Le Talpe alla Dda di Palermo. Continua il processo su sanità, forze dell'ordine e mafia
Parla Michele Aiello: ''La Asl nominò una commissione incompetente''
La Asl di Palermo aveva nominato una commissione di controllo composta da medici e impiegati che ''non avevano alcuna esperienza nel campo oncologico'' per esaminare le pratiche di rimborso della clinica di diagnostica dell'imprenditore bagherese Michele Aiello.
È quanto emerso due giorni fa (14 giugno) dall'udienza del processo sulle ''talpe della Dda di Palermo'', in cui sono imputate 12 persone fra cui lo stesso Aiello e il presidente della Regione, Salvatore Cuffaro.
Durante l'esame dei dipendenti dell'azienda sanitaria è emerso chiaramente che i componenti della commissione ''non erano capaci'' e secondo gli inquirenti sarebbero stati nominati appositamente per ''non entrare nei particolari delle pratiche''.
La Asl aveva incaricato un ginecologo e due impiegati dell'amministrazione sanitaria che allora erano stati assunti da pochi mesi.
Alla commissione vennero consegnate solo 27 pratiche sulle circa diecimila prodotte dalle cliniche di Aiello per i rimborsi; furono ''selezionate e consegnate alla commissione'' da Lorenzo Iannì, direttore del distretto sanitario di base di Bagheria, imputato anche lui nel processo nell'ambito della truffa alla Asl.
Secondo i pm Michele Prestipino e Maurizio De Lucia la commissione sarebbe stata fatta con componenti ''non idonei'' per non ''approfondire'' meglio le analisi sui rimborsi miliardari ottenuti da Aiello.
Durante il dibattimento di martedì scorso è stato sentito anche il geometra Antonino Tomasello, collaboratore di Aiello, il quale ha parlato di alcune conversazioni avute con Francesco Miosi, imprenditore, marito di Antonella Buttitta, il vigile urbano che collaborava alla segreteria del pm della Dda, Domenico Gozzo, imputata anche lei in questo processo.
Miosi avrebbe riferito a Tomasello di una inchiesta che la polizia stava effettuando sui pulmini della clinica di Aiello che trasportavano ogni giorno i pazienti da Trapani a Bagheria, su cui gli investigatori avrebbero ipotizzato si poteva nascondere il boss latitante Matteo Messina Denaro.
Miosi verrà sentito nelle prossime udienze.
Per il 21 giugno è invece fissato l'interrogatorio, nell'aula bunker del carcere di Pagliarelli, del pentito Salvatore Lanzalaco.