Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

LEGA LADRONA!

Dopo le notizie trapelate dagli atti dell'inchiesta sul giro di "fondi" per la famiglia Bossi, il Senatùr si è dimesso

06 aprile 2012

Umberto Bossi ha rassegnato le dimissioni da segretario della Lega Nord. Dimissioni "per poter meglio difendere e tutelare l'immagine del Movimento, e la sua famiglia, in questo delicato frangente". Una nota del Consiglio federale della Lega Nord riporta le motivazioni che hanno spinto Umberto Bossi a prendere la decisione, definita da lui stesso "irrevocabile".
"Nel corso della riunione odierna il segretario federale, Umberto Bossi - si legge nella nota firmata dal coordinatore delle segreterie nazionali, Roberto Calderoli - in apertura dei lavori, ha voluto comunicare all'assemblea leghista le sue preoccupazioni alla luce degli ultimi eventi e, dopo aver espresso le sue valutazioni politiche, ha annunciato la sua decisione, definita da lui stesso irrevocabile, di rassegnare le dimissioni da segretario federale, per poter meglio difendere e tutelare l'immagine del movimento, e la sua famiglia, in questo delicato frangente". "Il Consiglio federale, all'unanimità, ha chiesto ripetutamente a Umberto Bossi di ritirare le sue dimissioni, ribadendo al contempo l'unanime stima e solidarietà al segretario federale, che, però, ha ribadito con fermezza di ritenere irrevocabile la sua decisione di dimettersi. A fronte di questa decisione il Consiglio federale, sempre all'unanimità, ha deliberato di nominare Umberto Bossi nuovo presidente federale della Lega Nord, con la richiesta di proseguire la sua attività politica con una determinazione e convinzione, se possibile, ancora maggiori".

"Il fatto che io abbia dato le dimissioni non vuol dire che io scompaia. Se lo scordino. Resto nella Lega, da ultimo sostenitore o da segretario io resto sempre a disposizione della causa", afferma alla Padania il segretario dimissionario del Carroccio, in una lunga conversazione con il direttore Stefania Piazzo, in edicola oggi. "Da domani - afferma Bossi - mi chiameranno militante. Anzi, no. Semplice simpatizzante". "Ho fatto la cosa giusta. D'altra parte - spiega ancora il Senatur - la presenza dei nomi che chiamano in causa la mia famiglia e la Lega mi hanno portato a questa decisione". "Non ho voluto restare - sottolinea - lasciando che si insinuassero dubbi sulla reale pulizia dentro il movimento".
Il Consiglio ha inoltre stabilito che alla guida del partito, fino al congresso, ci saranno Manuela Dal Lago, Roberto Maroni e Roberto Calderoli. Stefano Stefani, presidente della commissione Esteri di Montecitorio, è stato nominano invece nuovo tesoriere della Lega. Silvana Comaroli e Roberto Simonetti saranno invece i "nuovi componenti del Comitato Amministrativo Federale, in seguito alle dimissioni di Roberto Castelli e Piergiorgio Stiffoni dal sopradetto organismo", comunica sempre la nota.

Fuori dalla sede di via Bellerio, bandiere listate a lutto tra i militanti della Lega Nord. I sostenitori di Umberto Bossi sembrano non accettare le dimissioni del loro leader e prevale lo sconforto. Durante il presidio, i sostenitori hanno distribuito un volantino nel quale si dà del traditore a Roberto Maroni. Tanta è la rabbia dei sostenitori di Bossi che hanno scambiato un'auto per quella di Maroni tempestandola di pugni al grido di 'traditore', 'traditore'. Proprio l'ex ministro dell'Interno, durante il consiglio federale, ha detto al Senatur: "Preparemo il congresso federale, dove ti vorrò ricandidato come segretario federale". "Umberto Bossi e Roberto Maroni, commossi ma determinati, che si abbracciano alla fine di questa importante giornata. Solo un cretino può non capire che è questa la forza della Lega", racconta inoltre Matteo Salvini sulla sua pagina Facebook, dopo il consiglio federale che ha visto il Senatur rassegnare le dimissioni.

