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LIBERATE LA PACE!

Il drammatico appello in video della giornalista del Manifesto Giuliana Sgrena

17 febbraio 2005

''Sono in Iraq dalla fine di gennaio, per testimoniare la situazione di questo popolo, che muore ogni giorno, migliaia di persone sono in prigione, bambini, vecchi, le donne sono violentate e la gente muore ovunque, per strada, non ha più niente da mangiare, non ha più elettricità, non ha acqua.
Vi prego mettete fine all'occupazione, lo chiedo al governo italiano, lo chiedo al popolo italiano perché faccia pressione sul governo. Pier aiutami, per piacere, fai vedere le foto dei bambini colpiti dalle cluster bomb, chiedo alla mia famiglia di aiutarmi, chiedo a tutti, a tutti quelli che hanno lottato con me contro la guerra, contro l'occupazione, vi prego, aiutatemi.
Questo popolo non deve più soffrire così. Ritiratevi dall'Iraq, nessuno deve più venire in Iraq, perché tutti gli stranieri, tutti gli italiani qui sono considerati nemici, per favore fate qualcosa per me. Pier, aiutami tu, sei sempre stato con me in tutte le mie battaglie, ti prego aiutami a chiedere il ritiro delle truppe, fai vedere tutte le foto che ho fatto, questo popolo non vuole occupazione.
Aiutami, aiutatemi, la mia vita dipende da voi, fate pressioni sul governo perché ritiri le truppe. Conto su di voi, potete aiutarmi. Bisogna mettere fine all'occupazione, la situazione qui è intollerabile, i bambini muoiono, la gente muore di fame per strada, le donne vengono violentate, bisogna ritirare le truppe.
Pier aiutami, fai vedere le foto che ho fatto dei bambini colpiti dalle cluster bombs, fai vedere quel che ho fatto per le donne. Nessuno dovrebbe venire in Iraq in questo momento, neanche i giornalisti, nessuno''
.

Queste sono le parole di Giuliana Sgrena nel video che i suoi rapitori hanno recapitato all'agenzia americana Kabul, bazar, marzo 2002. Foto di Giuliana SgrenaAssociated Press.
Un documento straziante. Giuliana Sgrena ha una casacca verde, sullo sfondo una parete bianca, vuota, una scritta in sovraimpressione sul video contraddistingue il gruppo, "Mujaheddin senza confini".
Non ci sono bandiere, né uomini armati. La giornalista chiede aiuto al marito, Pier Scolari, e a tutti gli italiani. "Solo voi potete aiutarmi''.
Si sente una voce in sottofondo, Giuliana Sgrena ripete l'appello in francese, dice chi è e per quale giornale lavora, poi parla dell'Iraq, e ripete le parole che ha sempre detto. Sostiene le tesi che ha sempre sostenuto. La fine dell'occupazione in Iraq, l'ingiustizia della guerra, il dramma della popolazione irachena, la difesa delle donne e dei bambini iracheni.

C'è sollievo per i familiari di Giuliana Sgrena. Il video mostra la certezza che la giornalista è ancora in vita, ma il sollievo non può eliminare la preoccupazione. L'Italia non ritirerà le truppe, e la vita di Giuliana è appesa a un filo.
"Siamo preoccupatissimi, siamo scossi, perché le condizioni poste del ritiro delle truppe saranno difficili da realizzare", dicono tra lunghe pause di silenzio il padre Franco Sgrena e la madre Antonietta. "Ho paura che finisca male'', aggiunge poi il papà. "Ci fa piacere che Giuliana sia viva - dice ancora il fratello Ivan - ma figuriamoci se ritireranno le truppe. Abbiamo le mani legate".
Dopo le prime forti emozioni, il compagno di Giuliana Sgrena, Pier Scolari, cerca di abbozzare un ragionamento più politico. "La prima cosa, la più importante, è naturalmente il fatto che Giuliana sia viva, anche se ovviamente non so quando è stato girato questo filmato". "Occorre però sottolineare - aggiunge Scolari - che l'appello che fa non è tanto per sé ma per il popolo iracheno. Vorrei che il Parlamento si rendesse conto che nessuno pensa di andare via domani ma questo appello, cosi come le elezioni, impongono a tutti di prendere atto che la situazione è cambiata". "Non ha senso - aggiunge - rifinanziare una missione che è stata di guerra. E' vero che le cose sono cambiate, ma nel senso che gli iracheni vogliono cambiare pagina. Non è vero che ce lo chiedono loro di restare, è vero l'esatto contrario. Chi ha chiesto alle truppe di restare ha conquistato appena il 13%. dei voti. Chiedo il ritiro dall'Iraq non per liberare Giuliana, ma per il popolo iracheno".

