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Le Siciliane di A

Un derby emozionante e riuscito quello giocato al Massimino: Catania - Palermo 2-0

20 ottobre 2008

CATANIA - PALERMO 2-0
La partita vista dal tifoso

Meritata vittoria dei catanesi nei confronti dei rosanero.
Iniziamo a dire questo. Non hanno rubato nulla, anzi nel secondo tempo hanno dominato. Hanno giocato bene. complimenti a Zenga e al Catania, ora secondo in classifica.
E il Palermo? N.P. (Non pervenuto) solo riguardo al secondo tempo, perché finché eravamo in parità numerica, stavamo giacando la partita; poi l'espulsione di Carrozzieri alla fine del primo tempo ha sconvolto il piano di Mister IceMan.
In ogni caso dobbiamo essere fiduciosi perché dopo 2 trasferte quali quella con la Juventus e quella co Catania torniamo con 3 punti pesanti.
Forza ragazzi ed alla prossima.
[A.G.]

CATANIA (4-3-3): Bizzarri 6.5, Sardo 6.5 (26' st Stovini 6.5), Silvestre 6.5, Terlizzi 6, Silvestri 6 (43' st Baiocco sv), Izco 6.5, Biagianti 6 (14' st Llama 7), Gia. Tedesco 6, Martinez 7, Morimoto 6, Mascara 7. (12 Kosicky, 10 Dica, 16 Plasmati, 20 Antenucci). All. Zenga 7.
PALERMO (4-3-1-2): Amelia 5.5, Cassani 6, Carrozzieri 5, Dellafiore 5.5, Balzaretti 5.5, Migliaccio 6.5, Liverani 6, Nocerino 5.5 (28' st Budan sv), Simplicio 6, Miccoli 6 (8' st Gio. Tedesco 6), Cavani 5.5 (12 Fontana, 3 Capuano, 14 Guana, 46 Raggi, 77 Lanzafame). All. Ballardini 6.
Arbitro: Rocchi di Firenze 6.5.
Reti: nel st 23' Martinez, 43' Mascara rigore.
Note: angoli 7-3 per il Catania. Recupero 2' e 2'. Espulso: nel pt 45' Carrozzieri per doppia ammonizione. Ammoniti: Migliaccio per gioco scorretto e Martinez per comportamento non regolamentare. Spettatori paganti 19.061, per un incasso di 94.707 euro.
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Festa rossazzurra. Doppia. Il Catania si gode una giornata memorabile per i colori etnei. Come se non bastasse la vittoria nel derby con il Palermo, la sfida più sentita da tifosi e città, ecco arrivare il primato in classifica.
Mascara e compagni guardano tutti dall'alto verso il basso per un pomeriggio, sino a quando, in serata, l'Inter annichilisce la Roma nel posticipo e si riprende la vetta in solitario lasciando comunque gli etnei nei quartieri altissimi, forti di uno splendido secondo posto.
Un'impresa per la squadra di Zenga, capace di costruire il piccolo miracolo sportivo sulla legge del Massimino. Ancora una volta il vecchio Cibali risulta inespugnabile: quattro incontri disputati e altrettate vittorie in questo campionato.
Il resto lo fanno la spietata capacità di capitalizzare ogni gol segnato, un'ottima difesa, diventata la migliore del campionato, e l'espulsione di Carrozzieri, che sposta gli equilibri della gara dopo un prima frazione di gioco di segno rosanero. La squadra di Ballardini, spigliata per 45 minuti, paga a caro prezzo il rosso al difensore centrale e finisce col cedere alla distanza al cospetto di un avversario cinico come pochi.

Senza l'infortunato Ledesma e lo squalificato Paolucci, Zenga presenta l'ennesima formazione inedita: in difesa non c’è Stovini, lasciato in panchina, Izco vince il ballottaggio con Baiocco a centrocampo e Morimoto quello con Plasmati in avanti. Ballardini, invece, propone l’undici annunciato. Il Catania ha un buon avvio e al 9' va vicino al gol: punizione di Mascara dalla sinistra, Morimoto sbuca tutto solo sul secondo palo, ma schiaccia male il pallone mancando il bersaglio.
Dopo l'immediata replica con Miccoli, autore di una punizione bloccata a terra da Bizzarri, il Palermo cresce e ha la meglio a centrocampo, dove i padroni di casa accusano l'assenza di Ledesma e Liverani è lasciato troppo libero di impostare. I rosanero ci provano con Simplicio (colpo di testa a lato), Miccoli (punizione fuori), Cassani (accelerazione sulla destra stoppata in extremis dalla difesa avversaria), ancora Miccoli (corner su cui Bizzarri se la cava con l'aiuto della traversa) e soprattutto Cavani, che su un lancio di Nocerino s’inventa un colpo di tacco in acrobazia su cui Bizzarri si salva in tuffo.

