Le Siciliane di A. Le aquile rosanero battute dai lupi giallorossi. Pareggio tra Parma e Catania con un finale da fondoschiena...
PALERMO - ROMA 0-2
Palermo (4-4-2): Fontana 6.5, Zaccardo 5.5, Rinaudo 5.5, Barzagli 5.5, Capuano 5.5, Jankovic 5.5 (1' st Bresciano 6), Guana 6 (9' st Migliaccio 6), Simplicio 5.5, Gio. Tedesco 5 (1' st Cavani 6.5), Miccoli 6, Amauri 6.5. (1 Agliardi, 5 Matteini, 15 Dellafiore, 53 Cossentino). All. Colantuono 5.5.
Roma (4-2-3-1): Doni 6.5, Cassetti 6, Mexes 7, Panucci 6.5, Tonetto 6, De Rossi 7, Aquilani 7, Taddei 6, Giuly 6 (33' st Cicinho sv), Vucinic 6 (24' st Brighi sv), Totti 6.5 (40' st Alvarez sv). (1 Curci, 28 Rosi, 29 Barusso, 36 Della Penna). All.: Spalletti 6.5.
Arbitro: Morganti di Ascoli Piceno 6.
Reti: nel pt 4' Mexes, 27' Aquilani.
Note: angoli: 7-5 per il Palermo. Recupero: 1' e 4'. Ammoniti: Barzagli, Guana, Bresciano e Brighi per gioco falloso. Spettatori: 32.202 (12.755 paganti, 19.447 abbonati), per un incasso di 677.816,89 euro.
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Adesso è ufficiale: è la Roma la stella che più brilla nel cielo della nuova serie A, in questo inizio di stagione. E anche solo pensare allo scudetto non è utopia; non dopo, ma assieme ai campioni in carica dell'Inter. La squadra giallorossa, nel giro di pochi giorni, ha maramaldeggiato prima a San Siro, al cospetto dei nerazzurri, aggiudicandosi al Supercoppa Italiana, poi ha concesso il bis in un campo considerato difficile come quello del Palermo, battuto 2-0.
Ai giallorossi è bastato un primo tempo giocato su ritmi vertiginosi, malgrado la canicola del 'Barberà, per risolvere la pratica e confermare l'ottimo momento di forma. È solo una questione di minuti, ne bastano 4 alla Roma per far pendere l'ago della bilancia verso connotazioni cromatiche ben definite: nel cielo sopra il Barbera, infatti, campeggia da subito il giallorosso.
Totti e soci, davanti agli occhi del ct Donadoni, sbarcato in Sicilia per vedere da vicino Zaccardo, Barzagli e il neocentrale difensivo Panucci, attaccano subito gli spazi e mandano al tappeto un Palermo volenteroso, ma svagato, ancora abbastanza imballato, forse non troppo pronto - anche mentalmente - per una sfida da tre punti, peraltro contro la squadra che produce il miglior calcio in Italia.
La Roma, sorretta dalle sue colonne di centrocampo De Rossi e Aquilani, corre, carica e, quando parte, fa davvero paura. Il Palermo rincula, ma non riesce a turare le falle che si aprono sulla mediana, dove Taddei, Giuly e Vucinic trovano un'opposizione fin troppo sterile. Si capisce subito che per il Palermo sarà come scalare l'Everest in poche ore, partendo dal campo base e senza ossigeno.
Il gol di Mexes, che sul secondo palo insacca un cross da destra di Taddei, pesa come un macigno sull'economia del match e condiziona - anche sotto il profilo dell'approccio diretto alla partita - tatticamente il Palermo. L'1-0, infatti, apre vaste praterie ai giallorossi, che sono maestri nei ribaltamenti offensivi e sfruttano senza pietà gli spazi che i padroni di casa fatalmente concedono.
