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Le Siciliane di A

Miiii... che Palermo (Palermo-Inter 1-1) Lo sapevamo... (Chievo-Catania 1-1)

22 marzo 2010

La partita vista dal tifoso
Buon lunedì a tutti!
Godiamoci il sabato appena trascorso con i nostri beniamini che hanno fatto tremare la grande Inter. Uno stratosferico Palermo in tutti i suoi elementi, Miccoli, Cavani, Pastore e tutti gli altri. Nonostante il gol di svantaggio, dopo appena dieci minuti, abbiamo iniziato a macinare il gioco giungendo al pareggio con uno spettacolare duetto Miccoli-Cavani, uno nelle vesti di rifinitore e l'altro di stoccatore.
Una partita veramente intensa e piena di capovolgimenti di fronte, con l'Inter che voleva vincere la partita, e il Palermo lì come un pugile a centro ring che
aspetta l'avversario, pronto a colpirlo non appena questo si scopre di più.
Ed è successo proprio così che il Palermo ha avuto le migliori occasioni per segnare, ma non l'ha fatto.... Ma va bene così.
Ora che siamo stati raggiunti al 4° posto dalla Sampdoria, si deve vivere alla giornata, senza vittimismi e senza trionfalismi.
Un'ultima cosa. Nel titolo, per la partita del Catania, è stato scritto "Lo sapevamo..." e andiamo a spiegare perché: ieri le principali agenzie di scommesse avevano sospeso le quotazioni del "X". E' finita con un pareggio.
Buon calcio a tutti!
[A.G.]

PALERMO - INTER 1-1
PALERMO (4-3-1-2): Sirigu 6, Cassani 5.5, Kjaer 6.5, Bovo 5.5, Balzaretti 6.5, Migliaccio 6.5, Simplicio 6 (9' st Bertolo 7), Nocerino 7, Pastore 6, Miccoli 6.5, Cavani 6.5 (44' st Hernandez sv). (28 Benussi, 3 Goian, 89 Celustka, 88 Blasi, 20 Budan). All.: D. Rossi 6.5.
INTER (4-3-1-2): Julio Cesar 6, Maicon 6, Lucio 6.5, Samuel 6, Santon 5 (21' st Thiago Motta sv), J. Zanetti 6, Cambiasso 6.5, Stankovic 6 (21' st Pandev sv), Sneijder 6.5, Eto'o 5.5, Milito 6. (1 Toldo, 2 Cordoba, 23 Materazzi, 17 Mariga, 7 Quaresma). All.: Mourinho 6.
Arbitro: Damato di Barletta 6.5.
Reti: nel pt 11' Milito (rigore), 25' Cavani.
Note: angoli 6-2 per l'Inter. Recupero: 1' e 3'. Ammoniti: Bovo, Lucio, Samuel, Milito e Maicon per gioco falloso; Stankovic per fallo di mani; Migliaccio per proteste. Spettatori: 35.753, per un incasso di 1.096.879 euro.
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È un Palermo che sogna e che fa sognare un posto in Champions ad un'intera città, quello che ha dato un altro violento scossone alla vetta del campionato, rallentando ulteriormente la corsa dell'Inter che, in soli 8 giorni, nelle sue due trasferte in Sicilia, ha raccolto la miseria di un solo punto.
I rosanero ce l'hanno messa tutta per ripetere le gesta del Catania, ma si sono trovati una squadra diversa da quella scesa in campo al Massimino, più simile a quella vista all'opera allo Stamford Bridge, in Champions. La differenza sta nelle strategie: a Londra, i nerazzurri erano chiamati a difendere, non a costruire, ed hanno dato il meglio di sè stessi; a Palermo avrebbero dovuto fare di più, andare oltre l'ordinaria amministrazione, costruire la manovra, scardinare un dispositivo difensivo, ma non ci sono riusciti.
Merito del Palermo, bravo a chiudere gli spazi, a limitare il genio creativo di Sneijder, a tenere in costante apprensione difesa e centrocampo avversari. La squadra di Rossi è apparsa più reattiva, sia pure a tratti, sebbene la partita l'abbia fatta la corazzata nerazzurra. Le squadre si presentano in campo con due moduli identici e, già dalle prime battute, si capisce che gli attacchi possono prevalere sulle difese con relativa semplicità. Liverani dà forfait e Rossi si affida a Simplicio, per il ruolo di playmaker. I campioni d'Italia rispondono con Santon in difesa e Javier Zanetti a centrocampo.

