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Lettere da Iwo Jima

Clint Eastwood, ormai maestro della pellicola, mostra la Storia con gli occhi di chi fu nemico degli Usa

19 febbraio 2007


 




Noi vi segnaliamo...
LETTERE DA IWO JIMA
di Clint Eastwood

Durante la seconda guerra mondiale sulla piccola isola di Iwo Hima, tra la spiaggia di sabbia nera e le cave di zolfo, si consuma lo scontro tra i soldati americani e quelli giapponesi. Questi ultimi, mandati allo sbaraglio, sono consapevoli di non tornare più a casa. Tra loro Saigo, un ex fornaio, desidera sopravvivere per tornare a casa e vedere la sua ultima nata. Baron Nishi, campione olimpico di equitazione, è famoso in tutto il mondo per la sua abilità. Shimuzu, un allievo poliziotto, idealista e fiducioso, è destinato a scontrarsi con la dura e crudele realtà della guerra. Il tenente Ito, credendo profondamente nella sua missione di soldato, preferisce uccidersi piuttosto che cadere nelle mani dell'esercito americano. L'esercito e la difesa sono affidati al generale Tadamichi Kuribayashi, uomo di grande cultura, ha studiato in Canada e, essendo stato a lungo anche negli Stati Uniti, sa perfettamente di combattere una guerra senza speranza ma, profondo conoscitore delle strategie militari, ha l'obiettivo di uccidere almeno dieci americani. Incredibilmente, giapponesi e americani si scontrano e combattono per 40 giorni, al termine dei quali 20.000 soldati giapponesi rimangono sul campo, ma dopo aver ucciso 7.000 soldati americani. Di loro, però, non restano solo i cadaveri e il sangue che ha bagnato le rocce, ma anche le lettere mandate a casa, piene di paura ma anche di coraggio ed eroismo.


Tit. Orig. Letters from Iwo Jima
Anno 2006
Distribuzione Warner Bros
Durata 140'
Regia Clint Eastwood
Sceneggiatura Iris Yamashita
Con Kazunari Ninomiya, Hiroshi Watanabe, Ken Watanabe
Genere Guerra


La critica
''(...) l'interesse della doppia pellicola sulla conquista di Iwo Jima (febbraio-marzo 1945) è in una visione antimilitarista che non è mai monolitica; e anzi si intona in chiave di umana sensibilità al contesto e alla mentalità dell'esercito in primo piano. Stranamente, come confermano le candidature all'Oscar, a Eastwood è riuscito meglio il film girato fra i giapponesi e parlato nella loro lingua (...) Il tutto narrato in forma anticonvenzionale ed emozionante da un cineasta che sta dando le prove migliori quando altri alla sua età sono in pensione da un pezzo.''
Alessandra Levantesi, 'La Stampa'

''Il monumentale doppio progetto di Clint Eastwood aggiunge un nuovo capitolo all'inarrestabile ascesa del suo talento, che pare non debba smettere mai di sorprendere e suscitare ammirazione. (...) Come il precedente questo non è un film di guerra ma un film sugli esseri umani che le guerre hanno sacrificato. E' un saggio di misericordia, come sempre per questo magnifico cineasta senza semplificazioni o scorciatoie, semplice e complesso allo stesso tempo.''
Paolo D'Agostini, 'la Repubblica'

''Lettere da Iwo Jima è un capolavoro. E non solo per estetica. Infatti non è nella tradizione di Washington concedere l'onore delle armi ai vinti, per quanto valorosi, perché li considera fuorilegge, più che nemici. Finora, sulla Seconda guerra, Hollywood marciava in sintonia con Washington, con l'eccezione dell'Impero del sole di Spielberg. Ora Eastwood, la Wb e la Dreamworks hanno smesso: fra gli esiti della guerra in Irak, c'è la revisione anche delle altre guerre 'per la democrazia'.''
'il Giornale'

''(...) se Omaha Beach raccontata da Spielberg ci ha portati a sfiorare l'esperienza viscerale della guerra, nel suo bellissimo dittico, Eastwood fa un gesto ancora più grande, ne fa esplodere il senso, cambiando per sempre il (nostro) punto di vista.''
Giulia D'Agnolo Vallan, 'Ciak'

Golden Globe 2007 come miglior film straniero. Candidato all'Oscar 2007 per miglior film, regia, sceneggiatura originale e montaggio sonoro (Robert Murray). Fuori concorso al 57mo Festival di Berlino (2007).

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19 febbraio 2007
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