Falluja (Iraq), la stazione di polizia distrutta. Foto di Giuliana SgrenaIl drammatico video è arrivato nel giorno del voto, al Senato, sul rifinanziamento della missione italiana in Iraq.
Dopo un paio d'ore, ha parlato il ministro degli Esteri Gianfranco Fini: "Il drammatico video diffuso dai rapitori impone che la unità d'intenti che tutti gli italiani hanno fin qui mostrato per ottenere la liberazione di Giuliana Sgrena non venga cancellata dal contenuto politico dell'appello". Poi, aggiunge che il governo continuerà a fare tutto quanto in suo potere per ottenere la liberazione dell'ostaggio senza mutare la strategia politica, diplomatica e di intelligence sin qui seguita.
Il filmato potrebbe rientrare nel negoziato che si sta cercando di portare avanti con i rapitori per ottenere il rilascio, e forse contiene più di quello che si è visto.
Immagini nelle quali l'inviata del quotidiano il manifesto potrebbe aver comunicato altre condizioni.
La richiesta della diplomazia agli interlocutori era stata esplicita: per trattare dobbiamo avere la certezza che Giuliana Sgrena sia viva. Secondo una ricostruzione, che però viene smentita a livello ufficiale, la risposta sarebbe arrivata quattro giorni fa. Domenica sera, a Bagdad, il filmato sarebbe stato consegnato. Il cd-rom sarebbe arrivato a Roma il giorno dopo.
Lunedì mattina il governo avrebbe dunque avuto la certezza che il canale attivato era buono perché l'interlocutore dimostrava di avere contatti diretti con la banda. Quella stessa sera, attraverso i canali della polizia giudiziaria, si sarebbe deciso di informare la magistratura.
Martedì comincia a circolare l'indiscrezione dell'esistenza di un video che contiene un appello dell'inviata del quotidiano il manifesto. Si parla anche di una richiesta legata al libro che lei stessa ha scritto e dedicato alla popolazione irachena.
 
Un canale sarebbe dunque aperto, ma la soluzione della vicenda resta irta di difficoltà. Più volte, durante i Iraq, Ospedale di Hilla (Babilonia), bambini feriti da cluster bomb dopo un bombardamento dell'esercito americano, Aprile 2003. Foto Giuliana Sgrenasequestri di altri italiani, l’ottimismo manifestato dal governo e dal presidente del Consiglio - lo stesso espresso ieri - si è spento con il trascorrere dei giorni. Ora si spera di fare un passo ulteriore. Il governo italiano ha manifestato la propria disponibilità alla trattativa. Ma esclude che si possa ordinare il ritiro delle truppe. La mediazione riguarda pertanto altre condizioni e passa per quei canali diplomatici e di intelligence che sono già stati percorsi in passato per ottenere il rilascio degli ostaggi italiani e la restituzione dei resti di Fabrizio Quattrocchi. Una delle strade aperte rimane quella degli Ulema sunniti, che hanno già rivolto appelli ai sequestratori. Contatti sono stati intensificati anche con il governo di Parigi. Nel messaggio in francese pronunciato da Giuliana Sgrena gli analisti individuano una traccia che potrebbe portare potrebbe al sequestro della giornalista del quotidiano Libération Florence Aubenas, ormai da oltre un mese nelle mani dei rapitori. Sinora era stato escluso che le due vicende potessero essere collegate. Ma il video sembra aprire nuovi possibili scenari, confermati dalla notizia trasmessa una settimana fa, secondo la quale Giuliana Sgrena era segregata in un luogo dov’erano presenti altri ostaggi.

- ''Ha un regista il filmato a orologeria'' di Magdi Allam

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17 febbraio 2005
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