Nei primi 46' di gioco si contano otto occasioni per gli ospiti, l'esatta metà per la compagine di Colantuono, che va avanti più con la forza di volontà che per vera convinzione. Se è vero che le partite si vincono e si perdono a centrocampo, il Palermo soccombe proprio nella zona mediana. Il raddoppio di Aquilani, autore di un gran destro da 25 metri, chiude anzitempo il conto, dopo che il Palermo aveva timbrato la traversa con Capuano, su sponda di Amauri. Nella ripresa Stefano Colantuono cambia tutto: fuori Giovanni Tedesco e Jankovic, dentro Cavani e Bresciano, poco dopo trova spazio anche Migliaccio. La voglia di rimontare c'è, ma è la Roma ad andare vicina al tris con Giuly, Vucinic e Totti, ma Fontana è straordinaria, confermandosi nonno volante, con i suoi quarant'anni e mezzo. Che non sia serata per il Palermo lo conferma al 20' il palo colpito da Miccoli con un bolide dai venti metri che supera Doni.
Qualche minuto prima Cavani il palo, invece, lo aveva soltanto sfiorato. Il Palermo, fra il 15' ed il 20' produce il massimo sforzo e la Roma va quasi in apnea, Spalletti capisce il momento e toglie Vucinic (un attaccante) per mettere in campo un uomo di raccordo come Brighi. Una Roma meno sbilanciata abbassa sensibilmente il quoziente di rischio, aspettando il contropiede buono per chiudere definitivamente i conti.
Il Palermo continua a collezionare palle-gol con Cavani (miracolo di Doni da pochi metri, al 30') e in una mischia risolta con un salvataggio di gruppo a pochi metri dalla linea. I rosanero, volenterosi fino al sacrificio (tanto da uscire fra gli applausi), cadono in piedi, ma la Roma vola. L'ultimo brivido lo regala uno scontro aereo fra Cassetti e Amauri: dopo la violenta testata il brasiliano si rialza, mentre il romanista rimane a terra, tornerà in campo dopo poco più di un minuto.
PARMA - CATANIA 2-2
Parma (4-3-3): Bucci 6.5, Zenoni 5, Falcone 5, M. Rossi 6, Castellini 5, Morrone 6.5, Cigarini 6.5, Parravicini 5.5 (23' st Tombesi 6), Reginaldo 7, Budan 6 (29' st Morfeo 6), Pisanu 6.5 (32' st Paponi sv). (99 Pavarini, 33 Coly, 28 Paci, 31 Crisci). Allenatore Di Carlo.
Catania (4-2-3-1): Bizzarri 6, Gazzola 5.5 (37' st Terlizzi sv), Stovini 6.5, Sottil 5, Vargas 5, Baiocco 6.5, G. Tedesco 6, Mascara 5.5, Izco 5 (12' st Caserta 6.5), Morimoto 7 (12' st Nardini 6), Spinesi 5.5. (16 Polito, 3 Sabato, 8 Edusei, 14 Babù). Allenatore Baldini.
Arbitro: Stefanini di Prato 6.
Reti: nel pt 12' Morimoto, 27' Pisanu, 43' M. Rossi, 44' Baiocco.
Note: angoli: 5-3 per il Parma. Recupero: 0' e 4'. Ammoniti: G. Tedesco per proteste, Parravicini, Stovini e Morfeo per gioco scorretto. Al 38' st Silvio Baldini, già espulso dall'arbitro per proteste, colpisce con un calcio nel gluteo l'allenatore del Parma Domenico Di Carlo. In campo scoppia una rissa fra i giocatori, subito sedata dall'arbitro. Il gioco resta fermo per un paio di minuti, poi riprende regolarmente. Spettatori: 13.426.
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Un bel risultato, un brutto epilogo. Il Catania comincia bene il campionato ottenendo un punto esterno nella trasferta di Parma, ma guasta in parte il suo pomeriggio a causa del litigio che vede protagonista Silvio Baldini nel finale di gara.
A sette minuti dalla conclusione, il tecnico toscano viene espulso da Stefanini per essere uscito dall'area tecnica e prima di lasciare il terreno di gioco ha un acceso scambio di battute con Mimmo Di Carlo, coach emiliano, che culmina, dopo un vivace gesticolare di entrambi, in una pedata rifilata da Baldini nel sedere del collega: gesto censurabile che costerà all'allenatore degli etnei una squalifica non lieve.
