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Lo switch off "minaccia" la Tv anti-mafia

Telejato, celebre per le battaglie contro Cosa Nostra, non può acquistare frequenze e rischia di chiudere

07 gennaio 2012

Dove non hanno potuto minacce, intimidazioni e aggressioni fisiche di stampo mafioso potrebbe arrivare una legge dello Stato: Telejato, la piccola emittente di Partinico che in questi anni si è distinta - soprattutto per l’opera del suo direttore, Pino Maniaci - per le sue battaglie contro Cosa nostra pur disponendo di mezzi e risorse a dir poco limitate, rischia seriamente di chiudere.
Dal prossimo 30 giugno, infatti, anche la Sicilia dirà addio al sistema analogico per passare al digitale terrestre. E Telejato, così come tutte le 250 tv comunitarie sparse in Italia, potrebbe essere costretta a chiudere i battenti per l'impossibilità di acquistare le frequenze. E con lei andrebbe in archivio, dopo 12 anni, una gloriosa pagina del giornalismo siciliano.

E' nato così negli ultimi mesi il comitato "Salviamo Telejato" per "unire nella protesta tutte le voci dei territori in pericolo di oscuramento" e perché, spiega l'associazione, "con la sua storia, le sue battaglie, la sua valenza culturale, nel segno di Danilo Dolci, di Peppino Impastato, di Mauro Rostagno e di Giuseppe Fava, la sopravvivenza di Telejato è un segnale importante per la garanzia dell’esistenza di una libera informazione in un panorama controllato dalle mafie mediatiche".
Sul sito ufficiale della tv di Partinico e su Facebook è possibile leggere un appello del comitato al governo nazionale, cui viene chiesto di riservare alcune frequenze "alle tv comunitarie, per garantire il pluralismo".

Contro la possibile chiusura di Telejato si schiera apertamente anche Giuseppe Siviglia, primo cittadino di San Giuseppe Jato. "Telejato – spiega il sindaco - non gode delle caratteristiche tecniche e ad oggi normative per potere essere assimilata alle emittenti, perché in fondo è la più piccola al mondo, ma il suo direttore, uomo libero che ha consentito di rappresentare le esigenze di un territorio attraverso la sua voce, è riuscito a richiamare l'attenzione contro il malaffare e la mafia, impresa non da poco in questa zona". "Pino Maniaci – aggiunge il primo cittadino del paesino in provincia di Palermo - è un uomo umile, un inventato direttore che non gode di posti di prestigio né di scorte e neanche di grandi disponibilità economiche per potersi fornire di importanti impianti di videosorveglianza o di bodyguard. Per questo, alcuni potrebbero avere il dubbio che possa trattarsi di un uomo coerente e onesto o, paradossalmente, di un comportamento totalmente incosciente. Ma in realtà, chi ha seguito sin dall’inizio il suo percorso, ha già una propria opinione. Dobbiamo quindi evitare assolutamente - conclude Siviglia - che Maniaci diventi il Peppino Impastato del 2012". [Fonte: Corriere del Mezzogiorno - Italpress]

- Telejato, la tv antimafia si fa in tre stanze (Video Repubblica.it)

- La Sicilia si prepari a dire addio alla tv analogica (Guidasicilia.it, 27/12/11)

 

 

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07 gennaio 2012
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