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Le Talpe alla Dda. Ieri la seconda udienza del processo che vede fra gli imputati il presidente della Regione Sicilia Salvatore Cuffaro

I pm hanno depositato nuovi atti, provenienti dall'inchiesta ''Grande Mandamento''

09 febbraio 2005

Ieri si è tenuta la seconda udienza del processo per le talpe alla Dda, con 13 imputati, fra cui il presidente della Regione siciliana, Salvatore Cuffaro. Il collegio, presieduto da Vittorio Alcamo, dopo avere sciolto le riserve su alcune questioni sollevate la scorsa udienza dai difensori, ha accolto la costituzione di parte civile del comune di Bagheria e della Asl di Bagheria.

Cuffaro non era nuovamente presente in aula (si è rotto due legamenti della caviglia ed è immobilizzato). A conclusione delle decisioni del tribunale i pm Nino Di Matteo e Maurizio De Lucia hanno iniziato ad esporre i fatti e le accuse. E' stato evidenziato il ruolo ricoperto dall'imprenditore Michele Aiello, imputato anche lui in questo processo, che avrebbe protetto, secondo l'accusa, grazie alla complicità di esponenti delle forze dell'ordine, la latitanza del boss Bernardo Provenzano.
Il pm ha sottolineato anche il ruolo ricoperto da Cuffaro in questa inchiesta. Secondo la procura il governatore ''è stato la fonte principale delle informazioni riservate'' che hanno favorito i boss mafiosi di Brancaccio a sviare le indagini.

La procura ha depositato una nuova attività integrativa di indagine. A conclusione dell'udienza il pm Nino Di Matteo e Maurizio De Lucia hanno comunicato alle parti il deposito di nuova documentazione che riguarda gli imputati, in particolare il presidente della Regione Salvatore Cuffaro e l'imprenditore di Bagheria, Michele Aiello. Si tratta di intercettazioni ambientali eseguite nell'ambito dell'inchiesta ''Grande mandamento'', che nei scorsi giorni ha per favoreggiamento nei confronti di Bernardo Provenzano.
Nell'intercettazione si fanno riferimenti a Cuffaro. Mentre accertamenti bancari che riguardano un altro presunto mafioso, Carmelo Bartolone, anche lui arrestato nell'inchiesta ''Grande Mandamento'', hanno portato alla scoperta di assegni sospetti di Aiello. Infine, depositato un interrogatorio del collaboratore di giustizia Nino Giuffrè, nel quale il boss afferma che Aiello era ''nelle mani'' di Episcopo e Tolentino, anche loro arrestati nell'operazione che ha portato in carcere i gregari di Provenzano.

Fonte: La Sicilia dell'8 Febbraio 2005

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09 febbraio 2005
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