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Le tute blu di Termini occupano le banche

I cassintegrati, gli esodati e gli interinali attendono il rilancio del polo industriale

14 maggio 2012

Sabato scorso gli operai dell’ex Fiat di Termini Imerese hanno interrotto l'occupazione dell'Agenzia delle Entrate, dopo tre giorni di presidio. I lavoratori lasciando gli uffici, hanno annunciato nuove iniziative di lotta. Anche la sede della Serit, l'agente di riscossione delle tasse in Sicilia, è stata sgomberata: una cinquantina di operai delle ditte dell'indotto l'avevano occupata venerdì mattina.
Passata la domenica le tute blu, che rivendicano l'intervento immediato del governo Monti per sbloccare la situazione di stallo (Dr Motor non ha ancora definito l'acquisizione della fabbrica perché le banche non concedono i finanziamenti alla società che dovrebbe rilevare il sito dalla Fiat per mancanza di garanzie) hanno occupato pacificamente l'agenzia di Unicredit a Termini Imerese. "Si tratta di una iniziativa simbolica per sensibilizzare le istituzioni a trovare una soluzione immediata per 2.200 operai e il sistema bancario a non irrigidirsi", ha detto il segretario della Fiom di Palermo, Roberto Mastrosimone.
Poco più in là un altro gruppo di operai della Fiat e dell'indotto ha occupato la filiale della banca Intesa San Paolo, che si trova a un centinaio di metri dall'altra sede bancaria. Anche in questo caso la protesta si è svolta in maniera pacifica, sotto il controllo dei carabinieri.
Stamattina i cassintegrati, gli esodati e gli interinali della Fiat e dell'indotto si erano riuniti in assemblea in piazza Duomo, davanti alla sede del Comune di Termini Imerese, per decidere come proseguire la protesta. "Il prossimo obiettivo - ha rivelato Vincenzo Comella della Uilm Palermo - è la banca senese, tra poco occuperemo anche la sua sede di Termini". Monte Paschi di Siena, insieme a Intesa Sanpaolo e Unicredit sono le banche che non voglio no concedere il prestito a Dr Motor.
Il programma per la giornata è di presidiare le tre banche fino all'orario di chiusura, poi un'assemblea dei lavoratori deciderà le iniziative per domani.

Intanto, dopo l'appello al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano (LEGGI), le mogli dei dipendenti di Fiat e indotto hanno scritto a Papa Benedetto XVI, al presidente del Senato Renato Schifani e al governatore siciliano Raffaele Lombardo. Chiedono una soluzione alla vertenza, bloccata da cinque mesi. "Vogliamo la dignità attraverso il lavoro - si sfoga Franca Giubilaro, moglie di uno degli operai che alla Fiat lavora da 35 anni - vogliamo pagare le tasse, ma senza lavoro è impossibile". [Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, Ansa, Lasiciliaweb.it, Repubblica/Palermo.it]

"Al progetto della Dr Motor non crede più nessuno" - "Noi avevamo espresso i nostri dubbi fin dall'inizio - ha dichiarato a Panorama.it Calogero Cuccia, delegato sindacale della Fiom - perché ci risultava che già ad Isernia, dove c'è lo stabilimento della Dr Motor, ci fossero problemi a pagare gli operai, mancavano commesse adeguate e le vendite erano piuttosto contenute". "Noi oggi non ce l'abbiamo con le banche - dice ancora il sindacalista della Fiom - perché fanno il proprio dovere e se viene qualcuno a chiedere soldi e risulta che è già indebitato, e di molto pure, è ovvio che il rifiuto di un finanziamento non possa essere una sorpresa. Ce la prendiamo piuttosto con l'advisor Invitalia che dopo due anni di analisi e indagini aveva concluso che proprio Di Risio fosse l'imprenditore giusto per rilanciare Termini Imerese. Ora qualcuno al Ministero si deve assumere la responsabilità di questa situazione".

Cosa è accaduto? Semplicemente che le banche stanno negando all'imprenditore molisano Massimo Di Risio, proprietario della piccola casa automobilistica un prestito di 30 milioni di euro per partire con il progetto industriale.
Le ragioni? Anche queste semplici: Di Risio accusa nei confronti del sistema creditizio già un debito di circa 20 milioni di euro, e le garanzie che ha presentato per ottenere nuovi finanziamenti non hanno convinto in nessun modo gli istituti di credito.
Si complica quindi la vicenda del rilancio dell'ex stabilimento Fiat di Termini Imerese che occupava 2.200 operai. Il progetto, che prevedeva l'avvio delle attività da parte della Dr Motor con l'assunzione in tre anni di circa 1.300 dipendenti, è infatti bloccato. Sotto accusa c'è il Ministero dello Sviluppo che avrebbe individuato nella Dr Motor un partner che si sta rivelando però del tutto inaffidabile. È evidente infatti, che le banche ritengano del tutto inaffidabile un'azienda che il ministero, attraverso Invitalia, aveva quasi imposto ai sindacati come l'unica possibile soluzione al futuro degli operai di Termini Imerese. In ballo infatti ci sarebbero circa 600 milioni di finanziamenti pubblici, in parte messi a disposizione dalla Regione Sicilia e in parte dal Ministero, che probabilmente la Dr Motor aveva immaginato come una manna per risolvere ogni problema finanziario. Gli istituti di credito hanno deciso di rifiutare alla Dr Motor qualsiasi nuova linea di credito, e non si sono fatti incantare neanche di fronte al fondo di garanzia messo a disposizione dalla Regione come copertura. "La verità - conclude amaramente Cuccia - è che al momento a questo progetto non solo non credono le banche, ma sembra non crederci più nessuno".

Dubbi vengono espressi anche dall'On. Salvino Caputo presidente della Commissione Attività Produttive dell'Ars: "Ancora una volta assistiamo ad atteggiamenti che alzano ancora di più il clima di allarme sul futuro dei lavoratori e del sito industriale ex Fiat di Termini Imerese. Anche la notizia che Massimo Di Riso è in cerca di un socio privato non è rassicurante, ma dubito in quanto mi sembra più un atteggiamento dilatorio per smorzare le tensioni e non una soluzione immediata alla vicenda". A renderlo noto è Salvino Caputo che ha inviato una nota di sollecito al Ministro Passera e a Domenico Arcuri AD di Invitalia per la vicenda e ha presentato un ordine del giorno al Governo Regionale. "Nonostante i numerosi incontro - ha continuato Caputo - la vicenda siciliana di Fiat non trova rassicurazioni, ma continua a tenere in bilico i lavoratori ed il futuro economico del territorio. Avevamo espresso già i nostri dubbi - ha concluso Caputo - sull'affidabilità della DR Motor, adesso non vi viene fornita nessuna indicazione che possa mettere a tacere le preoccupazioni". [Fonte: Esperonews.it]

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14 maggio 2012
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