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Le Siciliane in A: i rosanero pareggiano all'Olimpico. Il Messina perde con il Lecce di Zeman

Il Palermo si conferma fra le realtà calcistiche più valide. Il Messina si inchina a Zeman

25 ottobre 2004

ROMA - PALERMO 1-1
Roma (4-4-2): Zotti 6.5, Sartor 6, Mexes 5.5, Ferrari 5, Cufrè 5, Perrotta 5 (39' pt Mido 5.5), De Rossi 6, Dacourt 5.5, Mancini 5.5 (38' st Corvia sv), Totti 7, Montella 5.5 (35' st Aquilani sv). (1 Curci, 19 Scurto, 21 D'Agostino, 27 Briotti). All.: Delneri 6.
Palermo (4-4-1-1): Guardalben 6, Zaccardo 6, Biava 6, Barzagli 6, Grosso 6, Gonzales 6.5 (15' st Raimondi 6), Barone 6, Corini 6.5, Mutarelli 6, Brienza 6 (26' st Farias 6), Toni 6.5. (1 Santoni, 4 Morrone, 6 Terlizzi, 30 Adriano, 46 Gasparroni). All.: Guidolin 6.5.
Arbitro: Trefoloni di Siena 6.
Reti: nel pt, 32' Grosso; nel st, 11' Totti (rigore).
Note: angoli: 7-6 per la Roma. Recupero: 2' e 4'. Ammoniti: Mutarelli, Zaccardo e Barzagli per gioco scorretto, Mancini per simulazione. Spettatori: 55.000.
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La linea dura non paga, solo un rigore salva la Roma dal ko pure con il Palermo. Nella settimana della batosta a Leverkusen e dei castighi "tecnici e caratteriali" di Cassano e Panucci decisi da Gigi Del Neri, il tecnico giallorosso vestiti i panni del sergente di ferro non va però oltre il pareggio casalingo con la squadra siciliana che, dopo il passo falso con il Lecce, si conferma una delle migliori realtà della stagione.
Il Palermo all'Olimpico fa per lunghi tratti della gara la grande, costringendo la Roma a correre. In realtà chi corre di più è Francesco Totti: il capitano ha retto la squadra, provando ogni volta a creare lo spunto vincente soprattutto sui calci piazzati. Suo il rigore imprendibile anche per l'ottimo Guardalben che garantisce alla Roma un punto che non fa certo sorridere, ma che alla fine è più di quello che la partita, per come si era messa dopo la rete su punizione di Grosso, potesse far sperare.

Eppure Totti, quasi sempre da solo, ci ha provato fino alla fine a raddrizzare una settimana da dimenticare: e ci si è messa anche la sfortuna a remare contro, perchè allo scadere del recupero del primo tempo una punizione magistrale del capitano ha rimbalzato tra i pali trasformati per pochi istanti in un flipper, finendo tra le mani del portiere senza che quasi se ne accorgesse. Ci aveva già provato al 37' ancora su calcio piazzato, guadagnato per un fallo di Biava: tiro potente che costringe Guardalben a parare in due tempi.
Ma la vittoria della Roma non sarebbe stata giusta nei confronti del Palermo, decisamente messo meglio in campo e spesso fisicamente più incisivo. Alla fine il pari fotografa al meglio il gioco espresso sul campo. La settimana di passione e di veleni, cominciata con la figuraccia in Germania e l'addio annunciato all'Europa del calcio che conta e finita con la litigata tra Panucci e il tecnico giallorosso, non si chiude però al meglio: Del Neri, che pure ha voluto usare il pugno di ferro dando seguito ai proclami fatti appena messo piede nella Capitale ("Il tecnico comanda, o meglio guida, lo spogliatoio" aveva tuonato all'esordio), non è riuscito ancora a dare quel qualcosa in più alla squadra.

Senza Cassano, messo in stand by dal tecnico per ritrovare testa e condizione e che rischia di non essere convocato nemmeno per il big match con la Juve, Del Neri ripropone il 4-4-2 che tanto bene gli aveva portato ai tempi della favola Chievo, con Totti e Montella a fare i terminali offensivi. Ma se il capitano ce la mette tutta, l'aeroplanino non riesce proprio a volare e nonostante una partita in ombra non gradisce la sostituzione al 35' della ripresa. E pensare che in avvio di gara, proprio il numero nove giallorosso aveva regalato il primo brivido, mandando in rete la palla prima respinta dal portiere su tiro di Totti. Ma l'attaccante napoletano era in fuorigioco: gol annullato.
Restano i problemi in difesa, dove pure Sartor non fa rimpiangere l'assenza del punito Panucci. Mexes resta insufficiente: procura prima una ferita alla fronte a Toni in uno scontro aereo (l'attaccante palermitano gioca quasi tutta la gara con una vistosa fasciatura alla testa) e poi procura la punizione al limite dell'area ancora per un fallo ai danni di Toni che Grosso trasforma nel gol del vantaggio. Ma anche il centrocampo giallorosso non va: Perrotta si mette in risalto solo per un tiro di testa su angolo di Mancini che mette in difficoltà il portiere dei siciliani. Lo stesso brasiliano fatica più del solito, perde palla facilmente e la sua prestazione è decisamente al di sotto della sufficienza.