Sul fronte della cronaca giudiziaria, agli atti è finita tra le altre una telefonata tra Nadia Dagrada e l'ex tesoriere della Lega Francesco Belsito, nella quale la dirigente amministrativa "parla chiaramente del nero che Bossi dava tempo fa al partito". Un nero che secondo gli investigatori è riconducibile a "denaro contante che può avere varie origini, dalle tangenti alle corruzioni o ad altre forme di provenienza illecita e non tracciabile". In un'altra telefonata, Degrada con Belsito commenta: "Con uno scandalo del genere, non è che ci sono i salvatori della patria Maroni e Castelli...la Lega affonda!". "Se lui (Belsito, ndr) passa per uno che ha rubato e il capo l'ha comunque scelto, quindi il capo finisce nella m. con lui, la Lega finisce nella m!...perché con uno scandalo del genere non è che ci sono i salvatori della patria Maroni e Castelli...la Lega affonda!".
Sempre dagli atti emerge che Renzo Bossi e la sua fidanzata Silvia Baldo "sono stati insieme alla sede della Lega di via Bellerio e si sono portati via i faldoni della casa per timore di controlli". Secondo gli investigatori i faldoni della casa si riferiscono ai lavori di ristrutturazione, probabilmente dell'abitazione di Gemonio, che sarebbero stati pagati con i rimborsi elettorali della Lega. E ancora emerge un episodio legato a un presunto fascicolo formatosi sul figlio di Bossi che sarebbe stato 'affossato' da "Silvio". Nadia Dagrada consiglia inoltre a Belsito di farsi tutte le copie dei documenti che dimostrano i pagamenti fatti a favore della famiglia Bossi e di Rosy Mauro e di nascondere gli originali in una cassetta di sicurezza. Nel corso del colloquio, poi, la dirigente amministrativa avverte: "Quando esce una cosa di questo genere sei rovinato... il figlio di lui (di Bossi ndr) che ha certe frequentazioni... altro che Cosentino!".

Sul nome "Silvio", immediato l'intervento dell'avvocato dell'ex premier, Niccolò Ghedini. "Alcune agenzie di stampa nell'ambito delle indagini riguardanti la Lega Nord, prospettano che in un'intercettazione emergerebbe il nome 'Silvio' come colui che avrebbe tenuto fermo, tramite la magistratura, un procedimento penale nei confronti di Renzo Bossi. Il nome 'Silvio' viene accostato, sempre da alcune agenzie, al presidente Berlusconi. L'ipotesi - spiega il legale - è totalmente priva di fondamento e del tutto risibile. Che il presidente Berlusconi possa essere intervenuto con la magistratura per ottenere tale risultato è davvero impensabile. Non solo ciò non è mai accaduto, ma si tratta davvero di una supposizione irrealistica e fuori da ogni logica", precisa l'avvocato di Berlusconi.
Inoltre, dagli atti risulterebbe che sarebbero stati consegnati 50 mila euro a Francesco Bruzzone, segretario regionale della Lega in Liguria, per far entrare l'ex tesoriere del Carroccio, Francesco Belsito, nel cda di Fincantieri di Genova, ruolo che effettivamente Belsito ha poi ricoperto.C'è poi la cartella con l'intestazione 'The family' trovata nella cassaforte di Belsito e sequestrata l'altro ieri dai carabinieri del Noe. La cartella, secondo quanto apprende l'Adnkronos, raccoglie le presunte prove di denaro distratto da Belsito per pagare alcune spese dei familiari del leader del Carroccio, Umberto Bossi. Fatture e 'scontrini' da migliaia di euro sono ora al vaglio dei carabinieri del Noe e dei pm di Napoli, Francesco Curcio, Vincenzo Piscitelli e John Henry Woodcock.
"Se ci sono traditori interni, gli taglierò la testa", aveva detto Umberto Bossi ai suoi due giorni fa prima di lasciare la sede di via Bellerio. Se qualcuno ha sbagliato pagherà, avrebbe ribadito il Senatur, sostenendo che lui e la sua famiglia non c'entrano niente e sono estranei ai fatti che emergono dalle inchieste della magistratura.

