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Lo sguardo politico della Chiesa che non si schiera. Vita, famiglia e matrimonio: queste le parole d'ordine

21 marzo 2006

C'era molta attesa per le parole che il cardinale Camillo Ruini avrebbe detto ieri all'apertura dei lavori del consiglio permanente della Cei.
Il presidente Ruini ha ribadito l'indicazione a ''Chiesa, clero e organismi ecclesiali'' di non scegliere alcuno schieramento politico in vista delle prossime elezioni del 9 e 10 Aprile, ma ha indicato ''agli elettori e ai futuri eletti'' ''quei contenuti irrinunciabili'' che dovranno orientare la scelta politica: vita, famiglia e matrimonio in primis.
Ruini  ha lamentato i ''toni accesi e i molteplici temi di polemica'' di questa campagna elettorale, e ha indicato negli elementi sopracitati alcuni contenuti irrinunciabili per l'elettore cattolico. Il capo dei vescovi italiani ha poi apertamente criticato le delibere regionali che stanno aprendo ai Pacs e il progetto di farne materia di provvedimenti su scala nazionale, e definito ''difficili'' le condizioni dell'economia italiana.

Chiesa e Politica - Il summit dei vescovi italiani si inserisce nel pieno della campagna elettorale. E Ruini non poteva non accennare, seppure indirettamente, al tema delle consultazioni politiche. Ha accennato così al ''confronto politico'' che, ''nel nostro Paese, è comprensibilmente monopolizzato'' spesso con ''toni accesi e molteplici terreni di polemica''.
La Chiesa - ha ribadito Ruini - non dà indicazioni di voto, ma mette dei paletti, chiedendo ad elettori ed eletti di prestare attenzione a ''quei contenuti irrinunciabili, fondati sul primato e sulla centralità della persona umana''. Già nel consiglio permanente di gennaio, Ruini aveva chiarito che intenzione della Chiesa era di non schierarsi, ma poi aveva precisato che compito di ogni ''buon elettore cattolico'' era quello di appoggiare politici che promuovessero leggi a tutela della vita e della famiglia. Per questo, Ruini e la Cei erano state accusate di ingerenza e interferenza nella vita politica del Paese.
Il cardinale ha inoltre ribadito l'importanza dell'impegno dei cattolici nella vita politica. Richiamando la Nota dottrinale della Congregazione per la Dottrina della Fede del 24 novembre 2002 ''circa alcune questioni riguardanti l'impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica'', il porporato ha spiegato che, solo assumendola come riferimento concreto delle proprie scelte sarà possibile evitare la ''diaspora culturale dei cattolici'' e una loro ''facile adesione a forze politiche e sociali che si oppongano, o non prestino sufficiente attenzione ai principi della dottrina sociale della Chiesa''.

Il NO ai Pacs - ''Rispetto della vita umana dal concepimento al suo termine naturale'' e ''sostegno concreto alla famiglia legittima fondata sul matrimonio'' evitando ''di introdurre normative che ne comprometterebbero gravemente il valore e la funzione''. A questi temi il cardinale Ruini chiede di prestare ''speciale attenzione'' e di usarli come ''criterio di orientamento in rapporto ai programmi delle diverse forze politiche''. ''E' preoccupante che alcune Regioni stiano discutendo o abbiano già approvato normative che mettono sullo stesso piano matrimonio e coppie di fatto; è questa una strategia che punta a imporre a livello nazionale una legge che equipari le unioni di fatto alle famiglie fondate sul matrimonio'' è l'allarme lanciato da Ruini. Il riferimento è a Regioni come la Toscana, l'Umbria, la Puglia, il Piemonte, la Campania, l'Emilia Romagna le Marche che hanno messo a punto o sono sul punto di approvare una normativa relativa al riconoscimento delle unioni di fatto. Inoltre già una ventina di comuni ha aperto un registro per il riconoscimento delle coppie di fatto.

L'economia italiana - Nella sua prolusione Ruini ha affrontato anche la difficile situazione economica italiana, per chiedere ''un impegno forte e condiviso'', necessario a far ripartire il Paese. ''Le condizioni della nostra economia permangono purtroppo difficili'', ha detto citando ''la mancanza di crescita nel corso del 2005 e l'incremento del debito pubblico'', pur sottolineando ''una certa ripresa'' prevista per il 2006. ''Serve un impegno forte e condiviso - ha concluso - senza il quale sarebbe arduo attenuare gli squilibri che affliggono da gran tempo il nostro Paese, penalizzando soprattutto il Meridione, in particolare sul versante cruciale dell'occupazione''.

L'Islam nella scuola italiana - Quanto all'insegnamento della religione islamica nelle scuole pubbliche italiane, Ruini ha detto che ''se in via ipotetica è possibile, ci sono molte condizioni che vanno osservate prima di procedere in questa direzione''. Infatti è necessario ''assicurarsi che l'insegnamento della religione islamica non dia luogo di fatto a un indottrinamento socialmente pericoloso''. ''In concreto - ha continuato il cardinale - manca finora un soggetto rappresentativo dell'Islam che sia abilitato a stabilire con lo Stato italiano un accordo in merito''. Inoltre, ha aggiunto, ''la proposta di sostituire l'insegnamento della religione cattolica con un insegnamento di storia delle religioni non ha fondamento né giuridico né culturale''.

NO alle intolleranze - Il cardinale Ruini ha ricordato l'assassinio di don Andrea Santoro, ucciso nella chiesa di Trebisonda in Turchia, e ha ribadito che ''l'intolleranza e la violenza non possono mai giustificarsi come risposta alle offese, poiché esse non sono risposte compatibili con i principi sacri della religione''. Il prelato ha fatto sue le parole con le quali Benedetto XVI ha condannato le vignette su Maometto e le reazioni dei paesi islamici, ''deplorando'' le azioni di chi ''approfitta deliberatamente'' dell'offesa ai sentimenti religiosi ''per fomentare atti violenti, tanto più che ciò avviene a fini estranei alla religione''.

Questione Mediorientale - Per Ruini, l'Autorità Palestinese deve riprendere ''il percorso che deve condurre alla rinuncia alla lotta armata, al riconoscimento reciproco e alla coesistenza pacifica tra Stato d'Israele e popolo palestinese, dotato di proprie istituzioni democratiche e sovrane''. Allo stesso tempo Israele deve rispettare il diritto internazionale perché ''gli atti di forza, a cui si è fatto ricorso anche la scorsa settimana, non potranno certo facilitare questo cammino''. Ruini ha espresso preoccupazione anche per le notizie dall'Iraq, dove ''ancora molto si fatica per trovare una forma di equilibrio, coesistenza e collaborazione tra le diverse componenti della popolazione''.

- Reazioni: la politica divisa (Repubblica.it)

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21 marzo 2006
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