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Le tute blu di Termini portano le proprie angosce a Roma

Manifestazione nella Capitale degli operai Fiat siciliani. Il sindaco Alemanno: "Stop alla manifesstazione"

27 settembre 2011

"Gentili onorevoli, la situazione della Fiat di Termini Imerese è a tutti nota e tutti sanno il grosso rischio che si corre se entro fine anno non si trovano soluzioni adeguate per il rilancio del sito industriale al fine di garantire l’occupazione".
Comincia così la lettera che i sindacati confederali Cgil, Cisl, Uil e i sindacati di categoria dei metalmeccanici, Fiom, Fim e Uilm hanno spedito ieri ai presidenti dei gruppi parlamentari di Camera e Senato per chiedere un coinvolgimento diretto della politica a favore dei lavoratori di Termini Imerese.
"I lavoratori della Fiat di Termini Imerese - prosegue la lettera - domani saranno presenti in Piazza SS. Apostoli dalle 9,30 alle 14, prima dell’incontro che si svolgerà al Ministero dello Sviluppo Economico alle ore 15. Vi chiediamo di portare un vostro contributo utile non solo a dimostrare la sensibilità verso il problema ma anche per ascoltare le ragioni dei lavoratori e delle lavoratrici”.

E questa mattina 660 tute blu di Termini Imerese hanno raggiunto la Capitale, con un treno speciale messo a disposizione grazie al contributo della Regione. "Il futuro è ancora incerto - hanno detto Mimmo Milazzo e Giovanni Scavuzzo, rispettivamente segretario generale Cisl Palermo e Fim Cisl Palermo - Dal tavolo infatti attendiamo il chiarimento dei punti ancora oscuri come quelli che riguardano il sostegno economico e quindi gli ammortizzatori sociali per i lavoratori e il modo in cui saranno accompagnati all'avvio delle nuove attività, il mantenimento dei posti di lavoro per tutti i 2.200 operai e la garanzia di solidi piani di industriali delle aziende che dovranno subentrare a Fiat".
Gli operai Fiat siciliani arrivati a Roma, si sono prima recati a Palazzo Chigi poi davanti Montecitorio per far sentire anche la loro voce. In testa al corteo il sindaco di Termini Imerese, Salvatore Burrafato e il leader della Fiom, Maurizio Landini.

Le piazze e le strade limitrofe sono state chiuse al traffico, i bus deviati e il traffico è impazzito. Per questo motivo il sindaco capitolino Gianni Alemanno è intervenuto chiedendo a prefetto e questore di interrompere la manifestazione: "Pur comprendendo le ragioni dei lavoratori della Fiat di Termini Imerese, non si può tollerare che una parte nevralgica della città come il centro venga completamente paralizzata causando danni e forti disagi ad altri lavoratori".
"È chiaro che Roma se ne frega del disagio e della sofferenza di Termini Imerese. Ma se Roma è Capitale e sede dei Ministeri, deve sopportare oltre allo slogan Roma Capitale anche le nostre proteste e i cortei". Così il sindaco di Termini Imerese ha risposto al sindaco di Roma. "Siamo stati obbligati a venire qui. Per non parlare poi del viaggio che abbiamo fatto in treno nella notte: c'erano zecche, pulci e i poggiatesta erano luridi. Abbiamo viaggiato in condizioni disumane".
"Se una manifestazione è autorizzata non c'è sindaco che possa chiederne la sospensione, altrimenti si crea un problema di libertà democratica. Se non è autorizzata sono le forze dell'ordine che devono intervenire". Così il segretario generale della Uil del Lazio, Luigi Scardaone, risponde al sindaco Alemanno. E anche il Pd, con le parole del senatore Paolo Nerozzi, vice presidente della Commissione Infortuni sul Lavoro, attacca il sindaco della Capitale: "La gravità delle sue parole rappresentano l'ennesimo schiaffo ai lavoratori di Termini Imerese che si vedono negata la possibilità di manifestare per un diritto sancito dalla Costituzione". "È chiaro che il primo cittadino della Capitale - ha detto ancora Nerozzi - non abbia mai letto o non ricordi l'articolo 3 della Carta costituzionale che impone alla Repubblica il compito di 'rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese'".

[Informazioni tratte da ANSA, AGI, Repubblica.it, l'Unità.it]

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27 settembre 2011
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