Prima che si vada negli spogliatoi, però, gli ospiti restano in dieci: Carrozzieri, già ammonito, paga la sua irruenza per un intervento a centrocampo su Giacomo Tedesco rimediando il secondo giallo e l'espulsione. Ballardini evita le sostituzioni e dopo l'intervallo si presenta con Migliaccio al centro della difesa e Simplicio più arretrato sulla mediana accanto a Liverani e Nocerino.
Con un uomo in più, il Catania cerca di avanzare e al 6' costringe Amelia all'uscita bassa per salvare su Martinez. Passano due minuti e Ballardini chiama fuori Miccoli, sacrificato per esigenze tattiche, sostituendolo con Giovanni Tedesco, protagonista in settimana di un litigio in settimana con il fratello Giacomo e collocato proprio nella stessa zona di campo. Zenga replica rimpiazzando Biagianti con Llama e passando al 4-2-3-1 con Tedesco e Izco in mediana e Llama-Mascara-Martinez sulla trequarti. Mossa indovinata.
Il gol arriva al 23': cross di Llama, bravo nel conferire vivacità alle offensive etnee, dalla sinistra, Martinez stacca bene e batte Amelia di testa. Zenga butta nella mischia Stovini, Ballardini gioca la carta Budan al posto di Nocerino. Morimoto potrebbe chiudere la partita al 34', quando va via all'incerto Dellafiore, ma pecca d'egoismo cercando il tiro, deviato in angolo dal recupero del difensore, invece di servire l'accorrente Mascara. Il raddoppio giunge al 43': un fallo di mano di Migliaccio su pallone giocato da Martinez costa il rigore ai rosanero. Dal dischetto Mascara è glaciale spiazzando Amelia e facendo scoppiare la festa del Massimino. [La Siciliaweb.it]

- La classifica di serie A

Le due Sicilie in campo, non è solo una partita di calcio. E vi spieghiamo per quale ragione.
di
Salvatore Parlagreco (www.siciliainformazioni.com, 18 ottobre 2008)

Ci sono anche i siciliani di confine, è ingiusto brandire la scimitarra e dividere la Sicilia in due, da una parte Catania e dall'altra Palermo. E di quelli che, come me, sono nati e vissuti nella terra di mezzo, Gela per esempio, che ne facciamo, li cancelliamo? Pretendete che ci schieriamo per amore e per forza? E invece no, non ci schieriamo, vogliamo vedere la partita, gustarcela senza doverci mangiare le unghia, gridare volgarità all'arbitro, incazzarci. Vogliamo avere il piacere di giudicare le squadre, gli allenatori, i presidenti, i tifosi catanesi e quelli che non ci sono, i palermitani che vedono la partita alla TV rodendosi dentro.
Un piacere che non ci sono soldi per pagarlo. Mascara fa una serpentina, dribbla due avversari, salta Amelia ed io che faccio? Esulto, naturalmente, perché posso comportarmi da sportivo purosangue.
Miccoli colpisce la sfera su punizione dal limite con lo stesso effetto che si dà ad una palla di biliardo, la palla compie una traiettoria incredibile, pare andarsene lontano, fuori dallo specchio della porta e poi, d'improvviso, cambia direzione e s'insacca alle spalle dell'estremo difensore rossazzuro: io che faccio? Esulto, e non m'importa niente se i catanesi si mangiano il fegato.

E ancora, alla fine della gara, essendo un abitante della terra di mezzo, posso discettare sul modulo delle due compagini, sugli sbagli dei coach, sulle loro trovate, sulle fortune e sfortune di giocatori, presidenti, tifosi e tutto il resto. Posso ragionarci sopra, con calma, discorrere con gli amici del più e del meno.
Dove lo trovo chi sopporta tutto questo? La terra di mezzo sembra un deserto. O catanesi o palermitani, o con Raffaele Lombardo o... E' questo il cruccio, chi non sta con gli etnei e Lombardo, chi trova? Maurizio Zamparini, che è veneto. O Gaetano Micciché, il vicepresidente della società rosanero, che non lo conosce nessuno fuori dal recinto di Viale del Fante, sede del Palermo Calcio.
Gianfranco Micciché tifa rosanero, è un tifoso, ma non sta dall'altra parte della barricata. Lui sta con Lombardo, non è un segreto per nessuno. Parteggiare per lui, di questi tempi, è come stare dalla parte di Lombardo. E' vero, si tratta di politica. Che c'entra con il calcio, con la partita. Sulla carta è così, ma c'entra e come.
Se fosse solo una partita di calcio perché diavolo avrebbero organizzato i Presidenti dell'Assemblea e della Regione una conferenza stampa alla vigilia della gara del Massimino? Si vede che ci tengono, che porta consensi. I tifosi sono anche elettori, no?
Ma sono soprattutto catanesi e palermitani, siciliani d'oriente e siciliani d'occidente da sempre. Furono siculi e sicani. Da 2500 anni si guardano in cagnesco, si rimproverano l'un l'altro qualcosa.

Uno che conosco e che vive, come me, a Palermo, e viene da una lunga permanenza nella terra di mezzo, sostiene che quella del Massimino non è una partita di calcio, ma è come la disfida di Barletta: chi vince, vince per almeno sei mesi. Fino a che i rossazzurri non rendono visita ai rosanero al Barbera. Sono sei mesi duri da digerire.
Macché partita di calcio, avverte il mio amico, gli orientali scendono in campo, seppure per interposta persona, con la loro storia, i vizi e le virtù. Invece che discettare sulle caratteristiche dei sudamericani in forza al Catania, bisogna pesare sulla bilancia pregi e difetti delle due Sicilie. Vincerà la furbizia, l'estro, l'attitudine levantina dei catanesi oppure il carattere arcigno, duro, tetragono dei palermitani? Il piacere di aggirare l'avversario dei catanesi o l'arte di "governare" la partita dei palermitani? Prevarrà la consuetudine al potere o l'arte di "navigare" e arrivare in porto con maestria dei catanesi?
Zenga e Ballardini non lo sanno, ma per quanto abbiano preparato la partita e gli schemi di gioco, sarà la storia a decretare la sconfitta o il successo delle loro squadre.
Per quanto riguarda gli abitatori della terra di mezzo, non c'è problema: vincono comunque, qualunque sia il risultato sul campo, a meno che non prevalgano i cretini. Che non sono né palermitani né catanesi, ma cittadini del mondo ed hanno la caratteristica di fare del male a se stessi e agli altri.

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20 ottobre 2008
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