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Lo sbriciolamento del centro storico di Palermo

Sono ben 1.610 gli edifici del centro storico da mettere in sicurezza. Per fare ciò servirebbe circa mezzo miliardo di euro

13 marzo 2014

Il centro storico di Palermo, il secondo più grande d'Europa, sta implodendo su se stesso. Quel che impressiona è che a un mese di distanza dall’ultima rilevazione la mappa degli edifici a rischio si è arricchita di ben 152 unità, passando da 1.458 a 1.610 edifici (chiese, immobili privati e di proprietà del Comune) da mettere in sicurezza: 248 sono a rischio crollo; 368 sono pericolanti, 1.004 in stato di degrado.
Servirebbe circa mezzo miliardo di euro: 289 mln per gli edifici degradati; 150 mln per quelli pericolanti e 84 per quelli a rischio crollo.

A fornire una road map sullo stato di salute delle strutture sono i dati elaborati dall'ufficio Centro Storico del Comune, presentati alla commissione Ambiente dell'Ars, nel corso di un’audizione ieri mattina a Palazzo dei Normanni.

L'istantanea scattata dagli uffici comunali indica che la maggior parte degli immobili, che necessitano di un intervento appartengono a privati: 910 sono in stato di degrado; 332 sono pericolanti; 224 necessitano di interventi urgenti. Gli edifici comunali, invece, sono 102 (58 in stato di degrado; 24 pericolanti e 20 hanno bisogno di interventi urgenti); le Chiese 52 (36 in stato di degrado; 12 percolanti e 4 necessitano di interventi urgenti).

"La commissione si è occupata di affrontare il problema dei crolli nel centro storico - ha detto il presidente della quarta Commissione dell'Ars Giampiero Trizzino (M5s) - Sono state formulate diverse ipotesi per procedere al recupero degli interventi. Stiamo studiando come individuare le risorse da destinare alla messa sicurezza. Le soluzioni ipotizzate sono diverse, una di queste potrebbe essere l'istituzione di un fondo di rotazione, da finanziare con risorse comunitarie, e nazionali, qualora fossero disponibili".
La parlamentare del M5s, Claudia La Rocca, ha anche predisposto un disegno di legge regionale sul fascicolo del fabbricato, per consentire alla amministrazione di procedere alla mappatura degli edifici presenti nel territorio comunale.
All'audizione erano presenti, tra gli altri, anche il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando e gli assessori Agata Bazzi e Tullio Giuffrè, il dirigente generale dipartimento regionale protezione civile Calogero Foti.

Dopo il crollo di piazza Garraffello alla Vucciria, che soltanto per una casualità non ha provocato una strage, cui hanno fatto seguito altri episodi eclatanti come i sequestri della chiesa di Santa Caterina e delle Mura delle Cattive, piazza Pretoria aveva diffuso un corposo elenco che classificava gli immobili in base al livello di minaccia: 228 erano quelli a rischio crollo, 329 quelli pericolanti, 901 quelli "soltanto" degradati. Numeri che evidentemente erano addirittura parziali rispetto ai dati, si spera definitivi, discussi durante l’ultima audizione.
Tali immobili, peraltro, sono distribuiti a macchia di leopardo su tutti e quattro i mandamenti, dal Monte di Pietà al Tribunale, da Castellamare a Palazzo Reale, ivi inclusi Palazzo dei Normanni e Palazzo delle Aquile, e poi ancora la Magione, l’Albergheria, Ballarò, il Capo, la stessa Vucciria. Senza dimenticare la recente esplosione dell’emergenza nelle scuole, in realtà frutto di anni di incuria.

Negli anni il Comune è intervenuto con ordinanze (161 fino al 2013) e multe nei confronti dei proprietari che non ottemperavano all’obbligo di messa in sicurezza. Inoltre Orlando ha annunciato "lo stanziamento di 500 mila euro per un’ordinanza in danno ai privati" che non rispettano le disposizioni dell’amministrazione. Ma oggi quella cifra suona come una bazzecola rispetto alla portata del disastro.

[Informazioni tratte da ANSA, Lasiciliaweb.it, GdS.it, Italpress - Corriere del Mezzogiorno]

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13 marzo 2014
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