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Le stragi del '92-'93 e gli innocenti in carcere

Gaspare Spatuzza rivela un'altra verità sconcertante che fa riaprire l'indagine su "Via Palestro" dopo 19 anni

26 marzo 2012

"Per Via Palestro un innocente in carcere"
di
Alfio Sciacca (Corriere.it, 21 marzo 2012)

Ha già scontato oltre 15 anni di carcere ma potrebbe essere totalmente innocente. Ne è convinto il pentito Gaspare Spatuzza che, dopo aver permesso di riscrivere i retroscena sulla strage di Via D'Amelio con la conseguente scarcerazione di sette condannati all'ergastolo (LEGGI), ora potrebbe imporre una diversa verità giudiziaria anche su un'altra strage, quella di Via Palestro a Milano del 27 luglio '93 nella quale morirono 5 persone ed altre 12 rimasero ferite.
Per quell'attentato tra gli altri venne condannato anche Tommaso Formoso, che oggi ha 56 anni. All'epoca dell'attentato era un incensurato che si occupava di cartellonistica pubblicitaria. Secondo alcuni pentiti fu lui a prendere in consegna nel luglio di diciannove anni fa ad Arluno (Milano) l'esplosivo per l'attentato. Un coinvolgimento nella strage avvalorato dal fatto che gli stessi pentiti parlarono del fratello di Tommaso Formoso, Giovanni (anche lui condannato) indicandolo come uomo vicino al boss Graviano.

Tommaso ha sempre respinto ogni accusa ma inutilmente. Fino a quando non è arrivata la rivelazione a sorpresa di Gaspare Spatuzza che nell'aprile 2009, durante un'udienza del processo Dell'Utri, ha messo incidentalmente in discussione anche le conclusioni giudiziarie sulla bomba in Via Palestro. "Per quella strage - disse il pentito in aula - c'è un innocente in carcere mentre alcuni dei responsabili non sono stati nemmeno inquisiti". Un brandello di dichiarazione tra tante al quale si sono aggrappati Formoso e i suoi famigliari per chiedere la revisione del processo. Richiesta accolta dalla Corte d’Appello di Brescia che giovedì tornerà ad ascoltare Spatuzza per chiedergli di mettere a fuoco la sua ricostruzione.


Foto tratta da "ViTeS - Casa della Memoria di Milano"

Se le dichiarazioni di Gaspare Spatuzza dovessero trovare riscontro, per Tommaso Formoso sarebbe la fine di un incubo e tornerebbe in libertà. Ci sperano le due figlie che da anni risiedono in Lombardia e il suo legale Raffaele Bonsignore, fermamente convinto che si tratti di un clamoroso errore giudiziario. Se i pentiti hanno raccontato che era lui l'uomo di Arluno al quale venne consegnato l'esplosivo, Formoso ha sempre replicato che quel giorno non era nemmeno in Lombardia. "Proprio in quel periodo - sostiene - ero in Calabria perchè un congiunto di mia moglie doveva essere operato". Un caso che secondo la Corte d'Appello di Brescia merita di essere riconsiderato. Per capire se, come è già avvenuto per la strage di Via D'Amelio, non ci sia un innocente in carcere e dei colpevoli ancora in libertà. Anche in questo caso a ben 19 anni dai fatti.

- Svolta nella nuova inchiesta sulla strage di via D'Amelio (Guidasicilia.it, 08/03/12)

- La trattativa mafia-Stato ci fu (Guidasicilia.it, 13/03/12)

 

 

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26 marzo 2012
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