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Lettere di commerciati e cittadini alla polizia di Palermo: ''Grazie, adesso siamo cittadini più liberi''

17 novembre 2007

Quello che vogliamo voi leggiate di seguito è un articolo pubblicato un paio di giorni fa dalla redazione di Repubblica di Palermo. Un articolo carico di speranze belle e che rafforza quella che sembra stia diventando una realtà sempre più concreta e consistente: la trasformazione di Palermo e, lo speriamo con tutto il cuore, di tutta la Sicilia.
La Sicilia non è solo mafia, lo si è detto, ripetuto troppe volte, ma bisogna non stancarsi mai di dirlo, e questo non per ostentare coraggio ma per fare capire, in primo luogo ai mafiosi, che la Sicilia e i Siciliani sono stanchi di dover pagare ingiustamente una situazione immorale e insopportabile. I Siciliani vogliono lavorare, divertirsi, camminare per strada, vivere ''normalmente''. I Siciliani non voglio essere eroi e non vogliono più combattere nessuna guerra. Vogliono vivere in pace, ma quella Giusta, quella dell'onestà.
 

''GRAZIE, ADESSO SIAMO PIU' LIBERI''
(Repubblica Palermo, 15 novembre 2007)

La prima lettera, indirizzata al ''Signor questore di Palermo'', è arrivata il giorno dopo l'arresto dei Lo Piccolo. ''Adesso ci sentiamo meno soli'', ha scritto un commerciante. ''Adesso ci sentiamo liberi'', ha annotato un altro, a caratteri cubitali. ''Grazie''. Solo un ''grazie'', senza firma, ha scritto un cittadino dentro il biglietto che accompagnava un mazzo di rose rosse. La città che ha già detto ''no'' al pizzo, ma anche quella che lo vorrebbe dire e ancora non sa, sta riempiendo di lettere la questura.

Sono già una cinquantina le lettere di cittadini, commercianti, imprenditori, arrivate a piazza Vittoria dopo l'arresto di Salvatore e Sandro Lo Piccolo. ''Anche all'indomani dell'ultima operazione, quella di martedì, ne abbiamo ricevute tante - dice il questore Giuseppe Caruso - perché i commercianti e gli imprenditori ricattati dal racket non vedevano i Lo Piccolo, ma i loro uomini, quelli che abbiamo fermato. Erano i picciotti che entravano nei negozi e nelle aziende''.
I messaggi di gratitudine per il lavoro della polizia a Palermo aumentano di giorno in giorno. Anche se ancora nessuno degli operatori economici scritti nel libro mastro dei padrini si è presentato in questura per denunciare. ''Nessuno ha più alibi - ribadisce il questore Caruso - i capi di Tommaso Natale sono in carcere. In giro, potrà esserci ancora qualche quaraquà, che potrebbe voler alzare la testa. Ma, presto, daremo una spallata anche a loro''.

In attesa di vedere i commercianti bussare alla porta della squadra mobile, il questore legge a Repubblica le lettere dei palermitani. ''Servirà a dare forza a tutta la città'', dice.
 Scrive un cittadino: ''Ci complimentiamo con la polizia per l'elevata professionalità dimostrata ed il risultato ottenuto, avendo contribuito, in tutti noi Siciliani, a rafforzare la certezza che questa nostra Sicilia sarà ed è sempre meno mafiosa, più libera, una terra di diritto e legalità''.
Scrive un altro: ''Intanto, ci godiamo questa bella vittoria. Intanto, affidiamo alla giustizia queste persone che tanto hanno contribuito per bloccare le strade della civiltà della Sicilia. Noi continuiamo, ciascuno per la propria parte, ad essere gli uomini liberi per i quali la giustizia e la legalità sono e restano il loro modo di essere e di sperare''.
Un operatore economico, che si è firmato, ha scritto: ''Il costante impegno degli organi inquirenti e della polizia sta trasformando profondamente il volto della Sicilia, rendendola una terra sempre più sicura, in cui gli imprenditori si sentono tutelati ed incentivati''.
Un altro messaggio: ''Non posso non manifestare al questore la mia sincera ammirazione per una cattura che, certamente, porterà un po' di respiro e una boccata d'aria pulita nella vita di tutti i Siciliani''.
Un ragazzo: ''Il pensiero va anche ai giudici Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, e a tutti gli agenti della polizia uccisi per cercare di fermare la mafia''.
Una donna: ''Un grazie sentito ai poliziotti e ai magistrati. Dio vi benedica''.
Uno studente: ''Eravate stati meravigliosi con la cattura di Provenzano, siete fantastici dopo gli arresti dei Lo Piccolo, a quando la cattura di Bin Laden?''.

Scrivono da Palermo, ma anche dal Nord. ''Sono queste le cose che ancora ci rendono orgogliosi di essere italiani, grazie''. Un altro biglietto recita: ''Siamo certi che la polizia continuerà''. L'ultima lettera arrivata in questura, dopo i drammatici episodi di domenica, ribadisce: ''In un momento così delicato per la salvaguardia e la sicurezza dei cittadini, lo Stato ha inferto un altro duro colpo ai cosiddetti gruppi mafiosi organizzati, dando risposte concrete a chi credeva che le istituzioni avessero abbassato la guardia a discapito di chi crede ancora nella giustizia''.
Il questore Caruso ha risposto a tutti quelli che hanno segnato il mittente. ''Gli altri li ringrazio pubblicamente - dice - sono rimasto davvero commosso dalle parole di quella persona che ha scritto, ''sono orgoglioso di essere siciliano''. Io lo sono siciliano, e so cosa vuol dire. Sto provando un'emozione ancora più grande di quella avuta nei giorni dell'arresto di Provenzano. Proprio perché stiamo liberando la città da quegli esattori del pizzo che tanti commercianti si trovano a ricevere ogni giorno''.
Le lettere dei palermitani sono tutte sulla scrivania del questore. Restano lì mentre inizia una nuova riunione con il capo della squadra mobile, Piero Angeloni. Sono di buon auspicio per il prosieguo dell'indagine sul racket. ''Noi continueremo a fare la nostra parte - dice Giuseppe Caruso - ma resta necessario il contributo delle vittime. Solo con le denunce libereremo definitivamente Palermo''.

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17 novembre 2007
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