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Le tariffe dell'acqua in Italia sono le più basse al mondo, eppure...

In Italia a pagare di più per l'acqua sono gli agrigentini, ai quali veniva erogata una volta ogni 15 giorni

28 maggio 2009

Nel nostro Paese il costo dell'acqua è più alto ad Agrigento e più basso a Milano. Forse l'acqua agrigentina ha proprietà taumaturgiche? Ma non sta nella sua miracolosità il prezzo maggiore, anzi, fino all'anno scorso gli agrigentini gridavano al miracolo quando l'acqua arrivava nelle loro case già una volta alla settimana...
Il discorso sui costi dell'acqua ha motivazioni che stanno tutte nella politica e nella gestione che questa ne fa di uno degli elementi fondamentali per la vita dell'uomo, motivazioni che sono stati al centro della 16/ma edizione della Conferenza europea 'H2Obiettivo2000', tenutasi a Bari (LEGGI), che ha scattato una fotografia su funzionamento e costi del servizio idrico integrato nazionale e dove è stato presentato il  Blue Book 2009.

Secondo lo studio - curato da Utilitatis, l'Istituto di ricerca sui servizi pubblici locali fondato da FederUtility, e realizzato in collaborazione con l'Anea, l'Associazione nazionale autorità enti di ambito - nel 2008 gli esborsi più elevati per un'utenza standard di 200 mila litri di acqua sono stati registrati ad Agrigento (con una spesa annua di 440 euro), seguita da Arezzo (410) e Pesaro e Urbino (409 euro); la spesa più contenuta è stata rilevata invece a Milano (103 euro l'anno), seguita da Treviso e Isernia (rispettivamente con 108 e 109). Su queste differenze pesa "un fattore territorio": approvvigionarsi di acqua a Milano è senza dubbio più agevole che ad Agrigento.
In termini di tariffa, in Italia si pagano in media 1,29 euro al metro cubo, con oscillazioni che vanno dagli 1,73 euro/mc della Toscana, la regione con i prezzi più alti, e gli 0,92 euro della Lombardia, regione con le tariffe più economiche.

In ogni caso, rivela ancora il Blue Book, solo una quota contenuta di popolazione, circa il 4,6%, paga una bolletta annuale superiore ai 400 euro. In generale, le tariffe italiane sono tra le più basse al mondo e non riescono a coprire i costi di gestione e manutenzione della rete idrica e degli impianti. Infatti, capita spesso di sentir parlare di 'acquedotti colabrodo'. Ma, avverte il Blue Book, la vera emergenza italiana riguarda la fognatura e la depurazione, non gli acquedotti: infatti, il 15% del Paese non ha ancora fognature e il 30% non ha depuratori.
Il servizio di acquedotto
, si rileva nel libro blu, copre il 95,9% della popolazione (con una rete totale di 337.452 km), per il servizio di fognatura si copre l'84,7% (con una rete totale di 164.473 km) e per il servizio di depurazione si arriva al 70,4%. In pratica al 15% dei cittadini mancano le fognature e a quasi il 30% i depuratori. Gli interventi sono costosi e necessari, anche perché la Commissione Europea non sarà tenera con il nostro Paese. Molti progetti sono già esistenti e cantierabili, ma, rileva il Blue Book, "l'instabilità normativa che riguarda tutto il settore dei servizi pubblici locali ed in particolare l'acqua, rende difficile l'avvio delle opere ed il reperimento delle risorse finanziarie". Il fabbisogno nazionale di investimenti, con riferimento ad un periodo di 30 anni, è di 60,52 miliardi di euro (2,02 miliardi medi all'anno). Di questi il 49,7% "sarebbero diretti al comparto acquedottistico (sia per nuove reti ed impianti che per manutenzione) mentre il 48,3% alla fognatura e depurazione".

È un dato noto che in Italia, si legge ancora nel 'Blue Book', "la politica abbia portato, demagogicamente, a considerare l'acqua, a differenza di altri servizi pubblici locali, un servizio gratuito e senza costi per l'utente. Oltretutto contravvenendo al fatto che l'acqua è invece una risorsa preziosa e scarsa e quindi svalutandola se ne favorisce lo spreco, come in effetti avviene. La realtà è che per decenni i costi di gestione degli acquedotti sono stati mascherati all'interno di altre imposte". L'Italia ha dunque le tariffe tra le più basse del mondo e ne paga le conseguenze, ma queste "aumenteranno per far fronte alla necessità di investimenti per la rete e per gli impianti. La Tariffa Reale Media del 2009 risulta pari a 1,29 euro/mc. La previsione di crescita indica il raggiungimento di 1,57 euro/mc nel 2020". La legge prevede che la tariffa debba 'coprire i costi di gestione'. Nella realtà questo non avviene. I costi di gestione aumentano e le tariffe restano ferme. Il risultato è la mancanza di risorse per effettuare investimenti di manutenzione e realizzazione di nuovi impianti, che permetta, ad esempio, di raggiungere anche per la fognatura e la depurazione il livello di copertura del servizio a tutta la popolazione. [Informazioni tratte da La Siciliaweb.it, Adnkronos/Ing]

 

 

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28 maggio 2009
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