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LIBERO! In memoria di Libero Grassi, esempio di dignità e di coraggio, esempio di libertà vera

29 agosto 2007

«Non sono un pazzo, sono un imprenditore e non mi piace pagare. Rinuncerei alla mia dignità. Non divido le mie scelte con i mafiosi »
(Libero Grassi durante una puntata della trasmissione di Michele Santoro Samarcanda)

Con un nome come il suo, proveniente da una storia importante ed importante come la storia, non poteva certo farsi soggiogare dalla prepotenza mafiosa. Con un nome come il suo, un aggettivo che è anche sinonimo di dignità, non poteva certo inginocchiarsi davanti l'insulso potere della criminalità e barattare la propria esistenza con un percorso anti-culturale fatto di protezione effimera ed illegale.
Con un nome come il suo, nella nostra martoriata e martoriante Sicilia, purtroppo ha potuto solo dare la propria vita per mantenere intatto tutto il significato del suo nome: LIBERO.

Era il 29 agosto del 1991 quando l'imprenditore Libero Grassi veniva assassinato dalla mafia per essersi rifiutato di pagare il pizzo e avere denunciato i propri estorsori. Lo ammazzarono di mattina, alle 7:30 in via Alfieri a Palermo, con un colpo di pistola alla testa da un killer della cosca di San Lorenzo, Salvino Madonia.
Stamane, a sedici dal suo assassinio, nello stesso luogo e alla stessa ora dell'omicidio è stata ripetuta la cerimonia con cui i familiari di Libero Grassi rinnovano un manifesto affisso.
Per questa sera (dalle 20:30) i ragazzi del Comitato Addiopizzo, in collaborazione con le associazioni di volontariato del consorzio S.A.L.I. del rione Castellammare, hanno organizzato in piazza Tavola Tonda, alla Cala (di fronte al mercato ittico) una festa intitolata ''Libero futuro''. Ad aprire la serata un dibattito sui temi delle denunce, della mobilitazione dal basso e dei processi di mafia in corso con la partecipazione di giornalisti, rappresentanti delle forze dell'ordine, commercianti ed esponenti dell'associazionismo imprenditoriale e di quello antiracket.
Al termine del dibattito gli attori Daria Castellini e Domenico Bravo ricorderanno Libero Grassi attraverso la lettura di alcuni brani.

''Gli unici passi avanti in questi lunghi anni nella lotta alla mafia e al racket delle estorsioni sono stati fatti grazie alle associazioni come Addiopizzo e al coraggio dei singoli''. E' quanto affermato da Pina Maisano, vedova di Libero Grassi. ''L'economia siciliana - ha detto la signora Maisano, ex senatrice dei Verdi - è minata e mortificata dal fenomeno delle estorsioni. Per la mafia non è tanto un problema di introiti finanziari ma piuttosto di controllo del territorio''. ''Qualche nota positiva - ha detto ancora la vedova di Libero Grassi - si registra solo grazie all'impegno di un gruppo di giovani e alla voglia di cambiamento di alcuni negozianti che, in duecento, hanno deciso di aderire al comitato Addiopizzo, esponendo il logo di 'chi non paga' nelle vetrine dei loro negozi o aziende''. E plaude al continuo impegno delle associazioni contro il racket dell'usura: ''Sono lievi segnali di cambiamento ma importanti. Anche la Regione sembra che si stia attivando per dare una sede momentanea all'impresa di Guaiana (azienda che dopo aver aderito alla campagna anti-pizzo è stata incendiata) in alcuni terreni demaniali a Partanna Mondello. Il Comune ha invece messo a disposizione i suoi dipendenti per ripulire l'area dell'incendio''.
La signora Maisano infine, trova interessante la proposta lanciata qualche tempo fa da Tano Grasso, presidente onorario della Fai, di introdurre una legge per considerare reato la mancata denuncia delle estorsioni. ''Sono assolutamente d'accordo con Tano Grasso. Chi non denuncia è connivente, ma lo Stato non approverà mai una legge del genere. La lotta al racket sarà ancora tutta basata sul coraggio di pochi''.

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29 agosto 2007
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