Liberacqua. ''Sui rischi derivanti dall'affidamento della gestione trentennale dell'acqua potabile a un privato''
''Sensibilizzare i cittadini sui rischi derivanti dall'affidamento della gestione trentennale dell'acqua potabile a un privato''.
E' questo il motivo fondamentale per il quale ieri, domenica 28 ottobre 2007, la Cgil di Palermo, il comitato civico Liberacqua e il Forum dei movimenti per l'acqua pubblica hanno organizzato manifestazioni in ben 34 comuni del Palermitano e in due dell'Agrigentino, a Bivona e a Santo Stefano di Quisquina.
In ogni comune, compreso il capoluogo siciliano, sono stati allestiti gazebo per distribuire materiale informativo. E ieri sera a Castelbuono, cittadina al centro delle Madonie, Maurizio Calà, segretario della Camera del lavoro di Palermo, ha tenuto un un comizio per chiudere le manifestazioni.
Nel Palermitano la Aps Spa (Acqua potabile Sicilia), gestisce già il servizio in 28 comuni (quelli finora serviti dall'Eas, Ente acquedotti siciliani), ed entro marzo saranno 80, con le sole eccezioni del capoluogo dell'Isola e di Cefalù.
A Santo Stefano di Quisquina, nell'Agrigentino, la sorgente Santa Rosalia, che distribuisce l'acqua al paese a ad Agrigento, è stata data in concessione alla Nestlè, ''e così assistiamo al paradosso - spiega Giuseppe Mattei, di Liberacqua - che a una multinazionale si concede di imbottigliare la minerale, quando tutto il mondo conosce la penuria d'acqua della città dei Templi, dove i rubinetti restano a secco 6 giorni alla settimana''.
Per gli organizzatori delle manifestazioni, a breve le tariffe aumenteranno fino a 1,43 euro per metro cubo e saranno eliminate le fasce sociali. ''Per questo - dicono - occorre costituire una consulta di cittadini che controlli l'operato dei gestori''.