 Inter 74 Fiorentina 68 Roma 66 Lazio 56 Chievo 53 PALERMO 49 Livorno 47 Parma 45 Empoli 42 Reggina 41 Sampdoria 40 Ascoli 40 Udinese 40 Cagliari 38 Siena 37 MESSINA 31 Lecce 25 Treviso 18