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Le Talpe alla Dda di Palermo. I carabinieri conoscevano i rapporti tra Campanella e i boss Mandalà già nel 2001

01 febbraio 2006

Che ci fossero dei rapporti tra la famiglia mafiosa dei Mandalà di Villabate e l'ex presidente del consiglio comunale del paese, Francesco Campanella, oggi pentito eccellente per scoprire quale sia stato il nodo mafia-politica negli ultimi anni, i carabinieri lo sapeva già nel 2001, anno nel quale le forze dell'ordine già conducevano le indagini.
La dimostrazione è scritta in un rapporto dell'Arma in cui Campanella viene definito ''braccio politico dei boss Mandalà'' e di cui i pm, che processano il governatore siciliano Totò Cuffaro, hanno chiesto l'acquisizione agli atti del dibattimento.

Secondo i magistrati questo documento proverebbe la bontà delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Campanella, che aveva detto di essere stato informato da Cuffaro dell'esistenza di un'inchiesta a suo carico già nel 2003. La difesa del presidente della Regione aveva contestato le dichiarazioni del pentito, sostenendo che fosse impossibile che Cuffaro sapesse, già nel 2003, dell'indagine, visto che il nome di Campanella è finito nel registro degli indagati della procura solo nel 2005.

Il fascicolo dell'Arma, prodotto ieri e sottoposto alla difesa, sarebbe invece, secondo i pm, la prova che il governatore, già anni prima, poteva sapere dell'attività investigativa sui boss di Villabate e su Campanella grazie ai suoi rapporti con l'Arma dei carabinieri ed, in particolare, col maresciallo Antonio Borzacchelli. I risultati dell'indagine dei carabinieri, a cui prese parte anche un sottufficiale molto vicino a Borzacchelli, finirono in un fascicolo aperto dalla prefettura per l'ipotesi di scioglimento del comune di Villabate per infiltrazione mafiosa.

- ''Il Governo regionale ha finanziato la cosca di Villabate''
- Processo alle Talpe alla Dda: alla sbarra il pentito Campanella
- Totò Cuffaro rinviato a giudizio per rivelazione di segreto d'ufficio

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01 febbraio 2006
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