Le Siciliane di A
Niente poker per i rosanero (Roma -Palermo 2-1). Tanto catania zero punti (Catania - Inter 0-2)
ROMA - PALERMO 2-1
La partita vista la tifoso
Bella la partita dei rosanero all'Olimpico contro la Roma, ma questo non è bastato per portare a casa almeno un punto, che sarebbe stato meritatissimo.
Ma il calcio è così. Tre vittorie, nove punti e poi stop. Ma abbiamo la certezza, ed ormai è così, il Palermo è una squadra. Continuiamo così e ci toglieremo molte soddisfazioni.
Domenica attenti al Genoa.
Buon calcio a tutti! [A.G.]
ROMA (4-3-1-2): Doni 6, Cicinho 5, Mexes 6, Juan 6, Riise 5.5, Perrotta 4 (10' st Pizarro 6), De Rossi 6, Brighi 6, Aquilani 5 (28' Taddei 6), Vucinic 6, Totti 6.5 (39' st Cassetti sv). (25 Artur, 22 Tonetto, 24 Menez, 89 Okaka). All.: Spalletti 6.
PALERMO (4-3-2-1): Amelia 6, Cassani 5.5, Carrozzieri 6, Bovo 5.5, Savini 5.5 (40' st Succi sv), Migliaccio 6 (42' pt Guana 5.5), Liverani 6.5, Nocerino 5.5 (16' st Michedlidze 6.5), Simplicio 6, Bresciano 5.5, Cavani 6. (1 Ujkani, 4 Gio. Tedesco, 22 Di Matteo, 24 Kjaer). All.: Ballardini 6.5.
Arbitro: Pierpaoli di Firenze 5.
Reti: nel pt 24' Totti, 32' Cavani, 47' Brighi.
Note: angoli: 2-2. Recupero: 3' e 4'. Ammoniti: Liverani per proteste, Doni per ostruzionismo. Spettatori: 35 mila circa.
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Alla Roma basta un tempo, il primo, per piegare un buon Palermo, reduce da tre vittorie consecutive e capace, nella ripresa, di mettere concretamente alle corde i giallorossi, troppo predisposti alla copertura per non correre grossi rischi.
La Roma ha avuto il pregio, ma anche una certa dose di fortuna, di chiudere il conto nel primo tempo, perchè altrimenti difficilmente - alla luce di quanto s'è visto in campo - sarebbe riuscita a portare a casa un successo che pesa una tonnellata.
La partita non è stata bella, ma avvincente; in ogni caso, per entrambe le contendenti, era importante vincere, anche per avvicinarsi alle zone di classifica che contano.
Roma e Palermo si presentano alla sfida dell'Olimpico nelle migliori condizioni psicofisiche: i giallorossi con un Totti in più nel motore e i tre punti di Napoli in saccoccia, i rosanero con un filotto di successi che li ha addirittura proiettati a ridosso della zona Champions.
Le due squadre hanno da sempre regalato match a suon di gol, ma la Roma ha un motivo in più per puntare alla vittoria, ed è da ricondurre alla pesante sconfitta subita all'andata (3-1). Il tracollo in Sicilia, il primo dei due subiti sui campi dell'isola nel 2008, aprì di fatto per la truppa di Spalletti una crisi lunga e profonda, dalla quale è stato difficile uscire.
La Roma, fin dalle prime battute, dimostra di non avere fretta e il Palermo finisce per adagiarsi soprattutto a centrocampo, dove prevale il ritmo lento e macchinoso di un De Rossi non al meglio del proprio standard. Le preoccupazioni maggiori per Spalletti arrivano, però, da Perrotta e Brighi, che sembrano fuori fase.
Per fortuna della Roma, ci pensa Totti a restituire lucidità e profondità alla manovra, dimostrando di avere superato del tutto l'infortunio che lo teneva lontano dai campi dal 21 dicembre scorso (sconfitta a Catania, 3-2). Aquilani gioca a ridosso delle punte Vucinic e Totti, ma non è ancora al meglio e si vede.
Manca fosforo nel gioco della Roma e il Palermo comincia a salire di tono: al 6', infatti, sfiora il gol con Simplicio da pochi passi. Tuttavia sono i padroni di casa a mordersi le mani al quarto d'ora, quando una conclusione potente di Riise viene deviata non senza fortuna da Migliaccio. Il Palermo risponde con un tiro di Cavani, la cui traiettoria viene corretta da Bresciano che, per poco, non inganna Doni.
Brighi al 18' divora la palla-gol dell'1-0, solo davanti ad Amelia; quindi sale in cattedra l'arbitro Pierpaoli, che ferma Vucinic lanciato da solo verso la porta del Palermo per un fuorigioco inesistente (aveva ricevuto da Liverani, che della Roma è solo tifoso), poi chiede scusa e scodella il pallone a centrocampo.
Passa pochissimo e i padroni di casa vanno in vantaggio con Totti, come sempre il più decisivo e incisivo dei suoi, che indirizza verso il secondo palo un pallone che probabilmente Amelia potrebbe intercettare se Carrozzieri non ne correggesse la traiettoria.
Il pari arriva quasi subito con Cavani: Perrotta perde palla nella propria trequarti a beneficio di Liverani che innesca immediatamente l'uruguaiano, il cui piatto sinistro prende in contropiede Doni e s'insacca nell'angolo basso alla sua sinistra. Ma la Roma chiude ancora in attacco e con Brighi va in vantaggio: cross dalla sinistra di Totti e incornata vincente di Brighi che, con la complicità di Nocerino, batte Amelia sul secondo palo.
