Liberate Said, poeta palestinese confinato nel Centro di permanenza temporanea di Trapani
Said Abdel Khaleq, da 15 anni in Italia, per un intoppo burocratico rischia di essere espulso
Fenice, entrerò?
Ho tolto tutti i miei vestiti
Per pellegrinarmi in te
Ho tolto la penna
La spada
Ho ingoiato il mare morto
Ho indossato la chitarra
Per pellegrinarmi in te
Nudo
Ma non come neonato
Ho tolto le foglie degli alberi di laguna dai miei piedi
Ho tolto la mia cintura di sorrisi
L'ultima vestaglia di raggi carnevaleschi
Fatta di sabbia
Ho tolto l'orologio del non-tempo
Mi sono fermato nudo e pellegrino in te
Perdonami se non ho tolto il mio anello fatto d'aria
Divento Blu.
Ah se fosse la tua mano il fuoco
E la mia guancia il vento
E io divento il tuo eterno pellegrino
Tu diventi la mia fede
Rigetto il mio mare morto sulla tua fiamma
Che ci torni più Fenice di prima
Said Abdel Khaleq
Un gruppo di cittadini veneziani ha lanciato un appello via internet ai trapanesi affinché si mobilitino per liberare il poeta palestinese Said Abdel Khaleq di 35 anni, rinchiuso nel Centro di permanenza temporanea ''Serraino Vulpitta'' di Trapani, e che rischia l'espulsione dall'Italia.
Appassionato di letteratura araba, dopo aver frequentato all'università Cà Foscari di Venezia la facoltà di lingue orientali, il giovane ha cominciato a lavorare in alcuni locali del centro della città lagunare. Un intoppo burocratico (dalla Giordania gli hanno negato il passaporto) non ha permesso al poeta palestinese di poter rinnovare il permesso di soggiorno.
La sua presunta appartenenza al movimento ''Fatah'' - consiglio rivoluzionario, un'organizzazione dichiarata fuori legge da Israele, potrebbe mettere a rischio la sua incolumità in caso di espulsione. Per questa ragione gli amici veneziani hanno pure aperto un sito (www.spiazzi.org) per invitare la gente a sottoscrivere una petizione in suo favore.
Anche Moni Ovadia ha firmato per Said Khaled, da oltre 15 anni in Italia ma da tempo 'confinato' al Centro di permanenza temporanea di Trapani per i ritardo con cui dalla Giordania è giunto il passaporto necessario per rinnovare il permesso di soggiorno. Lo rileva l'on. Giuseppe Giulietti il quale sottolinea che ''Ovadia ha firmato subito, chiudendo quella lista di 1.900 personalità. Moni Ovadia non ha avuto il minimo dubbio a favore di Khaled''. ''Con la Bossi-Fini, e le inevitabili reticenze delle autorità israeliane - prosegue Giulietti -, il ritardo di 32 giorni gli è costato caro''.
L'on. Giulietti ricorda poi che Ovadia, dopo aver messo la sua firma davanti a tutti gli spettatori, ha evidenziato che ''Said è stato poco accorto ad aspettare gli ultimi giorni per la sua richiesta, ma se sono contrario ai Cpt per i clandestini, vi potete immaginare se non lo sono ancora di più per il caso di Said, che si sente veneziano''. ''Ma al di là dell'emotività il caso di Said - incalza Giulietti - è un esempio dei pericoli insiti in una legge come la Bossi-Fini. Un ragazzo che dopo 15 anni si è costruito una vita onesta e laboriosa nel nostro paese viene cacciato come un delinquente per un intoppo burocratico''.