Le Siciliane di A
Non ci posso credere...(Palermo-Cesena 2-2). L'elefantino, a piccoli passi... (Bari-Catania 1-1)
La partita vista dal tifoso...
Buon lunedi a tutti!
Il titolo di oggi mi riporta ad una frase tipica del comico palermitano Aldo Baglio, componente del trio Aldo, Giovanni e Giacomo, quando dopo aver visto una cosa incredibile si metteva ad agitare le mani ed urlava: Non ci posso credere!!!!.
Ecco cosa ho urlato ieri pomeriggio al 51' della partita Palermo-Cesena: pareggio di Giaccherini.
Queste cose credo che si possano vedere solo al Renzo Barbera: una partita dominata, 2 gol di vantaggio, il Palermo che torna a fare il Palermo, il terzo gol divorato e al 47' consentiamo il 2-1. E vabbè ci può pure stare, ma dopo il pallone lo devi nascondere, non devi permettere che torni al Cesena, e poi nell'azione del gol del pareggio la cattiveria "calcistica" era già negli spogliatoi: hanno preso il pallone 2 volte di testa, un passaggio al centro area, nessuna che si avventava su quella sfera per mandarla in tribuna e... la frittata è completa.
Poi quello che è successo non lo commento perché sarebbe come gettare ancora benzina sul fuoco.
Il Signor Rossi ha lavorato bene, ma la concentrazione è ancora il punto debole dei ragazzi.
E sabato la Roma all'Olimpico. Vuoi vedere che andiamo a fare un "partitone"??
Buon calcio a tutti! [A.G.]
PALERMO - CESENA 2-2
PALERMO (4-3-1-2): Sirigu 6, Cassani 5.5, Goian 5.5, Bovo 5.5, Balzaretti 6.5, Acquah 6.5, Liverani 6 (26' st Bacinovic sv), Nocerino 6.5, Kurtic 6.5, Miccoli 6 (15' st Hernandez 5), Pinilla 6.5 (46' st Darmian sv). (99 Benussi, 29 Garcia, 66 Andelkovic, 4 Kasami). All.: D. Rossi 5.5.
CESENA (4-3-2-1): Antonioli 7, Santon 5, Von Bergen 5, Felipe sv (9' pt Pellegrino 6), Lauro 5.5, Caserta 5.5 (15' st Rosina 5), G. Colucci 6, Parolo 6, Giaccherini 6, Jimenez 6, Malonga 5 (24' st Bogdani sv). (33 Calderoni, 77 Ceccarelli, 24 Sammarco, 11 Budan). All.: Ficcadenti 7.
Arbitro: Peruzzo di Schio (Vicenza) 6.
Reti: nel pt 5' Kurtic, 36' Pinilla; nel st 47' Parolo, 51' Giaccherini.
Note: Angoli: 11-4 per il Cesena. Recupero: 4' e 6'. Espulsi: nel st 30' Von Bergen per gioco falloso, Sammarco e Calderoni dalla panchina per proteste. Ammoniti: Malonga per simulazione, Bovo, G. Colucci e Bacinovic per gioco falloso, Liverani (dalla panchina) per proteste. Spettatori: 22.375, per un incasso di 297.871,00 euro.
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Sembrava tutto facile, per il Palermo, al quale erano bastati solo 36' per chiudere i conti con il Cesena e ritrovare la strada della vittoria, dopo la cocente delusione patita domenica scorsa nel derby contro il Catania.
Il ritorno al successo sembrava coincidere con la riconsegna della panchina rosanero da parte del presidente Maurizio Zamparini a Delio Rossi, dopo il breve e poco felice intervallo targato Serse Cosmi.
Sembrava fossero bastati pochi giorni al mago di Rimini per restituire brio, ritmo, motivazioni e anche un pizzico di condizione in più ad una squadra che era stata violentemente schiaffeggiata (4-0) appena sette giorni prima nel Massimino di Catania e che stavolta si era portata presto sul 2-0 con un inserimento di Kurtic e un tocco ravvicinato di Pinilla sugli sviluppi di un angolo.
Sembrava tutto logico, chiaro, normale, invece era tutto un bluff. Un sogno pronto a svanire. L'ennesimo di una stagione da dimenticare in fretta. Al Cesena è bastato un finale grintoso, ma non arrembante, per azzerare il vantaggio di due reti e le ambizioni dei padroni di casa che, fra lo stupore generale, si sono trovati dal 2-0 al 2-2 nel giro di soli 4', fra il 47' ed il 51' della ripresa grazie alla conclusione dalla distanza di Parolo e al guizzo di Giaccherini, pronto a sfruttare una mancata chiusura di Bovo.
Si sono rivelati un incubo, per il Palermo, i 6' di recupero concessi dall'arbitro Peruzzo, lo stesso che aveva diretto la sciagurata sfida dello 0-7 contro l'Udinese. Duecentoquaranta secondi di follia collettiva, di blackout cerebrale, che hanno scatenato l'ira dei tifosi ed il furore, tutt'altro che agonistico, dei giocatori in panchina, che se le sono suonate di santa ragione, fra urla, improperi, grida, vendette personali e gesti che rappresentano lo specchio della decadenza del calcio italiano.
