Le siciliane di A [XIV giornata]
Il derby di Sicilia e la febbre del sabato sera! (Palermo-Catania 3-1)
Il derby visto dal tifoso...
Buon lunedì a tutti.
La febbre del sabato sera! Ricordate il film? Tutti a ballare, il sabato sera, in discoteca per dimenticare il trambusto della settimana che era passata.
Ecco. Il Palermo doveva dimenticare il trambusto di Bologna, di domenica scorsa e lo ha fatto alla grande e nel miglior modo possibile: vincendo il derby dopo molto tempo. E vincendo bene.
Miccoli e doppio Ilicic, hanno messo al tappeto un Catania che sulla carta era la favorita, ma si sa il derby è sempre una partita che sfugge alle regole.
Comunque, vittoria meritata, giocata bene dal Palermo, con gioco, carettere, grinta e buona tecnica. Ecco il Palermo che vorremmo vedere sempre, ma che fino ad ora si è visto solo a sprazzi.
Un consiglio a tutti i giocatori e al nostro allenatore: fate finta che non sia successo niente e che domenica ci giochiamo la serie A. Solo così,' pensando domenica dopo domenica, possiamo tirarci fuori dalle sabbie mobili del fondo classifica.
Buon calcio a tutti. [A.G.]
PALERMO - CATANIA 3-1
PALERMO (3-4-2-1): Benussi 6.5, Munoz 6.5, Donati 6.5, Von Bergen 6.5 (30' st Pisano sv), Morganella 7, Arevalo Rios 6, Kurtic 6.5, Garcia 6, Ilicic 8, Brienza 7.5 (41' st Viola sv), Miccoli 7.5 (21' st Dybala 6.5) (22 Brichetto, 4 Cetto, 12 Fulignati, 15 Milanovic, 16 Zahavi, 17 Giorgi, 19 Budan). All.: Gasperini 7.
CATANIA (4-3-3): Andujar 6.5, Alvarez 5.5, Legrottaglie 5, Spolli 4.5 (41' st Capuano sv), Marchese 5, Izco 5 (44' pt Castro 6), Lodi 6, Almiron 5, Barrientos 4.5, Morimoto 5 (18' st Doukara 5), Gomez 5 (1 Frison, 5 Rolin, 14 Bellusci, 16 Paglialunga, 18 Augustyn, 24 Ricchiuti, 29 Terraciano, 30 Salifu). All.: Maran 5.
Arbitro: Romeo di Verona 6.
Reti: nel pt 10' Miccoli; nel st 4' e 15' Ilicic; 24' Lodi.
Note: ammoniti Munoz, Doukara e Almiron per gioco falloso, Spolli e Donati per proteste, Miccoli (dalla panchina) per comportamento non regolamentare. Angoli: 7 a 3 per il Catania. Recupero: 2' e 4'. Spettatori: 20.969, per un incasso di 245.266 euro.
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IL PALERMO C'E', IL CATANIA NO
di Alberto Cigalini
Il derby è così. Senza mezze misure. Nel bene e nel male. Capace di esaltare e deprimere in maniera direttamente proporzionale alle emozioni che è in grado di suscitare. Nel recente passato era stato spesso il Catania a godersi il bello della classica di Sicilia lasciando al Palermo amarezze e rimpianti.
Stavolta è il contrario. Il verdetto del Barbera è chiaro. Il 3-1 evidenzia i meriti dei rosanero, che si regalano la soddisfazione più grande di una stagione sin qui povera di note liete, e sottolinea le lacune dei rossazzurri, protagonisti di un vistoso passaggio a vuoto proprio in occasione di uno degli incontri più sentiti dell'intero campionato.
La squadra di Maran marca visita sbagliando l'approccio alla gara e facendosi sorprendere da un avversario maggiormente tonico e subito in partita. Sembra lo spartito, a ruoli invertiti, di altri incroci del recente passato. E', a conti fatti, il tema lungo il quale si snodano i novanta minuti.
Il Palermo corre di più, lotta di più, ci crede di più. Quella di Gasperini è una formazione senza dubbio inferiore ad altre che negli scontri diretti degli scorsi anni hanno ceduto il passo - rimediando talvolta anche sonore batoste - al Catania, ma stavolta al cospetto dei rivali per antonomasia esibisce una robustezza mentale superiore.
Su questi presupposti, preziosi per sopperire con la grinta a limiti per altri versi non eludibili, possono emergere le individualità in grado di dare qualità al gioco dei padroni di casa: da Miccoli, che sblocca presto il risultato raccogliendo un pallone sporcato da Spolli e facendosi luce in area prima di scagliare un preciso destro all'incrocio, a Ilicic, autore di una doppietta propiziata dalla libertà e dalla scarsa opposizione riservatagli dagli avversari.
Al Catania, in quel gioco di specchi che è questo derby, accade l'opposto. I rossazzurri non hanno il passo giusto, appaiono lenti e macchinosi e la manovra non può non risentirne, così come le prestazioni dei singoli.
Il tridente, tradizionale arma in più del gruppo di Maran, paga dazio in modo particolare. Al centro l'assenza di Bergessio si avverte eccome: né Morimoto, promosso tra i titolari, né Doukara hanno il peso specifico necessario per fare male. Ciò consente, tra l'altro, alla sin qui tanto vituperata difesa rosanero di concentrare i propri sforzi sugli esterni.
Gomez e Barrientos si vedono pochissimo: il Papu prova qualcosa solo nel finale, quando la partita è già compromessa; il Pitu sbaglia molto restando ben lontano dai propri standard e finalizzando malamente una delle migliori occasioni da gol costruite dal Catania.
In un quadro così delineato, la piega presa dalla gara è di facile lettura. Il Catania, incassato il gol di Miccoli in apertura, non riesce a organizzare una reazione lineare sbagliando troppo in fase di impostazione e rifinitura. Non resta che provarci su calcio piazzato e così Lodi, sulle cui tracce Gasperini piazza subito Rios, dopo due tentativi sventati da Benussi (promosso titolare al posto dello squalificato Ujkani e ben comportatosi) riesce a disegnare a metà ripresa una splendida parabola per il 3-1.
Ma è un lampo isolato in una serata di poche luci. I ripetuti cambi di modulo di Maran, che parte col 4-3-3 per poi passare al 3-5-2 e quindi tornare al tridente con l'innesto di Castro, non cambiano le sorti di un derby in cui il Palermo - sorretto nelle ripartenze dalla vivacità di Brienza e Morganella - si rende pericoloso più volte mettendo in difficoltà la difesa avversaria (salvataggi di Andujar su Brienza con l'aiuto della traversa e su Morganella e Dybala più un recupero in extremis di Spolli su conclusione a botta sicura ancora di Morganella) legittimando la vittoria al cospetto di un Catania presosi una pausa nella serata sbagliata.
Fonte: Lasiciliaweb Sport
- La classifica di serie A (Uefa.it)