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Le Siciliane di A ultimo atto: i rosanero finiscono in bellezza. L'anno prossimo ci saranno anche loro, gli etnei. Addio ai giallorossi

28 maggio 2007

UDINESE - PALERMO 1-2
Udinese (3-4-3): De Sanctis 5, Zapata 5, Natali 6.5, Coda 5.5, Dossena 6, Motta 5.5, Sivok 6, Pinzi 6 (7' st De Martino sv; 22' st Lukovic sv)), Barreto 5.5, Di Natale 6, Asamoah 5.5 (59 Sciarrone, 21 Zapotocny, 31 Sissoko, 16 Matute, 23 Hodza). All: Malesani 5.
Palermo (4-4-2): Fontana 7, Zaccardo 6, Barzagli 6, Dellafiore 6, Pisano 6, Diana 6 (43' st Biava sv), Corini 7, Simplicio 6.5, Tedesco 5.5 (35' st Ciaramitaro sv), Brienza 6, Caracciolo 6 (1 Agliardi, 21 Biava, 65 Terranova, 17 Di Michele, 49 Velardi, 66 Curiale). All: Guidolin 6.
Arbitro: Salati di Trento 6.
Reti: nel pt 14' Caracciolo, 21' Sivok; nel st 26' Corini.
Note: recupero 2' e 3' Angoli: 6 a 5 per il Palermo. Ammoniti: Barreto, Corini e Diana per gioco falloso; Brienza e Barzagli per proteste Spettatori: 5 mila circa.
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Ancora una sconfitta interna. Per l'Udinese questo campionato non poteva finire peggio. Ne ha approfittato il Palermo che pur senza strafare si è portato a casa tre punti, comunque inutili per la sua classifica. L'ennesima sconfitta non sarà senza conseguenza in casa friulana. Quella contro i rosanero di Guidolin, infatti, potrebbe essere stata anche l'ultima di Malesani sulla panchina friulana. Il tecnico veneto non è infatti riuscito ad invertire la tendenza in una annata negativa cominciata, forse, con la riconferma di Galeone in plancia di comando. Poi tutto è andato storto.
Patron Pozzo sperava in Malesani, ma la squadra non ha mai dimostrato di saper cambiare passo e ha praticamente fallito tutte le occasioni avute in questi mesi per potersi confermare nei piani alti della classifica. L'Udinese ha perso in casa con Empoli, Lazio, Atalanta, Catania e Palermo. Insomma come dire che proprio tra le mura amiche la squadra di Malesani non è riuscita a far vedere quei miglioramenti che pure il mister diceva di aver apportato alla formazione.
Patron Pozzo aveva intravisto qualche cosa e aveva parlato di 'salvezza' ancora a gennaio ben sapendo, forse, che a questa squadra non era possibile chiedere altro. Ora il problema è tutto sulle prospettive. A partire dalla panchina. Poi bisognerà pensare a sostituire i partenti: da Iaquinta a Muntari, da De Sanctis a Pinzi. Insomma una rifondazione.

Quella tra Udinese e Palermo è una partita di fine stagione. E sul campo si vede. Le due squadre - a causa anche del terreno reso viscido dalla pioggia - non riescono a manovrare in tranquillità e il gioco è spezzettato da una parte e dall'altra. L'Udinese cerca le vie centrali, con Barreto e Di Natale; il Palermo risponde con le aperture di Corini per Brienza e Tedesco.
Il Palermo si fa vedere dalle parti di De Santis al 10' con Zaccardo che di testa impegna il portiere bianconero a terra. Il gol arriva al 14': l'estremo difensore dell'Udinese sbaglia un rinvio e Caraccio ringrazia. Con un perfetto esterno destro mette alle spalle di De Sanctis. L'Udinese non ci sta e incomincia a mulinare azioni pericolose. Al 21' su punizione di Barreto, Sivok di testa svetta e mette alle spalle di Fontana per il giusto pareggio. Poi la partita stazione a lungo a centrocampo.
E' però il Palermo ad avere le occasioni migliori. Al 44' e al 46' prima Corini e poi Tedesco sbagliano due facili occasioni. Soprattutto quest'ultimo, ben lanciato da Brienza, invece di calciare con forza cerca il gol di precisione. Il pallone finisce invece tra le braccia di De Sanctis. Nella ripresa le due squadre non cambiano assetto tattico e si affrontano a viso aperto. Al 4' Barreto si fa parare da Fontana una conclusione debole, poi è tedesco a colpire il palo al 20'.

