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Libertà per Bruno Contrada

Fine pena per l'ex funzionario del Sisde, condannato a 10 anni per concorso esterno all'associazione mafiosa

11 ottobre 2012

Torna oggi in libertà, per fine pena, Bruno Contrada, l'ex funzionario del Sisde, condannato a 10 anni di reclusione per concorso esterno all'associazione mafiosa, dopo le accuse di diversi collaboratori di giustizia di passare informazioni a Cosa nostra e di avere consentito la fuga di pericolosi latitanti, come il boss Totò Riina, ricevendo la "copertura" di non identificati vertici istituzionali.
Contrada, 80 anni, avrebbe usufruito di uno sconto di pena di due anni per buona condotta. In particolare ha beneficiato delle prescrizioni normative che prevedono un bonus sulla pena da espiare di 45 giorni ogni sei mesi in caso di buona condotta. Gli ultimi quattro anni, degli otto trascorsi in regime di detenzione, li ha scontati nella sua casa di Palermo, dove era ristretto agli arresti domiciliari per motivi di salute.
Il magistrato di sorveglianza di Palermo ha concesso la proroga sull'applicazione della pena accessoria di tre anni di libertà vigilata comminata all'ex 007.

L'ex funzionario del Sisde, dopo la condanna a dieci anni inflittagli in primo grado il 5 aprile 1996, fu assolto nel primo processo d'appello il 4 maggio 2001. Il 12 dicembre del 2002 la Cassazione annullò il verdetto assolutorio e dispose un nuovo processo. Infine arrivò la condanna a 10 anni di reclusione, il 25 febbraio 2006, che nel maggio dell'anno successivo la Cassazione rese definitiva. L'8 novembre del 2011 la Corte d'appello di Caltanissetta rigettò, dichiarandola inammissibile, la richiesta di revisione del processo che lo condannò a 10 anni di reclusione. Il 15 gennaio del 2012 il Tribunale di Sorveglianza di Palermo decise che avrebbe scontato il resto della sua condanna a 10 anni di reclusione per concorso esterno all'associazione mafiosa a casa per il suo grave stato di salute.

"Rifarei tutte le cose che ho fatto e non mi pento di nulla", ha ribadito Contrada anche nei giorni scorsi. "Sono sicuro che verrà il momento, che io probabilmente non vedrò, in cui la verità della mia vicenda giudiziaria sarà ristabilita. Spero che qualcuno si ravvederà e si pentirà del male fatto a me e alle istituzioni", è stato invece il primo commento di Contrada dopo la scarcerazione. "Non ho molto altro da aggiungere - ha detto Contrada - e non capisco perché ci siano tutti questi giornalisti sotto casa, mica sono stato assolto. E' finita la mia pena detentiva".
La moglie Adriana che gli è sempre stata accanto ha parlato di "una vicenda umana devastante". "Il mio auspicio - ha aggiunto - è che questa vicenda possa fare nascere se non rimorsi o ravvedimenti qualche dubbio". "Io in questi anni mi sono ammalata di cuore - aveva raccontato la signora Adriana all'Adnkronos in mattinata - sono sempre rimasta vicino a mio marito, ma è stata dura". "Bruno è una persona per bene, onesta e fedele allo Stato, quasi fino a rasentare l'ingenuità..."

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, ANSA, Corriere del Mezzogiorno, Lasiciliaweb.it]

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11 ottobre 2012
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