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Legambiente ribadisce la sua contrarietà verso il Ponte sullo Stretto

''In Calabria e in Sicilia le opere prioritarie sono tante e tante altre''

12 marzo 2005

Legambiente continua la sua battaglia contro la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina e lo fa con una mobilitazione nazionale che coinvolge in primo luogo le due regioni che saranno direttamente interessate, la Calabria e la Sicilia.
Una ''due giorni'', cominciata ieri (11 marzo), nella quale Legambiente insieme ai comuni calabresi di Roccella Jonica, Villa San Giovanni, Crotone, Cosenza e Gioia Tauro, è scesa in strada per chiedere lo stop al ponte e destinare allo sviluppo del Mezzogiorno investimenti più concreti.

Il primo della "due giorni" ha registrato a Roccella Jonica un'intensa partecipazione. "Sono qui - ha detto il direttore nazionale Francesco Ferrante - per rimarcare la necessità avvertita da tutto il movimento ambientalista che la linea ferrata della ionica diventi una battaglia di carattere nazionale. Non è possibile che intere fasce di popolazione vengano tagliate fuori dal sistema dei trasporti e che per costruire il ponte le Ferrovie paghino una tassa talmente alta che finirà per incidere sul futuro del Sud".
Tassa che si aggira sui 100 milioni di euro da pagare per trent'anni, più i fondi per tutte le opere di collegamento e il trasferimento di risorse ministeriali - circa 38 milioni di euro l'anno - dalle Fs alla Società Stretto di Messina. In base alla convenzione stipulata tra il governo italiano e la società, insomma, le Ferrovie dovrebbero pagare un canone annuo di 100 milioni di euro per far passare i treni sul ponte, senza considerare le spese per rifare la linea ferrata e renderla compatibile all'altezza della struttura. 
Un pagamento che Legambiente ritiene troppo alto e che con questa  manifestazione vuole denunciare.

Alla fine sarebbe Trenitalia a finanziare un'opera da più parti giudicata inutile e dannosa, con somme di denaro che potrebbero invece essere destinate all'ammodernamento e al potenziamento del sistema ferroviario in Calabria, in Sicilia e in tutto il Sud, fra i puù vecchi e malmessi di tutta la nazione.
Roberto Della Seta, presidente nazionale di Legambiente, ha ribadito che: "Molto prima del Ponte c'è davvero tanto da fare. L'assenza di elettrificazione riguarda ancora il 36 per cento della rete, il 63 per cento delle tratte è ancora a binario unico e nelle regioni del Sud questi ritardi infrastrutturali raddoppiano. Rimangono solo briciole di denaro per potenziare la rete esistente. Investire sulla sicurezza e sul potenziamento dei treni deve invece rappresentare la priorità dei prossimi anni".

Il Ponte sullo Stretto verrebbe realizzato per intero con fondi pubblici: lo Stato, oltre a investire 2,5 miliardi a fondo perduto attraverso società controllate come Fintecna, Anas e le stesse Fs, e a girare un canone annuo di 150 milioni di euro alla società Stretto di Messina, si impegna a coprire l'eventuale deficit conseguente alla scarsità di traffico sull'attraversamento. La convenzione stabilisce che entro il 31 dicembre 2011 Rfi - società del Gruppo Fs adibita alle infrastrutture - dovrà realizzare tre opere di contorno al Ponte: il collegamento con la nuova stazione di Messina, lo spostamento della linea tirrenica in corrispondenza di Cannitello e una "bretella" che congiungerà il ponte a Villa San Giovanni, costruita in galleria per recuperare il dislivello con i binari attuali.

L'esasperazione dovuta al disinteresse delle istituzioni nei confronti di questi dati provati, ha provocato ieri momenti di tensione, scaturiti nell'improvvisa decisione di occupare i binari in prossimità della stazione di Roccella Jonica. Decisione bloccata dall'intervento degli stessi organizzatori e dei politici locali. Oggi, (12 marzo), la contestazione continuerà davanti alla stazione centrale di Reggio Calabria. Ad attendere i manifestanti ci sarà un carro allegorico che rappresenta una simbolica gallina dalle uova d'oro, simbolo del gigantesco giro d'affari che alimenta la speculazione sulla grande opera. Nel primo pomeriggio, il corteo si sposterà a Messina.

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12 marzo 2005
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