Il gol del vantaggio palermitano arriva al 26' con capitan Corini. Il centrocampista vede De Sanctis un pò fuori dai pali e da 35 metri lo supera. Il pubblico - poco per la verità - incomincia con gli sfottò. L'Udinese cerca il gol del pareggio, ma Di Natale non trova il bersaglio. Poi, quasi allo scadere, è ancora il Palermo a pungere. Ma Caracciolo tutto solo non riesce a superare De Sanctis in uscita. Per Guidolin una bella rivincita. Ma contro questa Udinese era un po' come sparare sulla Croce rossa.


CATANIA - CHIEVO 2-0
Catania (4-3-3): Pantanelli 6.5; Sardo 6, Cesar 6.5, Stovini 6.5, Vargas 6.5; Lucenti 7, Izco 6, Baiocco 6.5; Biagianti 6 (11' st Rossini 7), Corona 6 (24' st Minelli 7), Mascara 6.5. (22 Spadavecchia, 4 Sottil, 14 Biso, 25 Millesi, 11 Plasmati). Allenatore: Marino 7.
Chievo (4-4-2): Squizzi 5; Malagò 5.5, Mandelli 5.5, Mantovani 5.5, Lanna 6 (24' st Cossato 5); Sammarco 6.5, Brighi 6, Marcolini 6, Semioli 6.5 (19' st Rickler 5.5); Pellissier 5, Bogdani 5.5 (6' st Obinna 5,5). (99 Concetti, 47 Marchese, 8 Giunti, 11 Italiano). Allenatore: Del Neri 5.
Arbitro: Rizzoli di Bologna 6.5.
Reti: nel st 20' Rossini, 35' Minelli.
Note: angoli: 5-4 per il Chievo. Recupero: 3' e 3'. Ammoniti: Stovini, Sardo, Sammarco, Brighi per gioco scorretto, Pantanelli per comportamento non regolamentare. Spettatori: 10.050.
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Due reti che valgono una stagione. Una vittoria che fa esplodere la festa. Il Catania resta in A. I rossazzurri battono il Chievo nella partita-spareggio che metteva in palio un posto nella massima serie e condannano i veronesi alla retrocessione, complici i successi, quasi scontati nonostante le polemiche della settimana appena trascorsa, di Siena e Reggina contro Lazio e Milan.
Sul neutro di Bologna, gli etnei la spuntano al termine di 90 minuti da infarto. Un incontro in costante apnea, una sfida che ha messo a dura prova le coronarie dei tifosi, giunti in massa al Dall'Ara (almeno settemila) e splendidi nel sostenere la squadra nel momento più difficile e delicato del torneo.

Impossibile soffermarsi sull'analisi della contesa senza considerare l'aspetto emotivo, troppo importante per non essere prioritario. Gli uomini di Marino - alla sua ultima uscita sulla panchina catanese - mettono in campo tutto il cuore e le energie fisiche e nervose di cui dispongono, soffrono quando c'è da soffrire e nella ripresa, con due elementi partiti dalla panchina e abitualmente in seconda fila, piazzano l'affondo vincente.
Sono Rossini e Minelli, entrambi al primo gol stagionale, a firmare la vittoria dell'anno. Un colpo di testa perentorio e un guizzo su calcio piazzato risolvono la gara dopo che, nel primo tempo, il Chievo aveva avuto una certa prevalenza territoriale e alcune occasioni importanti. Il 2-0 finale salva una stagione cominciata splendidamente e complicatasi sempre più dopo la sera del derby con il Palermo. Ci sarà tempo per analizzare gli errori commessi, ma oggi è il momento di festeggiare.
A Bologna, Marino, senza gli squalificati Silvestri, Edusei e Caserta e l'infortunato Spinesi, presenta una formazione a sorpresa. A centrocampo gioca Biagianti, Lucenti appoggia il tridente, Corona è al centro dell'attacco, Rossini in panchina. Del Neri risponde con un robusto 4-4-2: Squizzi a difendere la porta dei clivensi; difesa schierata con Malagò, Mandelli, Mantovani e Lanna; a centrocampo Brighi, Sammarco, Marcolini e Semioli; in avanti il tandem offensivo composto da Pellissier e Bogdani.

Partita vibrante sin dalle prime fasi di gioco. Al 2' insidioso tiro-cross dalla destra di Sardo con Squizzi costretto ad indietreggiare per evitare il gol: sul portiere frana però Lucenti che colpisce involontariamente al volto il numero uno dei veronesi, costretto a ricorrere alle cure dei medici. Il ritmo della partita sale minuto dopo minuto ed al 9' Pantanelli è bravo a deviare in angolo un tiro al volo da fuori area di Brighi.
Il Chievo spinge molto sulla destra con Semioli che al 17', complice una deviazione, sfiora l'incrocio dei pali. Nove minuti dopo arriva l'occasionissima del Catania con una mischia in area veronese chiusa da un tiraccio fuori misura di Biagianti da posizione molto favorevole. Prima del riposo ci prova anche Corona con una girata repentina dal limite, ma Squizzi blocca.