Nella ripresa il Palermo spinge il piede sull'acceleratore e mette alle corde la Roma, che soffre, stringe i denti e lotta. Dentro il georgiano Michedlidze, già risultato decisivo a Torino contro la Juve (suo il gol del 2-1 finale), ma sfortunato contro la Roma: la sua incornata, al 22' timbra la traversa a Doni battuto.
Meglio il Palermo della Roma, che sembra stanca e dunque poco lucida, ma il gol non arriva. Per poco, invece, non lo trova la Roma con Vucinic che, solo davanti alla porta semisguarnita,
riesce a mandare fuori di testa. La Roma chiude in dieci (infortunio a Cassetti, appena entrato), ma il Palermo non ne approfitta. Il 2-1 rimane scolpito e ai rosanero brucia non poco.
CATANIA - INTER 0-2
CATANIA (4-3-1-2): Bizzarri 6, Silvestre 6, Silvestri 5, Stovini 6.5, Capuano 6 (27' st Llama sv), Martinez 5.5 (41' st D'Amico sv), Baiocco 7, Tedesco 6.5, Mascara 5.5, Paolucci 6 (31' st Spinesi sv), Morimoto 5.5. (20 Acerbis, 2 Sardo, 3 Sabato, 8 Ledesma). All.: Zenga.
INTER (4-3-1-2): Julio Cesar 6.5, Maicon 6, Cordoba 6, Burdisso 6, Santon 6.5 (43' st Rivas sv), Zanetti 6, Cambiasso 6, Muntari 5, Stankovic 7 (46' st Figo sv), Ibrahimovic 7.5, Cruz 6 (19' st Maxwell 6). (1 Toldo, 18 Crespo, 33 Mancini, 77 Quaresma). All.: Baresi (Mourinho squalificato).
Arbitro: Rocchi di Firenze 5.
Reti: 5' pt Stankovic, 26' st Ibrahimovic.
Note: angoli 7-3 per il Catania. Recuperi: 3' e 4'. Espulso: Muntari (31' pt) per fallo da tergo su Tedesco. Ammoniti: Mascara e Tedesco per proteste, Ibrahimovic per simulazione, D'Amico per gioco scorretto.
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Nessuna trappola. Un trampolino, piuttosto. L'Inter impone al Catania un'altra deroga alla legge del Massimino centrando tre punti che le consentono di prendere il largo in classifica grazie alle concomitanti frenate delle inseguitrici Juventus e Milan.
Gli uomini dello squalificato Mourinho mostrano il consueto senso pratico spianandosi la strada con un gol a freddo, gestendo senza danni e con un po' di fortuna per oltre un'ora di gioco l'inferiorità numerica dovuta all'espulsione di Muntari, venendo fuori indenni dal momento di maggiore pressione avversaria e chiudendo i conti chirurgicamente nella ripresa grazie a un guizzo del solito Ibrahimovic, capace di fare reparto da solo dopo l'uscita di Cruz.
Al Catania, giunto alla seconda sconfitta interna di fila, resta il rammarico per non aver capitalizzato l'uomo in più per la seconda gara consecutiva e per non aver dato concretezza al forcing che ha messo alle corde Zanetti e compagni nel finale del primo tempo. Per gli etnei, una prestazione generosa e non da buttare via.
Zenga sceglie una formazione offensiva con Martinez a centrocampo, ma il Catania in avvio si mostra in soggezione al cospetto dei primi della classe. I nerazzurri scaldano i motori con Maicon (punizione dal limite respinta da Bizzarri) e Zanetti (destro secco bloccato dal portiere rossazzurro) e poi passano: Cruz si libera della guardia di Capuano sulla destra e crossa per l'accorrente Stankovic, che insacca di testa.
Gli etnei cercano di scuotersi e al 13' protestano per un gol non convalidato a Paolucci a causa di un dubbio fallo (gioco pericoloso) fischiato a Morimoto su Burdisso. Due minuti più tardi Martinez manca la deviazione volante su punizione di Paolucci. L'Inter replica con un'incursione di Stankovic conclusa da un tiro sul fondo.
La partita ora è piacevole, le due squadre si affrontano a viso aperto. Ibrahimovic s'accende tra il 20' e il 22': punizione dal limite fuori di poco e invenzione sulla sinistra con stoccata in diagonale che s'infrange sulla traversa. L'incontro cambia alla mezz'ora, quando un'entrata a centrocampo di Muntari su Tedesco viene punita da Rocchi con il rosso diretto.
Senza il ghanese, già espulso nella gara d'andata per una manata allo stesso Tedesco, gli uomini di Baresi, che abbassa subito Stankovic in mediana, perdono terreno e cominciano a subire la convinta offensiva catanese. Gli etnei chiudono la prima frazione in crescendo sprecando opportunità rilevanti con Mascara (destro largo da ottima posizione su assist di Paolucci), Paolucci (tiro ravvicinato parato da Julio Cesar), Morimoto (destro al volo e salvataggio sulla linea di Cambiasso) e Capuano (destro fuori di poco).
Nella ripresa, l'Inter riguadagna campo. Dopo un'uscita bassa di Bizzarri su Ibrahimovic, bravo a farsi largo sulla linea di fondo, è però il Catania a sfiorare il pari con Mascara, autore di un destro deviato da Burdisso e infrantosi sul palo. Baresi si cautela rimpiazzando Cruz con Maxwell, spedito a infoltire in centrocampo.
Il raddoppio nerazzurro giunge al 26', quando Ibrahimovic, lanciato da Stankovic, elude il fuorigioco avversario, salta Bizzarri con un pallonetto e segna a porta vuota. Il Catania reclama per un tocco di mano in area di Cordoba e prova a spingere ancora. Zenga butta nella mischia Llama e Spinesi per Capuano e Paolucci passando alla difesa a tre, ma non cambia più nulla.
Fonte: La Siciliaweb.it