A parte l'episodio, resta un 2-2 prezioso per gli etnei. Il risultato matura al termine di un match sofferto soprattutto nel primo tempo, quando i padroni di casa attaccano a più riprese prendendo il controllo del centrocampo e spingendo molto sulle fasce, dove Reginaldo e Pisanu mettono spesso in difficoltà Gazzola e Vargas.
Nonostante la generosa prova in copertura di Baiocco e Tedesco, i rossazzurri concedono numerose palle gol e rischiano troppo. Sulla trequarti Izco non trova la posizione, in avanti Spinesi resta isolato e senza palloni giocabili mentre in difesa è il solito Stovini a tenere in piedi il reparto.
In compenso, oltre al già rodato duo in mediana, c'è un Morimoto che stupisce mostrando incisività e freddezza (un gol e un assist) nei momenti decisivi al cospetto dell'incerta difesa locale. Quando nella ripresa, complice il caldo, il ritmo cala, i catanesi rischiano meno migliorando con l'ingresso di Caserta, ma resta l'impressione che la manovra vada sveltita e l'assetto in campo perfezionato.
Al Tardini, Baldini presenta un undici iniziale con un paio di sorprese. Se la difesa è quella prevista, con Bizzarri in porta e Gazzola a destra, sulla trequarti ecco spuntare Morimoto a sinistra e Izco in posizione centrale. Nardini e Caserta partono dalla panchina. I locali optano per il 4-3-3 con Zenoni e Rossi preferiti a Coly e Couto in difesa e Budan affiancato da Pisanu e Reginaldo in attacco.
La prima palla gol è per il Parma dopo appena 2' con una cavalcata di Budan, lanciato da Cigarini, che si presenta in area dalla destra e fa partire un diagonale che Bizzarri riesce a bloccare. I gialloblù si fanno apprezzare soprattutto con giocate in velocità, il Catania si affida alle ripartenze e passa al 12': assist di Mascara in area per il giapponese Morimoto che, dimenticato dagli avversari, può stoppare dalla sinistra e fare secco Bucci con un preciso destro sul secondo palo.
Il Parma reagisce e pressa gli etnei. Particolarmente attivo Reginaldo che al 22' sfiora la traversa su punizione. Al 24' potente conclusione di Budan su sponda di Reginaldo con Bizzarri che blocca in due tempi. Il pareggio arriva al quattro minuti dopo: Pisanu, servito da Reginaldo, s'infila tra Sottil e Gazzola facendo partire una conclusione potente, che sbatte sulla traversa e poi batte oltre la linea.
Il Catania subisce il ritmo dei rivali. Al 34' il Parma sfiora il gol del vantaggio: Reginaldo entra in area, serve in ritardo Budan che colpisce male e manda alto. Gli emiliani raddoppiano nel finale di tempo: colpevole eccesso di confidenza di Mascara, che uscendo dall'area sugli sviluppi di un corner serve involontariamente Marco Rossi, lesto a battere Bizzarri dal limite.
Immediata la reazione degli etnei, che pareggiano subito: Morimoto, complice anche questa volta la difesa gialloblù, si ritrova libero in area e con grande lucidità rinuncia al tiro ravvicinato per servire al centro Baiocco, il cui appoggio in rete è facilissimo.
Nella ripresa, i ritmi si abbassano. Baldini inserisce Caserta e Nardini e la mossa giova agli etnei, specialmente grazie a Caserta, che dà subito spigliatezza alla manovra ospite. Nelle file parmensi, Parravicini lascia il posto all'esordiente Tombesi, che appena entrato prova un paio di volte il tiro.
Poco dopo in campo anche Morfeo per Budan: il fantasista si presenta con un sinistro dal limite che Bizzarri blocca in due tempi. Al 31' Paponi rileva Pisanu in preda ai crampi. La partita sembra spegnersi, ma, dopo il litigio tra i due allenatori, c'è un sussulto degli emiliani. Morfeo ci prova in mischia, poi, nel recupero, un fuorigioco non scattato (Sottil in ritardo) libera Reginaldo, il cui diagonale da posizione favorevole finisce a lato di un soffio.
Fonte: La Sicilia