Del Neri, dopo i primi 45' solo a tratti della sua squadra, gioca la carta Mido (esce Perrotta), nella speranza di rendere più offensiva la squadra. Ma l'ingresso dell'egiziano ridisegna il centrocampo, ma non cambia di molto la capacità offensiva della Roma. Può invece sorridere Guidolin: il Palermo esprime un bel gioco, fatto non solo dai singoli, ma dal gruppo. Spicca il solito Toni, che ha impegnato Zotti più volte, ma anche Zaccardo che si mette subito in risalto, con una conclusione da trenta metri su cui si lancia bene il portiere giallorosso. Bravo il portiere siciliano, che ha respinto con fermezza diversi tiri insidiosi e che certo poco poteva fare nel rigore che Totti dal dischetto ha calciato, stavolta, senza fare scherzi.
Proprio sul rigore decretato da Trefoloni (Montella era scattato avanti su passaggio di Totti, poi Grosso lo spintona facendolo cadere in area) ha sbagliato l'assistente Papi, che non ha segnalato il fuorigioco di Montella. Finisce solo con due gol, entrambi non su azione, ma lo spettacolo non è mancato. Il Palermo torna a unirsi al gruppo delle neo promosse lanciate verso la zona alta della classifica, la Roma deve fare ancora tanta strada. Linea dura o meno.


MESSINA - LECCE 1-4
Messina (4-4-2): Storari 7, Zoro 6, Conte 5, Rezaei 5, Parisi 4, Giampà 5 (12' st Iliev 6), Coppola 6, Donati 5, Sullo 5 (20' Yanagisawa s.v.), Zampagna 5 (27 st Amoruso), Di Napoli 5,5. (21 Eleftheropoulos, 6 Aronica, 27 Zanchi, 30 Cucciari). Allenatore: Mutti 5.
Lecce (4-3-3): Sicignano 6, Cassetti 7, Diamoutene 6.5, Stovini 6,5, Rullo 6, Giacomazzi 7 (40 st Paci s.v.), Ledesma 6, Dalla Bona 7,5, Babù 6, Bjelanovic 7 (25' Bojinov s.v), Vucinic 6,5 (20' st Eremenko 6,5). (27 Anania, 19 Silvestri, 81 Abruzzese, 23 Marianini). Allenatore: Zeman 7.
Arbitro: Farina di Novi Ligure 5,5.
Reti: nel pt 5' Vucinic, 38' Bjelanovic, 43' Di Napoli, 44' Bjelanovic, nel st 44' Dalla Bona.
Note: angoli: 11 a 3 per il Messina. Recuperi: 2' e 3'. Ammoniti: Zoro, Diamoutene e Iliev per gioco falloso. Giornata estiva con sole cocente, spettatori 32.000 circa di cui 400 provenienti da Lecce.
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Nel calcio vince quasi sempre chi corre di più e quindi il Lecce di Zeman ha con pieno merito conquistato tre punti dall'alto di una migliore preparazione atletica, capitalizzando nel primo tempo tutte le occasioni avute. Ciò è accaduto anche per la giornata storta della difesa del Messina e di una gara da dimenticare per i tanto osannati Parisi, Donati e Sullo.

E soltanto grazie alla bravura del portiere Storari nella ripresa il Messina ha evitato un'ancor più catastrofica debacle. Era stato proprio il Lecce, il 28 settembre 2002 nel vecchio "Celeste", a dare l'ultimo dispiacere casalingo ai siciliani e la storia, dopo 43 partite utili dei giallorossi, si è ripetuta, stavolta allo stadio San Filippo. Per la statistica è anche il primo ko interno di Mutti da quando siede sulla panchina peloritana.
Subito aggressiva la squadra di Mutti che soprattutto dalla fascia destra, col piccolo Giampà mette in difficoltà la difesa del Lecce. Ma sono i salentini a passare dopo 5 minuti: gran tiro dal limite di Cassetti, ribatte come può Storari e Vucinic mette dentro. Reagisce il Messina con Di Napoli e Donati ma si espone ai veloci contropiedi di Cassetti il quale crea non pochi problemi a Sullo e Parisi sulla fascia. Il Messina spinge come un forsennato ma il Lecce non crolla nemmeno quando Di Napoli su punizione perfora la barriera.

E ancora una volta va a segno il Lecce: al 38' un falso rimbalzo del pallone mette sul piede di Bjelanovic un invitante pallone che l'attaccante capitalizza. Sembra tutto finito ma non è così: al 43' Di Napoli accorcia le distanze ma un minuto dopo Bjelanovic su angolo trova lo spiraglio giusto. Inizio ripresa ancora duro per il Messina: Vucinic di testa chiama Storari alla deviazione in angolo dopo 5 minuti. E poi Bjelanovic tira a colpo sicuro ma Storari compie il miracolo.
Poi Giampà sbatte contro un cartellone pubblicitario e si procura una profonda ferita alla tempia. In campo il serbo Iliev. Al 18' Bjelanovic se na va tutto solo verso la porta del Messina: il suo pallonetto viene miracolosamente deviato da Storari in disperata uscita. Manca del tutto una reazione degli uomini di Mutti e inevitabilmente la partita si spegne. A nulla valgono gli ingressi di Yanagisawa e Amoruso. Da aggiungere nel finale una traversa piena di Eremenko e il quarto gol di Dalla Bona per i salentini.

Fonte: La Sicilia

La classifica di serie A

Juventus 19 
Lecce  14 
Milan  14 
Chievo  13 
Inter  11 
MESSINA  11 
PALERMO  10 
Cagliari  10 
Roma 
Sampdoria 
Bologna 
Brescia 
Lazio 
Fiorentina 
Reggina 
Udinese 
Parma 
Livorno 
Siena 
Atalanta  4 

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25 ottobre 2004
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