Nella ripresa, con identici schieramenti, il Catania preme alla ricerca del gol del vantaggio. Il Chievo, sostituito Bogdani con Obinna, prova a controllare il gioco e a ripartire in velocità. Marino, dal canto suo, al 10' gioca la carta Rossini arretrando Lucenti e chiamando Biagianti in panca. Al 19' Del Neri inserisce un difensore in più, il giovane Rickler, al posto di Semioli. Mossa che però si rivelerà controproducente per i gialloblu.
Al 21', il Catania passa: Rossini, su cross di Lucenti, gira perfettamente in rete di testa. Adesso tocca al Chievo riversarsi in avanti. Al 25', Cossato, subentrato a Lanna, gira in porta una punizione, trovando solo la deviazione angolo. C'è da soffrire, ma i rossazzurri al 34' sfoderano il guizzo che chiude i conti. Il vivace Lucenti con un'ottima giocata conquista una punizione sulla destra e sulla battuta di Vargas, sfruttando un'uscita incerta di Squizzi, Minelli, entrato al posto di Corona per rafforzare la difesa, firma il 2-0. Inutili tentativi clivensi di tornare in partita. Al triplice fischio di Rizzoli la festa è tutta etnea. Il Catania resta in A, sugli spalti è delirio rossazzurro.


ROMA - MESSINA 4-3
Roma (4-2-3-1): Curci 5.5; Panucci 6.5 (37' st Vucinic s.v.), Mexes 5.5, Chivu 5.5 (27' st Rosi 7), Tonetto 6; De Rossi 6.5, Aquilani 6.5 (23' st Wilhemsson 6); Taddei 6, Perrotta 6.5, Mancini 7; Totti 8. (27 Julio Sergio, 19 Defendi, 14 Faty, 17 Tavano). All.: Spalletti 7.
Messina: (4-5-1): Cesaretti 5.5; Lavecchia 6, Calà 6.5, Zanchi 5.5 (1' st Morello), Giallombardo 6; Alvarez 7, Pestrin 6.5, D'Aversa 6.5, Parisi 6 (27' st Cordova s.v.), Masiello 6.5; Riganò 7.5 (27' st Montella s.v.). (1 Paoletti, 5 De Vezze, 31 Morello, 55 Tummiolo, Bombara 70). All.: Bolchi 6.
Arbitro: Pierpaoli di Firenze 6.
Reti: nel pt 9' Riganò, 10' Totti, 19' Mancini; nel st 13' Riganò, 28' Totti, 31' Cordova, 39' Rosi.
Note: angoli 4-2 per la Roma. Recupero: 1' e 2'. Ammoniti: Masiello per proteste e Pestrin per comportamento non regolamentare. Spettatori: 53.872. Al 18' del st Totti si fa parare da Cesaretti un calcio di rigore concesso per atterramento dello stesso capitano della Roma da parte di Riganò.
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Roma e Messina salutano il campionato 2006/2007 a suon di gol all'Olimpico. Alla fine la spuntano i giallorossi di casa, per 4-3, e la squadra di Spalletti, seconda forza del campionato, chiude tra i meritatissimi applausi dei suoi tifosi. Il Messina esce a testa alta dalla sfida di Roma, ma finisce il campionato ultimo, scavalcato anche dall'Ascoli.
Per i siciliani (nessuna vittoria esterna) c'è poco da salvare in questa stagione. Il primo dei sette gol dell'Olimpico arriva al 10', ed è del Messina. D'Aversa serve Riganò, che scatta sul filo del fuorigioco, salta Curci e mette in rete. La risposta della Roma non si fa attendere, ed è firmata Francesco Totti.
Passano solo 60 secondi dal gol di Riganò, Taddei serve il capitano giallorosso che entra in area e con un preciso diagonale di destro pareggia i conti. Al 19' arriva il raddoppio della Roma, con uno splendido pallonetto di Mancini dal limite dell'area che beffa Cesaretti fuori dai pali. Le due squadre non hanno ormai niente da chiedere alla classifica, la marcature sono allegre e la gara è divertente, con la Roma che tenta soprattutto di aiutare Totti a segnare ancora e centrare l'obiettivo della Scarpa d'Oro.

Fonte: La Sicilia

- La classifica di serie A

 

 

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28 maggio 2007
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