Il Palermo inizialmente appare contratto, esageratamente timoroso di un'Inter che diventa pericolosa solo quando Sneijder decide di accendere la luce. Un esempio arriva al 7', allorché Milito riceve da Eto'o - imbeccato dall'olandese - s'inserisce sulla destra dell'area e, dalla linea di fondo, conclude violentemente di destro, colpendo il primo palo a Sirigu battuto. Un brivido passa sulla schiena degli oltre 36 mila del Barbera che s'infiamma quando Pastore va in cerca della giocata ad effetto. L'incubo nerazzurro diventa realtà al 10': angolo dalla destra di Sneijder, Bovo trascina a terra Lucio e l'arbitro fischia il rigore che Milito trasforma.
Il Palermo, perso per perso, si tuffa in avanti. Anzi, decide che è arrivato il momento di giocare. È il quarto d'ora quando arriva alla conclusione con Pastore (alto). Un paio di combinazioni fulminee fanno presagire una reazione dei rosanero che trovano il pareggio dopo una bel duetto Miccoli-Cavani concluso da un tiro secco dell'uruguiano su assist del capitano. Il Barbera vibra sul finire del primo tempo, quando un fendente di Miccoli si perde sul fondo.
Nel secondo tempo il Palermo dà lezioni di contropiede e, sugli sviluppi di un tre-contro-tre a velocità supersonica, Miccoli pesca Cavani, che fallisce l'impatto con il pallone a pochi metri dalla porta, complice una deviazione di Maicon. Il tema tattico è quello del primo tempo: l'Inter attacca a ritmo basso ed il Palermo aspetta la ripartenza giusta per innescare i propri attaccanti. All'8' si fa male (da solo) Simplicio e Rossi è costretto a rivedere ancora una volta i propri piani: l'erede di Liverani fa spazio a Bertolo.

Mourinho tenta di dare uno scossone alla propria squadra, inserendo Pandev e Thiago Motta per gli spenti Stankovic e Santon. Zanetti va a fare il terzino sinistro, Cambiasso viene spostato sull'asse destro della linea mediana e Pandev cerca di agire fra le linee, come Sneijder. Il baricentro dei nerazzurri, grazie ai nuovi inserimenti, si alza, anche se il ritmo della manovra resta basso. Gli uomini di Mourinho ci provano dalla distanza (senza fortuna) e sui calci piazzati: per poco, alla mezz'ora, non fanno bingo con Samuel, che sbuca da una mischia e sfiora il palo, con Sirigu che aveva visto il pallone in ritardo.
Un paio di break del Palermo fanno tremare Julio Cesar, che vede passare il pallone vicino al palo di sinistra al 34', su conclusione di Cavani. Le ripartenze dei padroni di casa fanno paura, mentre l'Inter appare lenta e, a volte, anche impacciata, con il pallone che viaggia come impazzito nella trequarti del Palermo. L'ultimo brivido lo regala Miccoli, impregnando Julio Cesar, che vola sulla propria destra.

CHIEVO - CATANIA 1-1
CHIEVO (4-3-1-2): Sorrentino 7, Frey 6, Mandelli 6, Yepes 6, Jokic 6, Luciano 5.5, Rigoni 5.5 (41' st Iori sv), Ariatti 6, Pinzi 6 (21' st Bentivoglio 6), Bogdani 5.5 (23' st Granoche 5.5), Pellissier 6.5 (18 Squizzi, 2 Moreno, 3 Scardina, 15 Iori, 83 De Paula). All.: Di Carlo 6.
CATANIA (4-1-4-1): Andujar 7 (11' pt Kosicky 6.5), Potenza sv (16' pt Spolli 5), Terlizzi 5, Augustyn 6, Alvarez 5, Carboni 6, Izco 5, Ledesma 5, Biagianti 6 (7' st Del Vecchio 6), Mascara 5.5, Lopez 6 (14 Bellusci, 25 Morimoto, 26 Sciacca, 11 Ricchiuti). All.: Mihajlovic. 5.5.
Arbitro: Giannoccaro di Lecce 5.
Reti: nel st: 18' Pellissier; 29' Maxi Lopez (rigore).
Note: angoli 4-1 per il Chievo. Recuperi: 3' e 4'. Espulso al 30' st il team manager del Chievo, Pacione per proteste. Ammoniti: Augustyn per gioco falloso e Mascara per gioco non regolamentare. Spettatori: 8568 per un incasso di 68.798,96.
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Da salvare c'è solo il risultato. Un punto che consente al Catania di mantenere a sette le lunghezze di vantaggio sul terzultimo posto con una partita da giocare in meno. Per il resto meglio dimenticare il pareggio esterno con il Chievo.
La squadra di Sinisa Mihajlovic vista al Bentegodi non è neppure lontana parente di quella reduce dal colpaccio sulla capolista Inter. I rossazzurri sono scarichi, giocano sotto ritmo e combinano poco o nulla per larga parte della gara uscendo dal torpore solo nei dieci minuti che seguono il vantaggio veronese, quanto basta per rimettere a posto le cose.
I clivensi accumulano occasioni su occasioni e solo dopo il vantaggio siglato da Pellissier giunge qualche segnale di vitalità da parte degli etnei, che trovano il pareggio con un rigore dubbio procurato e trasformato da Maxi Lopez.
Il pareggio annunciato (tanto da aver indotto le agenzie di scommesse a sospendere le giocate a metà settimana) fa comodo a entrambe le formazioni e arriva a conclusione di una gara che il Catania farà meglio ad archiviare in fretta. Squadra irriconoscibile e molle sin dall'approccio alla partita, poche idee e mai un'accelerazione.

Il turnover di Mihajlovic produce un undici inedito con Augustyn al centro della difesa al posto di Silvestre (fermato da un attacco influenzale), Alvarez dirottato a sinistra al posto dell'acciaccato Capuano e Potenza a destra. In mediana trovano spazio Carboni, basso davanti alla difesa, e Ledesma, affiancato a Biagianti in un 4-1-4-1 che vede Izco largo a destra e Mascara a sinistra con Maxi Lopez unica punta.
Non è, però, una questione di uomini, ma di atteggiamento. Il Catania sembra essere rimasto testa e gambe all'anticipo di venerdì scorso contro gli interisti. La difesa etnea fatica a tenere lo sgusciante Pellissier, che per tre volte nei primi 25 minuti si libera al tiro: nella prima occasione angola troppo la conclusione, nelle altre due viene fermato dall'attento Andujar.
Intanto Mihajlovic ha già dovuto ridisegnare il reparto arretrato a causa dell'infortunio di Potenza (distorsione alla caviglia destra) riportando Alvarez a destra, spostando Augustyn a sinistra e inserendo Spolli al centro. Il Catania non trova mai profondità e il Chievo si rende nuovamente pericoloso con Luciano, autore di un destro ravvicinato che sorvola la traversa.
Nella ripresa le cose peggiorano. Mihajlovic perde pure Biagianti, rimpiazzato da Delvecchio, e vede i suoi andare in chiara sofferenza. Giannoccaro non concede al Chievo un chiaro rigore per una trattenuta in area di Alvarez su Pellissier, poi la difesa perde completamente la bussola smarrendo le marcature e sbagliando il fuorigioco ad ogni attacco veronese.
Andujar salva in uscita su Bogdani, ma s'infortuna all'inguine e viene rilevato da Kosicky (Campagnolo non c'è per infortunio). Il giovane numero uno slovacco si salva tre volte su Pellissier, che colpisce una clamorosa traversa di testa e poi trova l'estremo difensore avversario pronto a negargli il gol. Al 19', però, il centravanti clivense va a segno sfruttando l'ennesima dormita rossazzurra e trovando l'angolo giusto dopo avere evitato il fuorigioco.
Solo a questo punto il Catania si sveglia. Augustyn impegna Sorrentino con due belle conclusioni, quindi si vede per la prima volta anche Maxi Lopez, che va via a Mandelli e prova un diagonale che si perde fuori d'un soffio. Il pari matura poco prima della mezz'ora, quando Maxi Lopez va giù in area per un contatto con Yepes e Giannoccaro accorda il rigore, trasformato dallo stesso argentino spiazzando Sorrentino. E' l'1-1: risultato che va bene a tutti, tanto che nel quarto d'ora finale non accade più nulla.

Fonte: La Siciliaweb Sport

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22 marzo 2010
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