La rimonta del Cesena fa passare in secondo piano il buon primo tempo del Palermo, il ritorno in panchina di Delio Rossi, le assenze importanti (Munoz, Migliaccio e Pastore per squalifica, Ilicic per infortunio), la ripresa a pieno regime di Miccoli, dopo le polemiche dei giorni scorsi.
Restano la contestazione dei tifosi, che proseguirà nei prossimi giorni, la paura di vincere del Palermo, la sua predisposizione all'autolesionismo, i sogni infranti di chi credeva in una squadra che forse nel girone d'andata si era spinta oltre i propri meriti. Il mezzo disastro di oggi, contro un Cesena assai modesto, che però ha avuto il pregio di crederci fino in fondo, ne è la semplificazione più logica.
Il Palermo è squadra senza attributi che si liquefà alle prime difficoltà e che, se pressata con una certa costanza, perde letteralmente la bussola. I problemi sono di ordine psicologico ed è bene risolverli se si vuole nutrire un briciolo di speranza di giocarsi al meglio la doppia semifinale di Coppa Italia contro il Milan, che si colloca fra le sfide contro la Roma (sabato prossimo all'Olimpico) e quella prepasquale in casa contro il lanciatissimo Napoli del rimpianto ex Cavani.
BARI - CATANIA 1-1
BARI (4-3-3): Gillet 6.5, Masiello A. 5.5, Rossi 5.5, Belmonte 5.5, Parisi 6, Bentivoglio 6, Almiron 5.5 (25' st Donati 6), Gazzi 6.5, Alvarez 5.5 (16' st Rivas 6), Huseklepp 5.5 (25' st
Ghezzal 5.5), Rudolf 6. (25 Padelli, 52 Glik, 84 Raggi, 3 Codrea). All. Mutti 6.
CATANIA (4-3-1-2): Andujar 5.5, Alvarez 6, Augustyn 6, Terlizzi 6, Marchese 6, Ledesma 5.5, Carboni 5.5, Lodi 5 (1' st Schelotto 6.5), Ricchiuti 5.5 (14' st Gomez 6.5), Bergessio 5.5 (37' st Capuano s.v.), Maxi Lopez 6.5. (30 Campagnolo, 27 Biagianti, 24 Pesce, 15 Morimoto). All. Simeone 6.
Arbitro: Valeri di Roma 6.5
Reti: 33' pt Gazzi, 44' pt Maxi Lopez.
Note: angoli 6-1 per il Bari. Recupero: 1' e 3'. Ammoniti: Masiello A. per gioco falloso. Spettatori: 15 mila circa.
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Ultimo, con un piede e mezzo in B e una classifica ormai compromessa. Il Bari era l'avversario ideale per far cadere il tabù trasferta che dura ormai da 14 mesi. Ma il Catania proprio non ce la fa a vincere fuori casa.
Neppure contro un avversario così malmesso i rossazzurri riescono a imporsi lontano dal Massimino. La squadra di Simeone si accontenta del punticino e non va oltre un pareggio che è un'occasione persa per ipotecare definitivamente la permanenza nel massimo campionato.
In una domenica in cui in coda si muovono tutte, gli etnei mantengono inalterato il margine sul terz'ultimo posto (+5) mostrando però al San Nicola gli abituali limiti di personalità nelle gare esterne.
Il Catania è troppo timido in avvio, quando consente ai padroni di casa di conservare l'iniziativa, pur senza creare palle-gol di rilievo. Solo dopo il vantaggio di Gazzi, che gira di testa un angolo di Rudolf bruciando Carboni, arriva qualche segnale di risveglio.
Nonostante i troppi palloni persi a centrocampo, dove Lodi non carbura e Ricchiuti non è nella giornata migliore, i rossazzurri sfiorano il pari con Bergessio, autore di un diagonale fuori d'un soffio, trovando poi l'uno a uno grazie a una bella giocata individuale di Maxi Lopez, che si fa luce in area in mezzo a due difensori e batte Gillet con l'aiuto di una deviazione di Belmonte.
Migliorato nella ripresa con l'ingresso di Schelotto per Lodi e l'avanzamento di Marchese sulla sinistra, il Catania rischia su una punizione dal limite di Rudolf (traversa con Andujar visibilmente sorpreso), ma poi cresce sfruttando i limiti del Bari e l'assetto più coraggioso.
La vittoria sarebbe alla portata dell'undici di Simeone (che intanto ha inserito Gomez per Ricchiuti passando al 4-2-3-1), penalizzata però da un paio di vistosi errori in attacco. Gillet si salva sul rasoterra ravvicinato di Maxi Lopez e poi viene graziato da Bergessio, che spreca clamorosamente a tu per tu con il numero uno avversario un bel servizio in profondità di Gomez.
L'altra palla buona viene vanificata da un affrettato passaggio di Maxi Lopez, lesto a recuperare un pallone regalato dalla difesa barese ma troppo istintivo nell'appoggiare la sfera a Schelotto, che batte Gillet in posizione di fuorigioco.
Incapace di raddoppiare, il Catania si fa prendere dal timore di non portare a casa neppure il pari e negli ultimi dieci minuti rischia più del lecito su Rivas (diagonale contenuto in qualche modo dall'incerto Andujar) e Gazzi (colpo di testa a lato). I brividi durano sino all'ultimo minuto di recupero: gol annullato a Rivas per una carica di Ghezzal su Andujar.
Fonte: Lasiciliaweb Sport
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