LIBERAZIONE
L'Italia è un Repubblica democratica ispirata ai princìpi dell'Antifascismo
«Era giunta l'ora di resistere; era giunta l'ora di essere uomini: di morire da uomini per vivere da uomini.» [Piero Calamandrei]
Il 25 Aprile 1945 l'Italia veniva liberata dalla cattiveria e dalla follia nazifascista. La Resistenza si oppose con la forza delle idee, con la forza della democrazia, con la forza delle armi al mostro furente della Germania nazista che, scesa nel nostro Paese, insieme ai fascisti cominciavano a creare a Salò un vero e proprio regno del male dal nome "umano": la Repubblica Sociale Italiana.
Liberi individui, partiti e movimenti organizzati in formazioni partigiane, vere e proprie armate di derelitti, resi tali dall'oppressione fascita, combatterono a fianco degli Alleati per ricominciare ad essere uomini. Un movimento di Resistenza che vedeva l'impegno unitario di molteplici e talora opposti orientamenti politici (cattolici, comunisti, liberali, socialisti, azionisti, monarchici, anarchici). Quegli opposti, uniti per riconquistare la dignità e mettere al centro di tutto la Democrazia avrebbero più tardi costituito insieme i primi governi del dopoguerra. L'Italia sarebbe diventata una Repubblica ispirata ai princìpi della Democrazia e dell'Antifascismo.
Ecco perché il 25 Aprile è di tutti! Ecco perché tutti devono gioire ed inorgoglirsi per questa data. Solo chi, ancora oggi, pensa con insensata malinconia al Duce e sostiene che sarebbe giusto dover portare rispetto ed avere pietà per i repubblichini, che pensavano "innocentemente" di essere nel giusto, trova ingiusto festeggiare il giorno della Liberazione. Solo per questi individui oggi non è festa. E probabilmente così deve essere. Anzi, così deve essere, perché oggi si celebra l'Antifascismo e chi ancora fascista dice di esserlo, o in qualche maniera al fascismo si sente legato, ovviamente non ha nessun motivo di festeggiare. Ebbene, davanti al resto del Popolo Italiano, che felicemente celebra la giornata di oggi, questi individui dovrebbero vergognarsi, perché è bene ricordare a tutti che il 25 aprile non si santificano i Partigiani - loro sì degni di rispetto e pietà, anche quando hanno sbagliato -, ma si osanna la libertà che è di tutti. Di TUTTI.
LAPIDE AD IGNOMINIA
Lo avrai
camerata Kesselring
il monumento che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi.
Non coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
non colla terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità
non colla neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono
non colla primavera di queste valli
che ti videro fuggire.
Ma soltanto col silenzio dei torturati
Più duro d'ogni macigno
soltanto con la roccia di questo patto
giurato fra uomini liberi
che volontari si adunarono
per dignità e non per odio
decisi a riscattare
la vergogna e il terrore del mondo.
Su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre
RESISTENZA
Piero Calamandrei