Da Manuela al Trota, la famiglia Bossi in politica - Sull'atto fondativo della Lega Lombarda del 1984 c'è anche la firma di Manuela Marrone, allora solo compagna oggi moglie di Umberto Bossi. E basta questo a certificare che lei è stata davvero una leghista della prima ora. Tanto che agli esordi metteva a disposizione anche l'appartamento per le riunioni. L'amore con il marito, ha raccontato a Maria Silvia Sacchi nel libro 'Un cuore e due capanne' del 1997, è "nato dalla condivisione di idee politiche".
Impossibile non contagiare con questa passione anche i tre figli nati da questo che è il secondo matrimonio di Bossi (il primo fu nel 1975 con Gigliola Guidali, da cui ebbe il primogenito Riccardo). Renzo (nato nel 1988) due anni fa è stato il più giovane consigliere regionale mai eletto in Lombardia, anche se con uno strascico di polemiche e una inchiesta bresciana che ha coinvolto l'assessore Monica Rizzi in una storia di dossieraggio, si ipotizza anche per favorire la sua elezione. Forse sarà lui il successore del padre, anche se il segretario della Lega nel 2008 ha commentato che più che un delfino Renzo è "una trota". Da qui è nato il soprannome che ancora porta (e su cui ha persino fatto una serie di t-shirt vendute per beneficenza). Un "tormentone" che lo segue così come quello sui suoi diversi tentativi di diplomarsi.

Roberto Libertà (che è nato nel 1990) è finito, invece, sui giornali proprio in questi giorni perchè è stato condannato dal giudice di pace di Gavirate (Varese) per ingiuria e lesioni. Avrebbe insultato un militante di Rifondazione Comunista che stava attaccando manifesti elettorali, lanciandogli contro anche un 'gavettone' con candeggina e per questo dovrà pagare 1.400 euro di risarcimento. È ancora molto giovane l'ultimogenito di Bossi, Eridano Sirio, che è nato nel 1995, un anno dopo il matrimonio del segretario con Manuela. Descritta come schiva ma decisa, lei raramente ha rilasciato interviste o fatto dichiarazioni. A qualche congresso è salita sul palco, ma sono stati episodi piuttosto sporadici. Il suo impegno è tutto per la scuola Bosina di Varese, che, spiega il sito dell'istituto, lei "maestra di scuola elementare di lunga esperienza" ha fondato nel 1998. Sulla scuola nel 2010 ci sono state alcune polemiche per un finanziamento di 800 mila euro da parte del Governo. Le critiche però non hanno risparmiato nemmeno la moglie del senatur. Gianfranco Fini, ad esempio, in televisione ha sottolineato che lei stessa è una baby pensionata. Ma è stato un articolo di Panorama su questa lady di ferro a far infuriare Umberto Bossi. Tutti nel partito sanno che influenza ha sul marito, anche se resta nell'ombra. La leggenda è tale che è nato anche il termine di 'cerchio magico' per descrivere le persone che sono più vicine a lei e al marito. Una voce che è costantemente aumentata dal 2004, quando Bossi è stato colpito dell'ictus. A settembre, l'articolo di Panorama accusava la moglie del leader leghista di aver creato una rete intorno al marito per preservare il ruolo di successore alla guida della Lega per il figlio Renzo. E lui era subito sbottato: "è un danneggiamento nei confronti della mia famiglia. Sono degli stronzi". Va bene la politica, ma la famiglia non si tocca.

[Informazioni tratte da Adnkrono/Ign, ANSA]

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

06 aprile 2012
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia