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Libera Terra offesa

Ennesimo atto intimidatorio nei confronti di una cooperativa che gestisce un terreno confiscato alla mafia

12 maggio 2007

''E' in atto una controffensiva da parte delle organizzazione mafiose, evidentemente preoccupate dai risultati che si stanno ottenendo nei campi della legalità. Non ci faremo intimidire e siamo convinti che i cittadini e le istituzioni sapranno ancora una volta rispondere con fermezza. Ai giovani impegnati quotidianamente nei campi di lavoro sui beni confiscati alle mafie vogliamo dire di continuare ad avere lo stesso coraggio dimostrato finora insieme alla consapevolezza di avere accanto tutta l'Italia che crede nei valori della democrazia, della libertà e della legalità''.
Queste le parole con le quali don Luigi Ciotti, presidente di ''Libera. Nomi, associazioni e numeri contro le mafie'', ha commentato l'ennesimo atto intimidatorio nei confronti di una cooperative aderente a 'Liberaterra'.
Dopo l'atto intimidatorio alla Cooperativa Valle del Marro in Calabria, le minacce nei confronti del referente di Libera nella locride, questa volta è successo in Sicilia, in contrada Pietralunga, a Monreale (PA) sui terreni confiscati al presunto boss mafioso Simonetti Giovanni e gestiti dalla ''Cooperativa Lavoro e Non solo'' dove stati danneggiati per circa il 70% i germogli delle vigne necessarie per la produzione del vino del prossimo anno.

Mai progetto ha aderito meglio al nome che porta, ed infatti 'Liberaterra' da quando è nato, con tutte le difficoltà che contraddistinguono un recupero culturale come quello dell'allontanamento del lavoro dal giogo mafioso, non ha fatto altro che combattere per liberare porzioni della ''Madre'' terra all'offesa della criminalità che con essa coltivava solo gli interessi di quei pochi assetati di potere ed esenti da qualsiasi scrupolo morale ed etico.
Quest'impegno e la dimostrazione che ''cambiare si può'', lavorando nella prospettiva di un futuro onesto, legato a concetti quali, democrazia, legalità e meritocrazia, sono gli elementi che la mafia non ha mai accettato e che mai accetterà, perché legalità e democrazia sono i significati più oltraggiosi e pericolosi contro i quali la criminalità possa andare a scontrarsi.
Rendere libere le persone dalla paura e dalle minacce, rendere cosciente il popolo che esiste un bene ed un male e che ci si può impegnare affinché i frutti del bene vengano raccolti senza aver alcun timore, per la mafia resta il pericolo più grande.

Ecco, quindi, l'unica cosa che rimane da fare a quegli - purtroppo tanti - esempi  negativi del genere umano: distruggere vilmente il frutto del pulito impegno, del lavoro limpido e schietto di chi ha deciso di riprendersi, e tenersi stratta la propria dignità.

Dalle vigne rovinate, quasi sicuramente, da appartenenti alle cosche locali del palermitano, sarebbe nato un vino dal sapore più buono, come più buoni sono tutti i prodotti che sono nati fino ad ora da quelle terre liberate dalla mafia.
Ma come ha chiaramente detto don Luigi Ciotti tali azioni vigliacche non potranno fermare la voglia di tante persone che hanno deciso di vivere una vita normale, anzi, che hanno raggiunto la ferma convizione che l'assurdità sarebbe ''sognare'' una vita normale, fatta di giustizia e onestà. 

A don Ciotti e ai cooperanti dell'azienda agricola colpita è arrivata la solidarietà del presidente della Camera Fausto Bertinotti, in questi giorni in visita ufficiale nel Medio Oriente. ''Desidero farti giungere - ha scritto Bertinotti - la mia più intensa solidarietà, caro Luigi, a fronte dell'intimidazione rivolta nei riguardi della Cooperativa 'Lavoro e Non solo', aderente a Liberaterra, unitamente al mio augurio per il prosieguo del tuo coraggioso impegno per un'economia libera dal giogo della criminalità organizzata, nel segno della legalità e della solidarietà''.
Anche il presidente del consiglio Romano Prodi ha espresso solidarietà a don Ciotti per quanto accaduto, che ha auspicato inoltre che continui con sempre più vigore la lotta per sradicare la criminalità organizzata.

Alla stessa maniera, la speranza di tutti quelli che hanno il desiderio si possa vedere la realizzato il sogno della quotidiana giustizia è invece riposta verso tutta la classe politica, affinché fra le priorità concrete possa esserci sempre e veramente, con azioni e non solo con le parole, la lotta alla mafia che si è sempre più rafforzata e radicata nel tessuto sociale.

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12 maggio 2007
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