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Le spese elettorali per l'ultimo Parlamento siciliano

La compagine del MoVimento 5 Stelle eletti quasi a costo zero

30 marzo 2013

Spese elettorali, ecco l'elenco
di Cristoforo Spinella (Repubblica/Palermo.it, 29 marzo 2013)

Chissà cosa ne pensano Nello Dipasquale e Francesco Scoma, che per diventare deputati regionali hanno investito più di 60mila euro a testa, della campagna elettorale a costo zero di molti dei loro colleghi del Movimento 5 Stelle. Dall'elenco delle spese che i parlamentari siciliani hanno sostenuto in vista del voto dell'ottobre scorso emerge un divario netto tra i big della politica tradizionale e i nuovi arrivati nei palazzi del potere. Differenze di metodi e strategie che inevitabilmente pesano anche sul portafogli.

Nonostante l'altalena delle spese, non è proprio una lista all'impronta dell'austerity. La crisi non ha impedito a quasi un quarto degli eletti di investire oltre 40mila euro per ottenere un seggio. Colpisce però la presenza di ben 14 parlamentari che dicono di non averne speso neppure uno nella corsa per entrare a Palazzo dei Normanni. Un divario enorme che spacca idealmente in due la politica siciliana.
Non è solo una questione di costi di comizi e pubblicità. A pesare è anche l'efficienza della spesa. In questa speciale classifica il peggiore risulta il deputato del Pd Bruno Marziano, a cui il seggio all'Ars è costato quasi dieci euro a voto. Forse, per le prossime tornate elettorali chiederà aiuto al collega di partito Giuseppe Arancio, che ne ha spesi meno di tre per ogni preferenza raccolta nelle urne.

Il più "spendaccione" in assoluto è però Nello Dipasquale, eletto nella lista del governatore Rosario Crocetta: i 62.800 euro investiti nella campagna elettorale gli sono valsi 7.754 voti. In altre parole, 8 euro per ogni scheda con il suo nome.
Nel parlamento più antico del mondo, siede dalla parte opposta ma gli somiglia nell'investimento - e nel risultato - Francesco Scoma del Pdl, che con poco più di 61mila euro ha speso 7 euro per ogni consenso. Impossibile invece monetizzare la vittoria alle urne del governatore Rosario Crocetta, che per la campagna elettorale ha attinto alle casse del Pd, senza peraltro chiarire in che misura.

È un novizio della politica ma spende come i vecchi ras delle urne Toti Lombardo, figlio dell'ex governatore Raffaele, che con 47.500 euro ha finanziato la campagna elettorale più ricca dell'Mpa, pagandone quasi 5 per ogni voto. Nel Pdl, invece, sono costati parecchio le 6.283 preferenze ottenute da Girolamo Fazio, che ha speso 56.089 euro: una media di quasi 9 euro a voto, che però nella provincia di Trapani non sono bastati ad avere più consensi dell'attivista 5 Stelle Valentina Palmeri, che dichiara invece una campagna elettorale a costo zero.
Tra gli eletti nella lista Musumeci non è quello che ha speso di più ma, cifre alla mano, quello che ha speso peggio: per ogni voto Giovanni Ioppolo ha pagato 8 euro e mezzo. In Grande Sud, invece, a investire di più è stato Michele Cimino, che ne ha spesi 40mila tondi. Che gli investimenti siano molti o pochi, sembra funzionare come un computer la macchina elettorale dell'Udc: tanto il munifico Lino Leanza, che ha speso 44 mila euro, che il sobrio Orazio Ragusa, che ne ha impiegati 17.800, hanno una media di 4 euro a voto.

Come prevedibile, un caso a parte è quello del Movimento 5 Stelle. Tra i volantinaggi in bicicletta e la campagna virtuale sul web che permette di abbattere i costi logistici, la maggior parte degli eletti dichiara di non aver speso neppure un euro nella corsa allo scranno di Palazzo dei Normanni. Un dato sorprendente che tuttavia non riguarda solo loro. Anche Edmondo Tamajo di Grande Sud e Giovanni Lo Sciuto dell'Mpa possono vantare un'elezione a costo zero. Nel M5S l'unico ad aver superato i mille euro di spesa è il capogruppo all'Ars e allora candidato governatore Giancarlo Cancelleri, che però gode di un ottimo rapporto tra investimento effettuato e consenso ottenuto: con i suoi 22.882 euro, ha ricevuto in tutta la Sicilia oltre 75 mila preferenze.

- Tutti i redditi dei deputati regionali (Repubblica.it - pdf)

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30 marzo 2013
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