Lo Scenario Pub.Bli.Co di Catania presenta: ''All White Happening'' di Philippe Ménard
Modem Studio atelier della Compagnia Zappalà danza
Sabato 29 alle ore 21.00 e domenica 30 alle ore 19.30
Il Modem Studio atelier della Compagnia Zappalà danza in
ALL WHITE HAPPENING
di Philippe Ménard
Progetto coreografico per 14 danzatori, creato nell’ambito di Modem-corso di perfezionamento della compagnia zappalà danza.
Una esplorazione all’interno dell’energia folgorante contenuta nel tratto di Enki Bilal, e in quei diversi stati corporali che egli declina nella sua opera.
La danza andrà a cercare ciò che è di più tracciato, proiettato, elettrico, vibrante.
14 personaggi, come usciti da un quadro di Bilal, ricaricano le loro batterie.
ALL WHITE HAPPENING
La pittura di Bilal, mai statica, è Danza.
Danza densa, a prima vista.
Qui, i corpi sembrano in un movimento perpetuo, la danza prende corpo, i corpi sono danzanti.
Lo spazio che abitano si riempie poco a poco delle tracce dei loro spostamenti, e lì nasce il disegno di Bilal: quadri di una forza emotiva ed estetica rara, al servizio di un universo piuttosto oscuro, proiettato verso un futuro vicino.
La violenza, l’emergenza delle intolleranze, il disumano, la memoria e l’identità sono i temi che attraversano tutta la sua opera.
I suoi personaggi hanno degli strani attributi.
La femme Piège piange delle lacrime blu e alcune miniature si introducono nella sua ultima trilogia.
Non è raro che queste figure femminili rivelino delle cicatrici, delle ferite.
In Un Siècle d’Amour, la pelle appare grigio chiaro, in un sottile equilibrio tra il nero e il bianco; la nudità si rivela vulnerabilità.
C’è sicuramente una connotazione erotica ma si tratta del corpo in pericolo di fronte ad un potere opprimente, come in Le Sommeil du Monstre, dove l’oscurantismo che mette in scena si riferisce alla degradazione; la Shoah è citata.
Il suo universo è segnato da una memoria individuale e collettiva in una prospettiva dove si mischiano le immagini scritte dello scioglimento della Jugoslavia, suo "luogo" di nascita.
Le immagini dipinte sono una strana coniugazione che mescola passato-presente-futuro.
In La Foire aux immortels, un uomo surgelato si risveglia, la sua memoria torna poco a poco e, con lei, dei poemi di Baudelaire che recita durante gli eventi.
Il primo, Una Carogna, descrive la morte nel suo aspetto più ripugnante. "La carne rossa e vibrante di un cadavere" - dice Bilal - "non si disegna, si nomina" .
I disegni di Bilal agli antipodi della linea chiara giocano come una memoria offuscata e offuscante, che rimanda agli angoli dei punti ciechi, alle zone d’ombra, ai pezzi interi del tempo perso.
"La linea chiara" - dice - "non produce alcune emozione, ma solo nostalgia. Sono piuttosto per la pittura che crea problemi, disturba".
Philippe Ménard
Ingresso unico 5,00 euro
Posti numerati. Consigliata la prenotazione
Scenario.Pub.bli.co
Teatri | estetiche | culture
Via Teatro Massimo, 16 - Catania
Tel +39 (0) 95 25 03 147 / +39 (0)95 31 54 59 / +39 (0)95 31 46 84