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Le spose di Palermo

Anto e Cicci si rivolgono al premier Matteo Renzi: "Cambia verso sui diritti civili"

11 luglio 2014

Si tengono per mano e sorridono, Anto e Cicci. Sono felici e profondamente innamorate. Anto e Cicci sono due donne. E si sono sposate pochi giorni fa a Palermo, nella splendida cornice di un'antica villa nobiliare. Ma in Italia questo matrimonio, celebrato da un prete ecumenico, non vale. Almeno, per ora. E' carta straccia. Vale, invece, negli Stati Uniti, dove le due manager si sono sposate il 12 agosto 2013 nella City Hall.

Anto, 43 anni, americana del Maine, un'esperta della finanza, con un lavoro a Wall Street, e attivista dei diritti gay negli Stati Uniti, con i suoi profondi occhi neri, esclama: "Il vostro premier, Matteo Renzi, da mesi continua a ripetere che l'Italia deve cambiare verso. Ci ha fatto una campagna elettorale e pure un hashtag molto seguito su Twitter. Mi chiedo allora perché il premier non debba cambiare verso anche sui diritti civili. Perché il nostro matrimonio non deve valere in Italia? Mia moglie e io ci amiamo moltissimo, perché in Italia il nostro matrimonio non vale? Se io dovessi finire in ospedale e si dovesse presentare la necessità di prendere una decisione per me, Cicci non potrebbe proferire parola. Perché qui in Italia non ne avrebbe diritto. Sarebbe una perfetta estranea. Assurdo. Perché accade?".

E la moglie, Cicci, 41 anni, palermitana, nel management culturale, aggiunge: "Lo Stato italiano prende le tasse dagli omosessuali, però non possiamo sposarci, e non possiamo godere degli stessi diritti di tutti gli altri italiani. Perché?". Per poi aggiungere: "Riconoscere un diritto civile è gratis. Non costa nulla. Quando si parla di noi, sento parlare i politici che esclamano: 'Ma con tutti i problemi che ci sono in Italia, perché dobbiamo occuparci dei gay?'. E' vero che ci sono tanti problemi sociali ed economici in Italia, ma se per affrontare la piaga della disoccupazione ci vogliono interventi economici, fare valere un diritto civile è completamente gratis. E ci vuole poco. Perché si perde ancora tempo? Mi piacerebbe che Matteo Renzi ci desse una risposta".

Nei prossimi giorni, Anto e Cicci, torneranno a New York, dove sono regolarmente sposate, con tutti i diritti che ne conseguono.
La storia d'amore di Anto e Cicci inizia nell'agosto dei sei anni fa a New York. Cicci, palermitana doc, è negli Usa per un corso intensivo di inglese. Un'amica una sera la accompagna a una festa. E scatta la scintilla. "E' stato amore a prima vista - racconta Cicci ancora emozionata - Quando la vidi pensai: 'Ecco, quella potrebbe essere la donna della mia vita'. Io ancora non parlavo bene l'inglese e ricordo che le uniche parole che le dissi furono: 'I am Cicci e I am from Palermo, Italy'". E Anto: "Non ci capivamo, è vero. Ma questa donna emanava una bellissima energia. Parlava con gli occhi, con i gesti".
Così le due iniziano a frequentarsi, con tutte le difficoltà linguistiche, superate dal dizionario e da Google, ma quello che sembrava essere destinato un breve flirt estivo si è trasformato in un amore. A ottobre Anto viene a Palermo e le due non si lasciano più. Un anno fa, a luglio, arriva la richiesta di matrimonio. E' Anto a chiedere a Cicci di sposarsi. Lo fa durante una vacanza a Tulum, in Messico. E in meno di un mese il matrimonio, a City Hall. "Ma io volevo il matrimonio nella mia Palermo - racconta Cicci - Così abbiamo iniziato a organizzare tutto".

Sabato scorso il grande giorno. Un prete ecumenico, padre Agostino De Caro, le unisce in matrimonio. Una celebrazione molto simile a quella cattolica con lo scambio delle promesse e degli anelli e con la presenza dei testimoni. Presente anche il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando. "E' stato bellissimo - raccontano - Sono venuti amici da tutto il mondo, da Tokyo, Parigi, San Francisco, New York. Bellissimo". Non solo. "Facendo due conti, il nostro matrimonio è stata una boccata d'ossigeno anche per l'economia palermitana. Basti pensare che tra alberghi, shopping, vitto, sono stati spesi almeno 250 mila euro da tutti i nostri ospiti. Sono stati spesi tanti soldi in una città che grida fame a ogni angolo. Dunque, oltre a non costare nulla ottenere un diritto, creerebbe un indotto economico notevole come accade a New York".

Ma c'è un ma. Quel matrimonio, qui in Italia, non ha validità. Da qui la decisione di rivolgersi direttamente al premier, Matteo Renzi. "Cambi verso anche per i diritti civili - dicono all'unisono Anto e Cicci - Non continui a rinviare. Noi in America siamo già sposate ma in Italia no. E non capiamo perché". "Per me sarebbe bello il riconoscimento del nostro matrimonio in Italia - dice Anto in inglese - Non capisco perché non sia possibile. Riconoscere un diritto è gratis...".
Tra pochi mesi Cicci otterrà la 'Green Card', la tanto agognata carta che le permetterà di restare per sempre negli Stati Uniti. Ma il suo sogno è quello di tornare in Italia. A Palermo. Con Anto. Sposate.

Una storia che assomiglia molto a quella di Paola Concia e la moglie Ricarda. L'ex deputata del Pd si è sposata tre anni fa con la donna di cui è innamorata da anni, Ricarda, una criminologa tedesca. Per anni anche Paola Concia si è battuta in Parlamento per avere il riconoscimento del diritto dei gay di sposarsi. Senza riuscirci. "Dopo il matrimonio avevo fatto domanda al Comune di Roma - racconta l'ex parlamentare all'Adnkronos - Ho presentato domanda attraverso il consolato, per farmi riconoscere il matrimonio, ma l'hanno rigettata. Poi ho fatto ricorso al Tribunale di Roma e a febbraio 2013 il Tribunale, con grande celerità, ha rigettato il ricorso". Concia è ottimista sul futuro: "Secondo me una legge sulle unioni civili si farà. Invito Anto e Cicci ad aspettare, abbiamo aspettato trent'anni... Probabilmente a settembre qualcosa accadrà. Si avvierà l'iter parlamentare. So che l'Italia vuole imitare il metodo tedesco, la cosiddetta 'Lebenspartnerschaft'. Speriamo bene".
A questo punto ad Anto e Cicci, come a Paola e Ricarda, non resta che aspettare...

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11 luglio 2014
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