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Le storie dei paladini fanno breccia nei cuori dell'Est. Grande successo dell'Opera dei pupi in Lettonia

20 settembre 2006

Oltre 3 mila sono stati i visitatori che lo scorso week end hanno affollato le sale del Museo etnografico baltico di Riga, capitale della repubblica Lettone, per osservare e fantasticare sulle vicende di amore e gelosia dei pupi siciliani. Il museo all'aperto baltico ospita, infatti, fino al 15 ottobre, i pupi del Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino di Palermo e già ci sono le prime cifre del tutto esaurito: i duelli di Orlando, le vicissitudini di Agricane, Arnolfo, l'amore per Angelica infiammano i cuori dei lettoni.
''Siamo molto soddisfatti - ha detto Janne Vibaek, direttore del Museo Pasqualino - del calore e dell'interesse che Riga ha mostrato per la nostra Opera dei Pupi. È un popolo che ha una grande passione per il patrimonio e le identità culturali anche quando sono testimonianze di altre civiltà''. Il gemellaggio con il museo lettone, importante sito etnografico, nasce dalla collaborazione con il Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino di Palermo, la Casa museo Antonino Uccello di Palazzolo Acreide (Siracusa) e la Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali di Siracusa. Ospiti del museo di Riga sono una trentina di pupi, palermitani e catanesi, un pianino a rullo, alcuni manoscritti, dei copioni d'epoca, cartelli e scene la cui esposizione è avvenuta nei giorni scorsi alla presenza del Ministro della Cultura lettone.

La Regione Siciliana, insieme al Ministero dei Beni Culturali, all'Unione Europea, alla Soprintendenza ai Beni culturali di Siracusa e al consolato della Repubblica di Lettonia in Sicilia, ha promosso la realizzazione dell'evento. ''Nell'ambito di un progetto di internazionalizzazione della cultura siciliana finanziato con fondi europei Por Sicilia 2000/2006 - ha detto l'assessore regionale ai Beni culturali e ambientali e alla Pubblica istruzione, Nicola Leanza -, la rilevanza di una mostra sull'Opera dei pupi allestita in un importante museo etnografico dell'area baltica, assume un significato del tutto particolare per la rappresentatività dell'evento e la capacità evocativa dell'universo culturale di riferimento''.
Dopo il Forum, celebrato nel 2005 a Riga, su Transmitting Intangible Cultural Heritage: Youth, Education and Development, per conto dell'Unesco, ''l'esposizione di un bene - continua Leanza -, come l'Opera dei pupi, dichiarato patrimonio dell'Umanità, rende concreta la possibilità di diffusione e di informazione basata su un'effettiva reciprocità di circolazione e di organizzazione dell'offerta culturale''.

Per Janne Vibaek, attenta osservatrice della conservazione delle tradizioni popolari e fondatrice con il marito scomparso, il medico e antropologo Antonio Pasqualino, del Museo internazionale delle marionette, ''per i ricercatori e operatori del Museo palermitano è stata sempre prioritaria la salvaguardare e la valorizzazione non solo dei manufatti, ma anche dello spettacolo: con questo spirito, infatti, si sono raccolti oggetti, registrati spettacoli e interviste ai pupari e soprattutto promosse azioni per incoraggiare gli artigiani a continuare a fare spettacoli secondo le tecniche tradizionali, e a trasmettere il loro sapere ai propri figli''.
Lavoro di ricerca e esperienza quarantennale che ha fatto sì che Janne Vibaek presentasse la candidatura dei pupi siciliani alla prima selezione dell'Unesco nel 2001 come patrimonio universale. ''La Lettonia, oltre a avere una importante tradizione di canti e balli tradizionali - ha concluso la direttrice del museo palermitano - anch'essa dichiarata capolavoro dall'Unesco, è tra i primi Paesi a sottoscrivere la Convenzione per la salvaguardia del patrimonio intangibile (Convention for the Safeguarding of the Intangible Cultural Heritage) adottato definitivamente il 17 ottobre 2003''.

Fonte: La Sicilia

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20 settembre 2006
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